Disclaimer: quella che segue è la mia personalissima opinione in merito ai temi trattati, non è chiaramente oro colato e non vuole in alcun modo offendere alcuno. Al solito (come d’uso su questo Blog) se vi trovate d’accordo bene, se no amen, e se volete mandarmi a fare in culo sentitevi liberi di farlo. Se del caso ricambierò, altrimenti incasserò in piena serenità, consapevole e pienamente responsabile di ciò che ho scritto.
Prima di tutto, perchè dissertare di ciò ? Perchè a mio avviso l’intero Paese (e se per questo l’intero Mondo), sotto tutti i punti di vista (politico, economico, sociologico), è in questo particolare momento storico sotto quella che molti chiamano “dittatura sanitaria”. In altre parole, stiamo applicando quello che di solito succedeva solo in ambito accademico fra scienziati a tutti gli aspetti della nostra vita, anche se non strettamente correlati alla salute ed alle cure.
Contrariamente a ciò che si pensa, la medicina NON è una “scienza esatta”, tutt’ altro. E’ anzi un sistema estremamente complesso, dove lo studio e la sperimentazione si intrecciano (e spesso confliggono) con una pletora di interessi economici, con questioni di opportunità, con etica e morale, a volte con le religioni, insomma un bordello che la metà basta.
Forse (e dico forse) è la chirurgia ad avvicinarsi di più ad una “scienza esatta”: nel senso che una volta studiato ed appreso il funzionamento meramente meccanico della macchina che chiamiamo “corpo umano”, poi dipende solo dall’ abilità e dalla pratica del chirurgo sistemarlo quando si rompe. Non ci sono cazzi: abbiamo capito che la causa dell’ appendicite (per dirne una) è – appunto – l’ appendice infiammata ? L’organismo umano può fare a meno dell’ appendice ? Bene, il chirurgo apre la panza, leva l’appendice e il problema è risolto. E’ in ballo un altro componente che però è indispensabile ? Può essere sostituito ? Bene: si rimedia il “pezzo”, si apre, si sostituisce e si richiude. Punto. Problema risolto. Esattamente quello che succede con la nostra automobile dal meccanico. Poi può capitare che il meccanico sia un coglione incapace, o che si scordi di serrare un dado come si deve, e dopo una settimana stiamo peggio di prima. Ma è un caso, e non ci si può far nulla. E’ importante avere a che fare con un meccanico competente, con un chirurgo competente, e soprattutto bisogna FIDARSI.
Ora, io, siccome non mi fido e per fortuna sono capace di lavorare sui motori, se mi si rompe la macchina me la aggiusto da me. Ma se il “guasto” ce l’ho dentro io, che faccio? Mica mi posso mettere sul tavolo operatorio e farmi diagnosi, prognosi, intervento e terapia… Allora mi rivolgo al medico. E lì cominciano i guai. E si, perchè se seguo la trafila normale succede questo:
1- Avverto un disturbo;
2- Ne parlo con il mio medico di base, che (come tutti i medici di base) apre il mio fascicolo, controlla la mia storia clinica, mi visita, mi prescrive due o tre accertamenti (analisi, lastre, TAC, qualsiasi cosa si applichi);
3- Vede i referti (scritti più o meno frettolosamente, per lo più utilizzando il copia-incolla, da altri medici che non sanno nemmeno chi cazzo io sia) e generalmente mi prescrive un ulteriore accertamento;
4- Nel frattempo, se si sente ragionevolmente sicuro (su base statistica) della causa più probabile del disturbo, mi segna uno o più farmaci che (sempre statisticamente) sembrano indicati a trattare il problema.
5- All’ esito dell’ ennesimo accertamento, alza le mani e mi indirizza presso lo “specialista”. Perchè si, per ogni cosa c’è uno “specialista”;
6- A questo punto, vado dallo specialista, sento che mi dice, quello che dice non mi convince (qui ci metto del mio) e vado con lo stesso incartamento (e con lo stesso disturbo) da un altro “specialista”, il quale (sorpresa, sorpresa) mi dice tutta un’altra cosa.
7- Qui comincio a sentire il classico cetriolo in culo. Sono sicuro che se vado da un altro, mi darà una terza interpretazione.
Ecco la differenza fra medicina e chirurgia: se tutti sono concordi, è chirurgia, se no è medicina. Se hai un tumore, ce l’hai e basta. Se hai un osso rotto, è quello. Se hai un dente marcio non si scappa. Si può aggiustare ? Bene. Non si può ? Ti fotti: fai testamento, goditi quello che ti resta e aspetta la Comare Secca.
Come si collega tutto questo alla situazione attuale ? Semplice: siamo un intero Popolo, con un disturbo ancora non ben definito, in mano ad un esercito di medici di base e di “specialisti” che navigano a vista: pressati a dritta e a manca dalle stesse entità con cui hanno a che fare da sempre. Case farmaceutiche, riviste scientifiche, convegni, tesi accademiche, studi statistici, graduatorie di ammissione a questa o quella direzione sanitaria. In altre parole,
SIAMO FATTI.
Perchè se questa situazione già era grave per i singoli – quando si trovavano ad avere problemi di salute – applicata ad una collettività, che ad oggi si identifica con l’intera razza umana, diventa una cosa da cui non esiste via d’uscita.
Ognuno dice la sua, i “Professori” rivendicano la loro esperienza e la loro autorevolezza (dettata non da quante persone abbiano effettivamente curato, ma da quanto i loro nomi siano apparsi sulle riviste scientifiche), dibattono in TV e si scannano fra di loro. Tutto fa curriculum.
Da un punto di vista politico ed operativo, che succede ? Esattamente quello che succede in famiglia quando qualcuno sta male: Chi “comanda” si affida al medico (o allo scienziato) di cui si fida, quello che ha il curriculum più convincente, quello che dirige la clinica migliore o più accreditata.
Il problema è che finchè succede in famiglia, sono solo cazzi del malato. Ma qui sta succedendo a intere nazioni, e sono cazzi di tutti. Anche di chi malato non è.
Concludendo, siamo in mano alla statistica. Con l’aggravante che i “dati” a disposizione non sono affatto “dati” oggettivi: sono a loro volta frutto di statistiche, create con l’interferenza di mille parametri di disturbo, generati da interessi di ogni sorta, siano essi economici, morali, etici, politici e chi più ne ha più ne metta.
C’è forse bisogno di ribadirlo ?
SIAMO FATTI.
P.S. (Post Scriptum, non Pronto Soccorso): con questo non voglio in alcun modo sminuire il lavoro e l’impegno dei tanti Medici (con la “M” maiuscola) che si danno da fare in tutta coscienza ed in piena coerenza con il giuramento di Ippocrate, voglio anzi comunicar loro che comprendo lo stress cui sono quotidianamente sottoposti e che vorrei – veramente – che potessero giovarsi di qualche certezza in più. Perchè so che – loro per primi – di certezze non ne hanno.
Hai scritto un bell’articolo e, per quanto riguarda il Covid19 credo, grosso modo, che sia proprio vero che “Loro” non sanno molto quale sia la situazione.
Io, che mi sono un pochino documentato, ho l’impressione che sotto sotto ci sia qualcosa di veramente poco chiaro… quasi losco.
Circa la chirurgia, posso dirti che non è così semplice come pensi. Per esempio l’intervento di appendicectomia può essere considerato facilissimo come difficilissimo… impossibile prevederlo con sicurezza prima del “taglio”. Questo ti dico perché per 20 anni ho lavorato come anestesista… anche un po’ come chirurgo.
Circa il “disturbo” che cerca una soluzione, purtroppo in Italia esistono troppi burocrati e troppi medici che lavorano come impiegati.
Secondo un mio punto di vista esistono fondamentalmente 3 categorie di medici:
Gli impiegati, i commercianti e… i Medici… con la M maiuscola.
Buona serata.
Quarc
Grazie Quarc, per aver dedicato tempo alla lettura del post.
E si, mi rendo conto che in qualche passaggio ho semplificato… quello che mi premeva – in fondo – era tracciare la linea di demarcazione fra ciò che è ragionevolmente certo (poca roba) e ciò che non lo è (tutto il resto), nell’ ottica ovviamente della contingenza del momento. In pratica, stabilire come tutta la gestione di questo marasma del “coviddi” sia affidata alla parte peggiore (impiegati e commercianti). Qui mi sento di fare una precisazione: “commercianti” è un complimento (faccio parte di questa categoria, anche se nella mia precedente vita ero più o meno un “impiegato”, magari dirigente, funzionario, ma sempre un impiegato)… li identificherei più con i rappresentanti: se ho ben interpretato, quelli che indichi come “commercianti” sono quelli che alla fine vendono (o fanno vendere) medicinali.
Tutta questa faccenda è un casino interdisciplinare: si spazia dalla medicina alla sociologia, passando per la psicologia, la comunicazione, le scienze politiche, l’economia, la giurisprudenza, insomma si potrebbe fondare l’università del covid, c’è posto per tutti e per tutto.
Il punto è che la parte “incerta” della scienza medica è veramente ampia: quello che vale per un paziente, non è detto valga per un altro: dato che ognuno di noi è un essere “unico”, per quanto ci si sforzi di inquadrarci in modelli statistici, capita che lo stesso problema possa e debba essere affrontato con tecniche diverse. Ad esempio, un mio caro amico veterinario (purtroppo scomparso), mi ha rimesso in piedi tre cani praticamente paralizzati con tre tecniche diverse: per uno è valsa la terapia farmacologica tradizionale, per uno la chirurgia, per uno addirittura l’omeopatia (per quanto possa far sorridere). E però, lui era quello che considero un Medico: non si fermava davanti a nulla, visitava l’animale, poi si sedeva a terra in un angolo, si accendeva un cannone immenso che faceva il giro dello studio e ragionava sul da farsi insieme a noi. Non ti nascondo che nel tempo ho chiesto e seguito con successo i suoi consigli anche per i miei malanni, non solo per quelli dei miei amici a quattro zampe.
Tutto ciò per dire che (a parte quelle poche certezze che mi ostino a trovare nella chirurgia), tutto il resto alla fine viene dalla nostra testa. Ciò premesso, il fatto che con questa storia del virus si sia fatta leva proprio lì, nel nostro cervello, manipolando e condizionando il nostro modo di pensare, al punto di farci accettare come normali cose che fino ad un anno fa avremmo rifiutato e catalogato come follie, mi fa vedere tutto molto nero. Altro che losco. 😉
Buona serata a te, cerchiamo di tenerci in piedi e vediamo come va a finire (se mai finirà).
fu fù !!
si, concordo, è un bel articolo, ed anche il modo di raccontontare ciò che provi-senti è + bello…(mi riferisco alle ingiurie) . Scusa Alberto se mi permetto di evidenziare il particolare, ma tutto l’insieme è + positivo come “articolo” ….inzomma, + pulito e lalettura scorre meglio; e basta. Very compliments…
Io, di solito mi preoccupo di ciò che non ci dicono, o che non ci fanno sapere… ed avendo 4 lingue a disposizione, spesso mi ritrovo con 4 “verità” ; come nelle religioni, tutte vere ma la realtà non può che essere una. In un certo senso la scienza medica è diventata ( o sta diventando) come la religione, dove basta credere a ciò che dice il pastore di turno del WHO…
Qui andrà tutto bene un cazzo, altro che !! O se preferite andrà tutto all’asta…
La mia guida, se può essere utile, è seguire il buon senso, ed in tutta questa faccenda niente è al suo posto; solo una corsa frenetica a chi fa + intramuscolari senza il rispetto delle regole/tempi di sperimentazione, senza documentazione delle autopsie dei deceduti, tantomeno conoscere i VERI ingriedienti del vaccino etc. etc. Inzomma mi insospettisce la gran fretta di “avvelenare” un numero più vasto possibile del gragge, nel minor tempo possibile immaginabbile : PERCHèTUTTASTAFRETTA ?? 🙄
E visto che ho menzionato il buon senso, quanto segue mi pare sensato ascoltarlo
Fù Fù a te ! 😉
Mi sono sorbettato tutti i 14 minuti di video, e per sicurezza mi sono andato a rimediare la versione non doppiata per esser certo che non fosse i qualche modo “interpretato”.
Poi, sono andato a cercarmi commenti e reazioni a questa teoria ed ecco la conferma di quello che intendevo dire, proprio quello: in ambito scientifico, azzardati a dire una cosa fuori dal mainstream e subito sei un eretico, uno che si è venduto o che si è bevuto il cervello. Ora non dico che ad esempio questo signore sia il detentore della Verità Unica ed Ultima, magari ha detto una cazzata o forse no. Solo mi viene sempre da pensare a Galileo Galilei. E’ più forte di me.