Al comune di Roma ci sono dei begli scienziati. Non si discute.
Forse avrete letto o ricorderete qualcosa della lettera che un semplice Cittadino scrisse alla “Sindaca” (più che ad ella, al Consiglio Comunale tutto), non appena si avvide dell’ assurdità della procedura necessaria a richiedere i famigerati “buoni spesa”, il tutto il primo di aprile ultimo scorso (e non era uno scherzo).
Sta di fatto che qualcuno deve averla letta – strano – poiché tempo nemmeno una settimana si sono affrettati a correggere il tiro, eliminando e sostituendo dopo un po’ l’elenco degli esercizi convenzionati (che era in origine una vecchia lista delle convenzioni SodexhoPass, risalente al 2018, comprendente anche ristoranti, bar e sushi) e se possibile complicando ancora di più tutto l’iter.
Non hai una stampante per stampare il modulo ? Recati presso una delle edicole che offrono il servizio e ritira gratis la tua copia, oppure trascrivilo integralmente (compresi gli errori di stampa) su un foglio bianco (ma no bianco bianco, a righe o a quadretti, così rimane allineato, brutto analfabeta), poi firmalo, fotografalo col cellulare e mandalo così…
E poi, ammesso e non concesso che tu sia riuscito ad inoltrare la domanda, ti diamo anche la possibilità di ricevere i buoni spesa attraverso un ‘ APP (un’app, urca, che idea) che potrai scaricare sul tuo cellulare e presentare in cassa.
LA RIVOLUZIONE TELEMATICA !! Troppo avanti, troppo!
Qui però il problema è un altro.
Io voglio sapere chi è lo scenziato, l’ingegnere, il fisico nucleare, l’economista che ha pensato bene di utilizzare in questa fase di EMERGENZA (perché dicono sia un’emergenza) dei BUONI PASTO.
Buoni pasto, ticket lunch, ticket restaurant, chiamateli come vi pare… quelle cose che già normalmente quando cercate di usarle in giro vi guardano come dei mentecatti e se li accettano ve la fanno piovere dal cielo…
SVEGLIA !! Non è questo lo strumento adatto, voi siete scemi del tutto. E questo nella migliore delle ipotesi, altrimenti c’è il dolo.
I buoni pasto sono fatti per le situazioni normali e sono emessi e gestiti da società che lo fanno per mestiere, e per trarne (giustamente) profitto.
I buoni pasto hanno un costo per chi li acquista (ad esempio l’azienda che li dà ai dipendenti come parte dello stipendio) ed un costo per chi li accetta (ad esempio il ristorante che si vede trattenere una percentuale – in media il 10% – del loro valore nominale e che se li vede rimborsare minimo dopo 30 giorni da quando li presenta all’ incasso).
In tutto questo (in condizioni di operatività normale), ci guadagna l’ Azienda che li emette, ed è giusto così, è un servizio, ha un costo e va bene. Chi li compra per darli ai dipendenti o ai collaboratori lo fa coscientemente, perché è un costo detraibile e quindi sono tutti contenti.
ABBIAMO PERO’ DIMENTICATO UNA COSA ESSENZIALE:
Il fine di questa operazione è quello di dare disponibilità certa ed immediata di denaro contante ai Cittadini che ne hanno bisogno ORA.
E per fare questo, Roma Capitale ha ricevuto dalla Regione Lazio (la quale non so dove li abbia presi ma temo di sapere come cercherà di recuperarli) la bellezza di 15 (quindici) milioni di euri.
Adesso, anche l’ultimo scemo col botto capisce che se tu 15 milioni li spendi in buoni pasto normali (come quelli che hanno comprato questi genii), almeno 3 se ne vanno in sacrosanti costi di emissione e gestione. Quindi tu stai dando ai cittadini 12 milioni, NON 15. E quando li vanno a spendere, quei poveracci dei negozianti che “obtorto collo” li accettano in pagamento, ne vedranno fisicamente (fra un mese se va bene) solo 10,8… cioè 12 milioni meno minimo minimo il 10 % di commissioni.
Quindi ricapitolando, EdenRed (l’Azienda che emette e gestisce i buoni) incassa 4,2 milioni e il mercato composto da Cittadini ed esercenti ne vede circolare 10,8.
BELLA MOSSA !
Ripeto, in condizioni “normali” questa cosa funziona, ma per questa “emergenza” – mi dispiace – avete fatto una cazzata grossa come il Campidoglio. Forse anche un po’ di più.
ALTRO PROBLEMINO: siccome ancora non siamo nella Russia comunista ante 1989, alcuni esercenti (mi dicono per esempio tutta la catena Conad, da verificare), possono anche “permettersi” di non accettarli, ‘sti buoni, perché ritengono – a piena ragione – che la commissione trattenuta da EdenRed (il 12%) sia troppo alta… quindi succede pure che il nostro Cittadino bisognoso e nullatenente, dopo la trafila kafkiana passata per ottenere gli agognati buoni e dopo la fila mostruosa con guanti e mascherina per entrare al supermercato, si trovi a dover mollare lì il carrello pieno e tornare a casa con le pive nel sacco perché “Ci dispiace, Signore, ma non prendiamo in pagamento questi buoni”.
MA SIAMO SCEMI ? E’ così (mi ripeto, lo so) che si gestisce una presunta “emergenza” ?
Ma SOPRATTUTTO, mia cara Amministrazione pentastellata, dico a voi che siete (o dovreste essere, o dicevate di essere) gli araldi del futuro, quelli del 4.0, quelli della digitalizzazione, quelli della telematica… ma vi sembra una cosa normale basare un’ azione del genere su fogli, foglietti, scartoffie, ticket cartacei, “blocchetti” numerati e pretagliati che manco matrice e figlia dei contrassegni del Totocalcio degli anni ’70 ?
VOI NON STATE BENE. E mi auguro che non stiate bene, perché se l’avete fatto coscientemente c’è davvero qualcosa che non va. Come già detto in altri casi, ravviserei il dolo.
Purtroppo questa cosa si insinua mio malgrado nei miei pensieri, anche perché l’affidamento del servizio e l’acquisto dei buoni (vista l’urgenza) è stato fatto non tramite gara ma per assegnazione diretta, guarda caso alla società che già ha l’appalto per i normali buoni pasto dei dipendenti del Comune di Roma. Come disse qualcuno molto prima di me, “a pensar male si fa peccato ma ci si indovina”.
Per non farci mancare niente, e per non fare la figura del solito sterile “criticone” aggiungo un suggerimento:
Premesso che sarebbe stato molto ma molto più semplice (una volta accertati i requisiti ed avendo già tutti i dati) inviare a costo ZERO i soldi sui conti correnti o sulle carte prepagate dei Cittadini bisognosi di denaro contante e non di foglietti inutili, potendo così usare appieno TUTTI i 15 milioni di Euro stanziati, se invece proprio proprio volete “mantenere il controllo”, create delle smartcard (voi che siete “smart”) ad hoc, caricateci i soldi e speditele o consegnatele ai suddetti Cittadini, i quali poi potranno tranquillamente usarle dove gli pare per comprare quello che gli serve, senza gabelle o costi occulti per nessuno. Per informazione, una smartcard “bulk”, bianca, programmabile come vi pare, costa al pubblico 0,69 Euro IVA e spedizione inclusa. Su Amazon. Disponibilità immediata. Decine se non centinaia di migliaia di pezzi. Roba cinese, come il covid. E si programmano con un aggeggetto USB da venti euro, sempre cinese.
Altro che aspettare i “tempi tecnici” della stampa fisica di non si sa quanti blocchetti di buoni di carta e non si sa a che costo.
Dove è finita la vostra “modernità” ? La vostra “semplificazione” ? La vostra “trasparenza” ?
Ma soprattutto, c’è vita nelle vostre teste ? A questo punto spero di no, perché se c’è, è vita ostile.
L’ha ripubblicato su Chez moie ha commentato:
Sperate per il meglio ma siate sempre pronti al peggio (cit.)