E’ mia ferma convinzione (lo dico spesso) che la musica sia ufficialmente morta nei primi anni ’90. Momento nel quale anche gli ultimissimi tentativi di innovare, o tirare fuori qualcosa di originale – anche impastando e mischiando tutto quello che era già noto – si sono spenti per mancanza di materiale.
Non per fare il vecchio nostalgico, ma ritengo che ormai abbiamo consumato tutto il carburante possibile: con sette note alla fine più di tanto non si può fare: i giri, le armonie, i ritmi, sono sempre quelli. Oggi possiamo fare delle classifiche basate sulla capacità e sulla bravura degli interpreti, ma restano “interpreti”. Di qualcosa che già è stato fatto.
Non a caso, i pezzi che riscuotono maggior successo fra il pubblico sono proprio le “cover” e spesso ci si trova a dibattere su quanto l’ interpretazione di questo o quel nuovo talento sia addirittura “meglio dell’ originale”. Il che ci sta. Ti strappano un’ emozione, si sentono voci a volte angeliche, a volte potenti, ma a me sembrano sempre emozioni di seconda mano.
Allo stesso modo, c’è chi fa suo lo “stile” di qualcuno del passato e, se è davvero bravo, riesce a farsi ascoltare con piacere (e a vendere bene, buon per lui/lei/loro). E’ stato ad esempio il caso degli Oasis, che hanno ripreso le sonorità (e non solo quelle) dei Beatles, oppure è ad oggi il caso di Bruno Mars, che è riuscito magistralmente a cogliere gli elementi caratteristici del lavoro di Michael Jackson, tirando fuori pezzi che sarebbero piaciuti pure a lui. Una come Lady Gaga è stata così furba da “ispirarsi” praticamente a tutti, sfornando successi su successi…
Tutto molto bello, ok, ma quand’è che esce qualcosa di veramente nuovo ? Qualcosa di mai sentito, che possa piacere o non piacere, ma che ci proietti finalmente in una nuova epoca musicale ?
Certo, mi rendo conto che c’è stato chi già dava per morta la musica dopo Mozart, Haydn, Bach e Beethoven, ma poi qualcosa di “nuovo” è sempre arrivato, e poi ancora e ancora… e ad ogni “salto” chi è venuto dopo si è avvantaggiato del lavoro di chi era venuto prima. Ora però è un po’ troppo tempo che stiamo fermi.
Ad aggravare la situazione c’è anche da dire che oggi la comunicazione garantita da Internet renderebbe tutto estremamente più facile: chiunque abbia una buona idea è teoricamente in condizione di “spingerla” in Rete quasi da solo. Io sto lì che guardo, sento, giro, antenne puntate pure sull’ ultimo YouTuber con 2 followers e 0 likes, ma niente.
Tanti bravi (a volte bravissimi) interpreti, ma sempre di qualcosa che è già stato.
E allora, alla fine, torno sempre ai vecchi “porti sicuri”. E anche qui, Internet mi fa enormi regali. Perchè il materiale che continua ad uscire fuori è incredibile. Quando pensavi di aver visto tutto e sentito di più, ecco spuntare quel’ inedito, quel “dietro le quinte” che ti fa capire che c’è ancora tanto da sentire e vedere e a volte ti fa capovolgere convinzioni che credevi ormai consolidate.
Personalmente ritengo i Beatles fra i più grandi in assoluto di tutti i tempi: prima di tutto come gruppo, poi anche come solisti. Mi sono imbattuto di recente in una serie di video su YouTube presi da un documentario pubblicato da Disney Channel (quello all’inizio del post è uno). Non sono proprio immagini “rubate”, perchè comunque sapevano di essere ripresi, ma sono quanto di più vicino ad un ritratto di ciò che erano veramente: gente meravigliosa, che faceva cose meravigliose.
Questo in particolare li ritrae durante le prove di un pezzo (“Get Back”) poi inserito nell’ album “Let It Be”, pubblicato dopo il loro scioglimento ufficiale. Cos’ ha di tanto speciale, direte, da scriverci un post ?
Tutto.
E’ lo specchio di qualcosa che ad oggi sarebbe impossibile da vedere. Stiamo parlando di un gruppo che all’ epoca era semplicemente quello che vendeva di più in assoluto, erano tutti talmente “ricchi e famosi” che avrebbero potuto seppellire gli strumenti e campare di rendita fino alla fine dei loro giorni. Eppure eccoli lì, in una sala di registrazione sottoterra, a giocare come ragazzini tirando fuori dei capolavori come se niente fosse. E – cosa ancora più impensabile oggi – i produttori (George Martin e Phil Spector), nella stessa stanzetta, a giocare insieme a loro. E vogliamo parlare – nonostante tutto ciò che si è detto – della loro umiltà e della loro semplicità ? E della tanto vituperata Yoko Ono ? In un minuto e mezzo sono concentrati dei dettagli che da soli basterebbero per farteli amare tutta la vita. George Harrison che quando inizia la registrazione scatta in piedi quasi sull’ attenti come un soldato, Paul McCartney con un curioso (e alquanto strano per l’epoca, tanto da farmi pensare all’ inizio ad un editing) adesivo “BASSMAN” appiccicato sul suo fido Hofner, Ringo Starr (durante l’ascolto della registrazione) che offre una gomma a Yoko Ono (la tanto “odiata” Yoko Ono, ricordate ?) e Yoko che senza nemmeno pensarci la spezza in due e cerca di passarne metà a John Lennon che sul momento non la caga di striscio perchè sta parlando con Paul (John e Paul, i due che alla fine si stavano sul cazzo, ricordate ?) e che poi la acchiappa e se la mangia con tutta la carta, Billy Preston, che quasi non gli pare vero di essere lì e contribuisce inconsapevolmente a dare un sound indimenticabile al pezzo…
Ecco. Queste sono le cose che spiegano il successo. Ed è proprio la mancanza di queste cose, oggi, a farci capire perchè certi fenomeni (a meno di un miracolo, che io aspetto sempre) non li vedremo più.
Il bello di WordPress (e sono due volte in due giorni): mi accorgo che grazie all’ intelligenza artificiale che anima il motore del blog, il primo fra gli articoli correlati risulta essere questo:
scritto da me medesimo nel febbraio 2012.
E’ bello scoprire che io sono sempre io. Devo fare una ricerca nei post dal 2010 ad oggi e vedere se ho mai peccato di incoerenza. Credo di no, ma verificherò… 😉
Scusate se insisto…
…e Eric Clapton gli aveva pure fregato la moglie, a George Harrison. 😀
…e Eric Clapton gli aveva pure fregato la moglie, a George Harrison…
credo si sia trattato di abigeato 😀
Non mi hanno mai fatto impazzire.
Zip: no, dai, Pattie Boyd non era poi così vacca, anzi…
Allegro: poteva andar peggio, avrebbero potuto farti cagare 😉
Che poi io sui Beatles sono di parte, però sono stati un fenomeno oggettivamente talmente grosso che i gusti passano in secondo piano. Anche per la musica italiana ci sono “mostri” che non si discutono, a prescindere se piacciano o no. Pensa che per quanto mi stia sulle palle come persona e non mi piaccia come canta devo riconoscere persino ad Al Bano un certo non so che. E non sto nemmeno a scomodare i pezzi da 90 tipo Battisti.
chissà quanta bbona robbetta ci sarà per i giovani nel futuro
peccato non poterci essere
chissà se fosse stato mejo morire da piccoli coi peli del culo a batuffoli
o ci si nota di più in questo ostinato attaccamento alla vita, manco avessimo fatto pe’ mestiere i politici