emergènza s. f. [der. di emergere]. – 1. L’atto dell’emergere; in senso concr., ciò che emerge. In partic.: a. In botanica, protuberanza della superficie del fusto o delle foglie e organi omologhi (di forma e funzione diverse secondo la specie), che può originarsi non solo dall’epidermide, ma anche dai tessuti sottostanti, come, per es., gli aculei delle rose e dei rovi, i peli ghiandolari di alcune piante carnivore, ecc. b. Con riferimento a beni storici e culturali, l’affioramento, il venire in luce di reperti archeologici, artistici, ambientali, ecc. prima nascosti o comunque ignorati: e. storiche, documentarie. 2. a. Circostanza imprevista, accidente: la congiuntura de’ tempi e delle e. (Salvini). b. Sull’esempio dell’ingl. emergency, particolare condizione di cose, momento critico, che richiede un intervento immediato, soprattutto nella locuzione stato di emergenza (espressione peraltro priva di un preciso significato giuridico nell’ordinamento italiano, che, in situazioni di tal genere, prevede invece lo stato di pericolo pubblico). Con usi più generici e più com.: avere un’e.; essere, trovarsi in una situazione di e., di improvvisa difficoltà; intervenire solo in caso di e.; formare un governo di e.; adottare provvedimenti di e., eccezionali, ma resi necessarî dalla particolare situazione; cercare un rimedio d’emergenza. c. Freno, dispositivo di e., previsti per l’impiego in caso di necessità eccezionale (in partic., il dispositivo frenante che consente di arrestare un locomotore previa segnalazione acustica). d. E. umanitaria, situazione di emergenza determinata dalle gravi condizioni patite dalle popolazioni civili stanziate in zone di guerra e dai profughi costretti, a causa del conflitto, a lasciare le loro abitazioni. e. Nel linguaggio giornalistico (seguito da un sost.), situazione di estrema pericolosità pubblica, tale da richiedere l’adozione di interventi eccezionali: e. droga; e. mafia; e. occupazione.
Già vi siete rotti il cazzo di leggere ? Bene, perchè il grosso deve ancora arrivare. Questa era solo la parte gentilmente offerta dal Dizionario Treccani della Lingua Italiana, adesso arriva quella gentilmente offerta da me che – come al solito – siete liberi di saltare passando alla scheda in incognito dove tenete aperto YouPorn, o le ricette di Benedetta, o l’oroscopo di Barbanera, o il sito di Repubblica, insomma fate voi…
E quindi è fatta anche questa. Lo “stato d’emergenza” più lungo della storia, proroga fino al 31 marzo 2022, con tutti gli annessi e connessi e con buona pace del sottoscritto che, in un azzardo di ottimismo, già due proroghe fa diceva “ma no, dai, ma ti pare che prorogano ancora ? Sarebbe davvero inaudito“… e invece eccoci qua.
Il “bello” poi è che sono stati tutti d’accordo. Non c’è stato uno stronzo, nemmeno extraparlamentare (ma esistono ancora gli extraparlamentari ?) che si sia alzato e abbia detto “ma che cazzo state a dì“. Questo se qualcuno aveva ancora un minimo di fiducia nella democrazia e nella politica.
Voglio dire, perchè continuare ad usare uno strumento abusato, ormai assolutamente non credibile, non giustificabile, carente di qualsivoglia logica, una cazzata grossa come una casa, insomma ? Non sarebbe più onesto a questo punto dire “Signore e Signori, Popolo Italiano, ci siamo riuniti, abbiamo deciso: la democrazia è sospesa, fino a nuovo ordine facciamo il cazzo che ci pare e basta. Siete liberi di dissentire ma tanto non cambia una sega. Zitti e buoni e non rompete i coglioni, che qui c’è grossa crisi e dobbiamo lavorare. Pensate ai cazzi vostri (per quello che potete) e lasciateci fare che lo sappiamo noi“.
Non fareste prima, così ?
E invece no, continuiamo a prenderci amabilmente per il culo, tanto cazzata più, cazzata meno…
E per rimanere sul fronte delle cazzate, insieme alla proroga e a qualche altro risibile intervento, cosa ti hanno tirato fuori quei due genii dei nostri ministri della salute e degli esteri (due esseri immondi che io ancora non ho capito come cazzo siano arrivati ad essere ministri e soprattutto come cazzo facciano ad esserlo ancora) ?
Una bella “ordinanza” per cui gli stranieri – per entrare in Italia – si devono fare 5 giorni di quarantena se non “vaccinati” e un bel tampone pure se “vaccinati”.
Adesso io non bestemmio a catena solo perchè siamo sotto le feste e non sta bene, però mannaggia quella zoccola e quel porco e qualsiasi cosa la vostra fantasia vi suggerisca, ma si può uscire fuori con una stronzata del genere ? Voglio dire, come già detto siamo sotto le feste: il turismo sta già con le pezze al culo da due anni, gli albergatori fra un po’ si suicidano in massa e voi due coglioni (oltre a tutti gli altri coglioni che vi stanno dietro) non trovate niente di meglio da fare che dire praticamente a tutti i potenziali turisti stranieri di starsene a casa ? Se volete sciare andate in Austria, o in Svizzera… se volete farvi il natale vista mare andate a fanculo in Spagna, ma per carità in Italia non ci venite, che ci attaccate la “variante omicron“. Ma io altro che variante vi attaccherei, cazzoni di merda che non siete altro: una catena al collo con all’ estremità un blocco di cemento da 300 chili e poi giù dal primo ponte utile. Teste di cazzo.
Ma si, continuiamo, tanto ci sta il recovery fund… checcefrega ? Questo paese sta accumulando deficit come se non ci fosse un domani, tanto paga Pantalone, checcefrega ? E intanto le cartelle esattoriali col cazzo che le fermano… quelle no. Perchè va bene l’emergenza, ma quando servono i soldini veri (non quelli “sulla carta” dei fondi che poi non sono altro che debiti futuri) a chi li vanno a chiedere ? Noi italiani siamo tutti grandi risparmiatori, abbiamo tutti la casa di proprietà, abbiamo i terreni, i capannoni per le nostre attività, insomma la “ciccia” c’è. Perchè preoccuparsi di fare cose intelligenti ? Troppa fatica, non sia mai.