Personalmente credo di avere un grado di frustrazione discretamente elevato, però, grazie alla scuola dell’arte di arrangiarsi da soli frequentata fin dalla prima infanzia, ho imparato a non darlo a vedere.
Non nascondo, tuttavia, di cadere in pensieri funesti nei confronti di chi mi turba o disturba interiormente. Pensieri che restano comunque tali come, ad esempio, mi è successo poche sere fa vedendo l’automobilista che stava alla guida di un fuoristrada; era appiccicato al mio posteriore impaziente di superarmi perché viaggiavo a 70 km/h anziché 90 come permesso in quel tratto di strada.
Avrei voluto spiegargli che, avendo visto un cinghiale grande come la mia utilitaria, proprio al ciglio della strada in attesa di attraversarla, cercavo di capire l’intenzione dell’animale che lui non aveva notato perché troppo impegnato a sfancularmi.
Devo al buonsenso del cinghiale, che ringrazio, la fortuna di non essere stata spiaccicata tra lui e il fuoristrada che mi stava incollato e che certamente, oltre a spingermi in avanti con violenza se io avessi frenato, avrebbe fatto polpette della mia auto. Talvolta penso a quale grado di frustrazione si trovino tante persone che sbroccano alla minima contrarietà, prendendosela con chiunque capiti a tiro.