LA GRANDE INCULATA, (O DELL’ OBBLIGO VACCINALE OVER 50)

Mi sono imbattuto stamattina in questo post di AllegroPessimista, che mi ha dato un po’ da pensare.

L’ AllegroPessimista, per chi non lo conoscesse (e nel caso vi invito a leggere i suoi articoli perchè se no vi perdete qualcosa), è una delle persone che ad oggi hanno un (altro) problema: ha un lavoro, ha più di 50 anni, e gli tocca “vaccinarsi”. Non l’ha fatto sinora perchè pur non essendo un c.d. “no-vax” è sicuramente una persona di buon senso e non tollera le imposizioni. Oltre ad essere persona di buon senso è anche coerente, e dato che ha sempre detto che se fosse stato obbligato l’avrebbe fatto… beh: adesso è formalmente obbligato e lo fa. Da sua stessa comunicazione sabato prossimo andrà “obtorto collo” a prendersi la sua prima dose.

Per portarsi avanti col lavoro, il nostro Allegro ha recuperato il modulo che andranno a fargli compilare e firmare prima del “vaccino” e si è chiesto (estendendo la domanda ai suoi lettori) come comportarsi al momento della compilazione.

La prima sorpresa (sua come mia) è che ci hanno sempre raccontato che se mai i “vaccini” fossero divenuti obbligatori “per legge” (cosa che di fatto ad oggi è, per gli ultracinquantenni oltre che per altre categorie già da prima), non avrebbe avuto logica ne’ senso continuare a far firmare una liberatoria come quella che invece ci viene sottoposta. E invece ancora c’è, ed è la stessa identica che firmano da sempre anche i “non obbligati”.

La perplessità poi tocca i più alti vertici quando si va a leggere ed analizzare quello che c’è scritto (e quello che di conseguenza di costringono a dichiarare).

La mia prima risposta nel merito è stata la più prevedibile: stando così le cose, visto quello che c’è in gioco (il tuo lavoro) e dato che non c’è via legale che regga, considerato oltretutto che così hai deciso, firma, fatti ‘sta puntura e tieniti il lavoro. Con certe cose non si gioca: loro giocano, noi no.

E’ un peccato, perchè è sempre brutto essere “costretti” a fare una cosa che non convince, ed essere ricattati usando come ostaggio valori importanti come il lavoro. Però tant’è e questo è. Come si dice, mangia ‘sta minestra o salta ‘sta finestra.

Pensa che ti ripensa però, una piccola luce la vedo, e la scrivo qua. Certo non è applicabile universalmente (anche perchè servirebbe un certo rapporto fra lavoratore e datore di lavoro e non sempre è possibile, oltretutto diventa impraticabile nelle aziende medio-grandi, però un varco c’è).

Partiamo dal presupposto che c’è sempre una differenza (spesso non trascurabile) tra quello che ci viene comunicato come massa e quello che effettivamente c’è scritto nelle norme. Se sentissimo solo TV e giornali, l’impressione sarebbe quella di essere fottuti senza scampo. Se invece approfondiamo un po’, magari ci rendiamo conto di avere qualche possibilità.

Come al solito, io vi racconto quello che faccio io: non è la Verità assoluta, non è l’unica via, non esorto nessuno a farlo se non chi non se ne convinca per conto suo. Di cazzari e ciarlatani ne abbiamo fin troppi ultimamente, e non voglio farne parte.

Ci sono due premesse necessarie da fare:

la prima è la situazione del sottoscritto: Sono amministratore di una S.r.l. con due soci (uno sono io, ovviamente, e l’altro è solo un socio di capitale, non attivo nella Società) ed ho al momento un (uno solo) dipendente, assunto a tempo indeterminato (peraltro appena lo scorso settembre, dopo che è stato “scaricato” dalla ditta per cui lavorava che ha chiuso definitivamente i battenti) con la carica di Responsabile Tecnico. Il quadro è abbastanza semplice. Si dà il caso che ne’ io ne’ il dipendente in questione siamo muniti di lasciapassare (e non abbiamo alcuna intenzione di munircene). Perchè ? Inutile spiegare, sono cazzi nostri. Saremo scemi, che ve devo dì.

La seconda è che non dobbiamo mai e poi mai dimenticare che tutte le normative relative al covid (soprattutto quelle riguardanti le restrizioni) emanate negli ultimi due anni, sono frutto di una situazione “di emergenza” (lo dicono loro, io mi fido). Per questo motivo sono per definizione transitorie, limitate negli effetti e soprattutto (salvo poche circostanze) non vanno mai a toccare la sfera del penale. Quindi contravvenire a queste disposizioni non potrà mai portare a nulla di più grave di una sanzione amministrativa (multa). Questo un po’ ci rincuora.

Veniamo al dunque: cosa facciamo adesso ?

Io – datore di lavoro – semplicemente non controllo il mio dipendente. Siamo d’accordo così. Dite che ne ho l’obbligo ? E sti cazzi. Lui non andrà certo a denunciarmi perchè non lo faccio, quindi voglio vedere chi controlla me. Nel malaugurato caso accada (che qualcuno controlli me, intendo, ma è molto difficile che qualcuno venga in un ufficio privato sito nel seminterrato del buco del culo della periferia di Roma a fare questo tipo di verifiche), si andrà a braccio: un giorno non mi funziona l’ app a me, un giorno si è rotto il cellulare a lui, un giorno non c’è connessione a internet, un altro la copia cartacea del lasciapassare l’ha mangiata il cane… hai voglia a inventare cazzate. E male male che dovesse andare, mi becco una sanzione di 400 Euro. E sti gran cazzi un’ altra volta: il principio è che se lui lavora con me, 400 Euro li recuperiamo in un giorno. Se lui sta a casa, da solo mi ci vuole una settimana. Vale la pena di rischiare, no ?

Lui – lavoratore – si fa i cazzi suoi, mantiene fede al suo proposito di non “vaccinarsi”, lavora, prende i suoi soldi, i suoi contributi e la vita va avanti. Anche nel suo caso, sempre nella malaugurata ipotesi di controllo, c’è la possibilità di sanzione che per il lavoratore (chissà perchè) è più alta, minimo 600 Euro. E anche qui siamo tutti d’accordo sul grande “Sti Cazzi”. Stesso discorso di prima: ne vale la pena, se l’alternativa è quella di non lavorare.

Come è facile evincere, tutto quanto sopra descritto può funzionare. A condizione che ci sia intesa fra le parti in gioco e che tutte e due facciano uno sforzo. Non è impossibile, ci si può riuscire.

Qui qualcuno potrebbe dire “eh, ma così state infrangendo LA LEGGE” !

Indovinate da soli qual’ è la risposta, vero ?

E STI CAZZI ! (Al fine di evitare fraintendimenti dovuti alla diversa interpretazione dell’ espressione “Sti Cazzi” nelle varie zone della nostra amata e solatia Penisola, rimando a questo post per la corretta definizione ai fini del suo utilizzo nel presente articolo).

Ne hanno infrante poche di leggi (vere) loro, nonchè di direttive comunitarie, principi costituzionali, principi di logica e buon senso… mi fotte assai a me di “infrangere” un decreto legge emanato in forza di uno stato di emergenza che dura da più di due anni. Non so se mi spiego. E comunque rimane sempre il fatto che ciò comporta una mera sanzione amministrativa (contro la quale si può in ogni caso ricorrere), non si va mica in galera.

Questo poi, apre la strada ad un’ altra cosa che si potrebbe fare: un decreto legge, per quanto immediatamente esecutivo, deve comunque essere convertito in legge dal Parlamento entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore. Nel caso questo non accada (finora l’ hanno sempre fatto, ma non si sa mai), il decreto legge (e tutti gli effetti collegati) perderà efficacia sin dall’ inizio, come se non fosse mai stato in vigore. Questo vuol dire che se vi hanno fatto una multa sulla base di questo DL e questo non viene convertito in legge, anche la multa decade automaticamente, e quindi non la dovete pagare. Vi eravate mai chiesti perchè il termine massimo per pagare tutte ‘ste stronzate era guardacaso di 60 giorni ? E che pagavate la metà del minimo se cacciavate i soldi subito, entro 5 giorni ? Questo, per inciso, è un altro motivo per NON PAGARE. Anche perchè se l’avete già pagati e poi il DL decade, col cazzo che ve li ridanno, meglio non darglieli e basta. Se un destinatario a qualsiasi titolo di “obbligo vaccinale” volesse proprio pararsi il culo, potrebbe indirizzare una PEC (o una raccomandata AR) al suo Prefetto e per conoscenza alla ASL di competenza, allegando copia di un documento e dichiarando quanto segue:

Io sottoscritto (generalità complete, codice fiscale, indirizzo, recapiti) dichiaro di non essere al momento in possesso di informazioni complete ed esaustive sul mio personale stato di salute tali da poter rispondere in maniera certa e veritiera ai quesiti contenuti nel modulo di consenso necessario ad ottenere la somministrazione degli attuali c.d. ‘vaccini anti covid-19’. Legittima prudenza mi impone pertanto di non sottopormi a tale trattamento, atteso che lo stesso modulo presenta lacune sostanziali che, allo stato, non possono oggettivamente fornire la certezza di non incorrere nel breve, medio e lungo termine in stati di alterazione della mia integrità fisica, se non basandosi su mie arbitrarie dichiarazioni, che per i motivi sopra espressi non sono in grado di sottoscrivere. Preciso contestualmente di non essere nelle condizioni economiche di affrontare uno ‘screening’ medico completo della mia persona“. Data, firma, e cordiali vaffanculo.

Per chi stesse pensando (so che di voi posso fidarmi, ma non si sa mai chi legge i blog di questi tempi) di andare a denunciarmi per “istigazione a delinquere”, beh, cara la mia faìna (come direbbe Marchettino73, a proposito: Marchettinooooo, cazzo, torna, dì qualcosa, sto Blog aspetta a te)… tutto quello che è scritto qui non integra tale fattispecie penale quindi risparmiati la fatica e fatti i cazzi tuoi che è meglio. Per me e per te e tutta la tua famiglia.

Per finire, come nella miglior tradizione wikipediana e yahooansweriana, Fonti: esperienza personale, due anni e passa di rottura di coglioni, una laurea in giurisprudenza che non ci faccio un cazzo ma ce l’ho e a qualcosa dovrà pur servire e infine (per fare un po’ lo sborone), i migliori voti presi agli esami di diritto civile (28), diritto amministrativo (29), procedura civile (28), medicina legale e delle assicurazioni (30).