Interrompo la catena (ormai quasi pallosa) dei post coviddi-oriented che ho iniziato oltre un anno fa per raccontare una cosa della quale molto probabilmente non fregherà un cazzo a nessuno, ma che mi punge vaghezza di condividere.
Oggi, proprio stamattina, mentre andavo a riprendere la macchina dopo una mezz’oretta di fila all’ ufficio postale, ho fatto una cosa sulla quale ponderavo da un po’, e poi mi sono detto: “perchè no“?
Mi sono messo, per strada, a parlare da solo.
Ma proprio da solo, per cazzi miei. Ragionavo, mi ponevo delle questioni a voce alta, aspettavo la mia risposta direttamente dal cervello, controbattevo, e via così. Con toni pacati, senza mai incazzarmi (sarebbe stato inutile), la cosa è andata avanti per un bel po’. Nel frattempo ho ricevuto anche una telefonata, ho risposto al volo dicendo: “scusa, sono impegnato in una conversazione, ti richiamo più tardi“.
Uno potrebbe dire: “che c’è di strano”? Boh, forse niente, ma per me che appartengo ad una generazione antecedente ai telefoni cellulari, agli auricolari bluetooth, ai vivavoce, una persona che parla da sola è sempre stata automaticamente classificata come “un po’ andata di cervello“. Oggi come oggi non è raro vedere gente che conversa amabilmente dei cazzi suoi con un invisibile interlocutore, ma nel 90% dei casi basta guardare meglio per osservare un piccolo auricolare, un “earbud”, è chiaro che sta al telefono, nessun mistero. Quindi, visto che la differenza fra chi è al telefono e chi no è praticamente impercettibile, il parlare da soli è ormai sdoganato.
Bene, vi assicuro che io con la testa ancora ci sto tutto (nei limiti), ciò non toglie che l’ esperienza sia decisamente gratificante.
Impegna solo un po’ di tempo in più rispetto al normale ragionamento silenzioso fra se’ e se’, perchè snocciolare le parole attraverso il sistema vocale è certamente più lento, però funziona meglio.
Costringersi ad uscire dalla “comfort zone” del personalissimo lessico che utilizziamo negli introspettivi ragionamenti muti, articolando il pensiero attraverso la voce, con un linguaggio per forza di cose più adatto ad una conversazione “normale”, aiuta a focalizzare meglio le questioni affrontate, le rende più “universali”, se così vogliamo dire.
Alla fine, è la stessa cosa che scrivere un post sul Blog: sei costretto a spiegare nel dettaglio un concetto che magari a te è chiarissimo, ma devi farti lo scrupolo di analizzarlo per bene, in modo da renderlo comprensibile a chiunque altro.
Stai a vedere che quelli che parlano da soli – altro che matti – sono più normali di quelli considerati “normali” ?
Ora che ho scoperto questa cosa intendo farne ampio uso: tanto ho un auricolare, potrò sempre fingere – nel caso – di stare al telefono. L’ apparenza è salva, che sia benedetta la tecnologia.
Sicuramente avranno pensato che parlavi al cell con l’auricolare. Se lo avessi fatto 20 anni fa avrebbero chiamato il TSO.
fufù a todos
@ amleta- Hola guerriera, piacere di conoscerti e scusami se ho tardato con la moderazione dei tuoi commenti… benvenida, y pronto te contestarè con mucho gusto 😎
Dal mio osservatorio, l’essere umano (e non solo) è a suo modo, elettrico/magnetico; “funzioniamo” grazie a gli Hz.. E siccome gli Hz viaggiano con, il suono, la voce, lo scritto, le immagini etc… tutto ciò che è “animato” risulta interconnesso con un tuttotutto ancora da esplorare ( non fa 1 piega 🙄 )
…noooo, this is fabulous resonance !!! 🙂 ha ha ha ha Bella musica Albert .
In fisica, il fenomeno per cui l’ampiezza delle oscillazioni indotte in un sistema oscillante (meccanico o elettrico) da una sollecitazione esterna, assume in determinate condizioni valori molto elevati.
Se può essere di conforto, Il sottoscritto fa visita e parla con il mare tutti i giorni, esattamente come da te descritto, e ” funziono meglio oltre ad essere decisamente gratificante”.
Quindi possiamo dedurre che chi pratica suddette sagge tecniche di risonanza, viva la propria esistenza determinata da condizioni di valori molto elevati . Punto e basta.
Chi non fosse d’accordo somatizzi su marte, che mò c’è pure l acqua…
…dimenticato mi sono; da inserire dopo “non fa 1 piega”.
Non dimentichiamoci la cosiddetta “Tuning Conspiracy”, risalente al tempo dei nazisti.. L’ universo ha una frequenza armonica di 432 Hz, in contrapposizione a 440 Hz, che è lo standard di tutta la musica al giorno d’oggi
Ed ecco svelato un altro arcano… la mia chitarra deve essere “complottista”… ogni volta che la tiro fuori la trovo sempre “calata”. Ma non solo una corda, tutte e sei. Quindi alla fine risulta comunque accordata, solo un po’ più bassa. Adesso che mi hai detto questa cosa rimedio un frequenzimetro, sono certo che il LA mi suona a 432 invece che a 440. Mi sembra di aver letto da qualche parte che i Pink Floyd usassero accordare tutti gli strumenti partendo da un LA centrale a 432Hz… Ecco perchè quando uno prova a suonarci sopra non viene mai perfetto.
Che è sto casino???