A colazione dalla Regina

Si dice che non importa quanto lungo, aspro, impervio sia il viaggio che tu hai intrapreso.

Si dice che non importa quanto lontana, desiderata, ambita sia la meta

Il passo piu’ duro da compiere sara’ sempre e comunque lo stesso.

Il primo

Per la mia colazione con la regina, i passi piu’ difficili da compiere vengono addirittura prima

Il tragitto dall’auto al ritiro pettorale. Un breve chilometro di cammino che in condizioni normali sarebbe un viaggio carico di eccitazione e aspettative.

Ma non e’ cosi’ Qualcosa non va. Ogni singolo passo, ogni singola volta che il piede tocca il terreno, ogni singola volta che il corpo si tende verso il passo successivo, non e’ tutto come dovrebbe essere. Per nulla

L’aria e’ fresca e frizzante. Il sole splende. E’ autunno, con la sua classica esplosione di colori. Dovresi e potresti goderti la passeggiata.

Dovresti e potresti guardare gli altri runner che fanno il tuo stesso cammino verso il ritiro pettorale come amici, avversari, gente che vedrai alla partenza e forse incontrerai brevemente lungo il percorso.

In condizioni normali penseresti a domani.

Penseresti che domani vedrai le loro schiene avvicinarsi passo dopo passo. Domani ti avvicinerai a loro fino a sentire il rumore dei loro passi. Fino a contare il ritmo delle loro espirazioni-ispirazioni. Fino a capire il loro destino dall’intensita’ del respiro

2 passi ispira, 2passi ispira, questo va ancora bene

2-1, questo qui e’ in crisi

1-1, non dovrebbe essere cosi’ in affanno, cosi’ presto

Invece oggi pensi solo al presente. Perche’ oggi fa male. Oggi ogni passo e’ una scossa elettrica che ti brucia dal tallone fino alla punta dei capelli

Tendinite. Alla vigilia della maratona. Quella maledetta bastarda che hai sentito arrivare, che hai ignorato pensando che se ne andasse, che hai provato a zittire con brufen e antidolorifici. Fanculo. Ora ti e’ dentro come una peste bubbonica.

E allora anestetizzi tutto e vivi il ritiro pettorale, il giro al Marathon Village, la brutta conversazione con lo scarparo che vende fondi di magazzino al 20% di sconto come un brutto sogno, e fai un fast forward alle 4 del pomeriggio, quando ti svegli sul lettino del fisioterapia dopo una seduta di tecar, laser e kinesiotaping

Il fast forward funziona. Al tuo risveglio tutto torna ad avere un senso. Sai che l’effetto benefico non durera’ oltre la Domenica sera. Sai che tutto il dolore della mattina tornera’ duro e cazzuto moltiplicato per 2. Ma Domenica sera, a colazione dalla regina, sarai in grado di muoverti come vorrai

Tendine, polpaccio, fascia plantare funzionano di nuovo. ORA sei printo a lottare. E domattina ci sarai. 10” al km piu’ lento del previsto. Ma ci sarai. E farai quello che devi fare

Domenica

A colazione dalla Regina siamo in centinaia. Lo sparo della partenza, nemmeno lo sento.

E’ la prima volta. L’avevo sognata dolce, lenta, piena di sorrisi. Un lento crescendo verso l’estasi. Conto nel kinesiotaping perche’ sia cosi’

Chilometro 5. Salita dura e cazzuta. Sono molto indietro, il primo rifornimento. Passo gente a grappoli, ma continuo a ripetermi di stare calmo

Chilometro 10, lo split ogni 400 metri ha dato diversi tratti attorno ai 2’. Sono 5′ al km. E’ un passo che potrei permettermi se la carrozzeria fosse a posto. Ma non lo e’. Quindi rallentiamo.

Chilometro 15. La pazzia umana non ha limiti. Una salita cosi’ non ha senso. Tratti a quello che la mia precedente esperienza ciclistica mi suggerisce essere un 15%. La strada non smette di salire. Il garmin suggerisce che l’andatura e’ sui 7’ al km. Ma fanculo. Poi arrivera’ la discesa. Mi passano una decina di persone. Pazzi! Dove andate? Il vostro ritmo di respirazione non e’ quello che dovrebbe essere. Come fate a non capirlo?

Chilometro 18. Si scende. E qui I miei 10 chili in eccesso contano. Riprendo tutti quelli che mi hanno passato in salita e li saluto a voce alta. Urlo…e mi sento bene

Chilometro 25. Sono agganciato a un gruppetto che tira per chiudere in 3h45. Non quello ufficiale. Non quello dei palloncini blu, che vedo in fono al rettilineo.Quelli vanno troppo per me. Questi sono un gruppo di gente simpatica, esperta, che ha corso maratone e che ha un passo regolare. Mi sento al sicuro

Tre ore e quarantacinque. Il minimo sindacale, se fossi in condizioni decenti. Si scambiano 4 parole, era ora. Passiamo gente che gia’ cammina. Passiamo gente che ha calato l’andatura. Mangio il mio terzo gel. Poi il quarto

Chilometro 35. Del gruppetto delle 3h45 siamo rimasti in 2. Gli altri, persi per strada. Il tendine si sveglia. Quello destro. Quello messo in teoria meglio.

Le gambe sono pesanti. Il tendine inizia a pizzicare. Non e’ dolore, solo leggero fastidio

E qui mi tornano in mente le parole che hanno accompagnato ogni momento difficile della mia esperienza podistica

“When our legs get tired, we just pump our arms harder and we will keep going.”

Mulino furiosamente le braccia per i 4 km successivi. Continuo a passare gente in crisi, gente che ha rallentato, gente che cammina. Poi arriva un ultimo strappetto che salto di slancio. Urlo “Incitateci, donne!” a un gruppo di vecchiette perplesse. Vedo il traguardo, ma un crudele vigile ci informa che mancano 2 km di sterrato. Continuo a correre. Continuo a pompare come un pazzo. Continuo a non capire un cazzo fino a quando non passo il traguardo in tre ore, quarantanove minuti e cinquantacinque secondi.

Mi sono mangiato la Regina a colazione. Ora, si va a pranzo

13 pensieri riguardo “A colazione dalla Regina”

  1. Sto viaggiando verso i 77 kg….punto ai 73 per Natale 😀
    E raggiungere i 67-68 verso pasqua….e lì scateno la bestia 😆

  2. …si, cosi si fa Marco, anche perchè Pasqua è il giorno giusto per risorgere la bestia che c’è in te GGGgggrrrrrrrrr 😛

  3. yeppa ye!!!!
    ma dopo una cosa del genere cosa si fa?
    quando ricominci a correre dopo lo scarico?

  4. C’è gente che è riuscita a fare una maratona a settimana.Ma secondo me si scade nel patologico,non è più sport.E dai benefici si passa a far danni

  5. Completare una maratona dev’essere fantastico dal punto di vista dell’autostima e della soddisfazione,poter dire dopo 5-6 mesi di preparazione “cazzo,ce l’ho fatta”

  6. perp
    alcuni devono fermarsi 10 giorni. Io mi son preso 14 giorni essenzialmente causa tendinite maledetta
    Non fosse per quella, 3 giorni dopo ero ad allenarmi per la mezza di Abu Dhabi del 14 Novembre

    marc
    scendere sotto i 40 sui 10mila mi darebbe una soddisfazione superiore. Ma di base, era una verginita’ che volevo perdere

  7. Credo siano due sfide diverse.Sui 10k lavori su un tempo,con la maratona la sfida è con se stessi…….quando ciarrivo te lo dico :mrgreen:

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