LA RECENSIONE ANTICIPATA

di Fabio Santa Maria

Quando trovo un libro che mi piace davvero, che mi prende sin dalle prime righe, un libro che gusterò parola per parola in tutte le sue sfumature, allora non resisto. Anzi non esisto, non ci sono più per nessuno. Le mie fantasie, la mia attenzione, la mia concentrazione, anche se non sto leggendo, restano lì, su quelle pagine. Quindi, quando qualcuno mi incontra per strada, sembro sempre un po’ squinternato, ma fa niente, me la cavo lo stesso, chi mi legge ora sa che sto pensando a quel libro.

In questo caso, poi, si tratta di un autore che non avevo mai incontrato prima, il che moltiplica il piacere, mi fa toccare le mille opportunità che si srotolano promettenti, visto che, quando l’avrò terminato, ne potrò cercare subito un altro.
Dicevo che non resisto e quindi, proprio ora, prendo al volo il graditissimo invito di FUGA DA POLIS e mi invento questa cosa della recensione anticipata, ovvero una recensione che non si scrive dopo aver letto tutto il libro, ma giusto dopo qualche pagina, perché ti ha preso così tanto che, appunto, non resisti.

Per la precisione sono arrivato a pagina 40 e non si capisce se questa cosa dell’Uomo Capra è una leggenda montata ad arte per spaventare i ragazzini o per qualche altra strana ragione, oppure se è vera perché, in effetti, a Roby e Tom, fratellino e sorellina, pare proprio di vederlo nel bosco, questo mostro assassino con le corna.
Siamo in piena depressione, negli anni trenta, nel Texas, e quando il loro cane Toby si rompe la schiena, il padre incarica i due ragazzini di porre fine alle sue sofferenze con un colpo di fucile. Sì, a quei tempi usava così! Ma è difficile, non se la sentono e poi Toby, anche se è mezzo paralizzato, sembra ancora in forma. Nel bosco, oltre all’Uomo Capra, trovano anche il cadavere sventrato di una donna di colore e quindi l’atmosfera noir si fa sempre più ombrosa. Tom e Roby si perdono nel bosco, si sentono inseguiti, devono guadare un fiume, attraversare un ponte che sta per crollare mentre trasportano il cane con una carriola e un fucile. C’è da dire che il padre è anche il barbiere del paese, un noto antirazzista che non sopporta il clima texano dell’epoca. Quando viene a sapere del cadavere decide quindi di indagare.

Sì, tutto questo in sole 40 delle 310 pagine di In fondo alla palude di Joe R. Lansadale. E naturalmente non mi dilungo sulla strabiliante capacità di entrare nei particolari, nel descrivere il bosco, nel descrivere l’atmosfera del paesino texano, con il negozio di barbiere e i vari avventori che si fermano per passare il tempo, Senza contare i ragionamenti lucidi di Roby che cerca di tranquillizzare la sorellina, nonostante sia terrorizzato dalla presenza dell’Uomo Capra. Ritrovo Twain con i suoi intramontabili Tom Sawier e Huckleberry Finn, ma anche sfumature di Steinbeck quando racconta dei felici ubriaconi di Pian della Tortilla.

Poi leggo il risvolto e scopro che Joe R. Lansdale, è un pezzo grosso della narrativa americana che mi era proprio sfuggito, autore di noir, horror e western, venti romanzi e duecento racconti. Con questo libro ha vinto il premio Edgar, ma si è aggiudicato anche l’American Mistery Award e il Bram Stoker Award per ben sei volte. Ma il fatto più intrigante lo scopro su wikipedia dove leggo della sua smisurata passione per i fumetti, i b-movie e la letteratura pulp, un retroterra che si nota piacevolmente in queste 40 pagine appena lette. Non male e, in effetti, se prosegue così anche per le prossime 250, potrebbe ambire all’Olimpo de* mie* autor* preferiti.

E poi, ovvio, al cane non gli sparano! Lo riportano a casa e anche il padre deve convenire che, in effetti, riesce a muovere la coda e, un pochino, anche le zampe, quindi forse potrà riprendersi. Ovvio perché, in caso contrario, il libro l’avrei abbandonato dopo neppure dieci pagine!

In fondo alla palude di Joe R. Lansadle Fanucci Editore Pag 310 Euro 13

4 pensieri riguardo “LA RECENSIONE ANTICIPATA”

  1. Grazie e benvenuto anche a te ! Questo tipo di suggerimenti è gradito assai.
    Sono sempre alla ricerca di qualcosa di valido da leggere anche se poi mi trovo puntualmente ad avere più libri che tempo per leggerli (non perchè sia particolarmente indaffarato bensì perchè ho l’abitudine di leggere principalmente a letto la sera e sistematicamente crollo dopo tre o quattro pagine con il libro – o il kindle a seconda dei casi – spiaccicato in faccia).

    Questa cosa dell’ Uomo Capra non mi è assolutamente nuova, devo solo ricordare in quale recondito cassetto della mente l’ho riposta dopo averne letto. Ma ne ho letto. Mi suona un po’ Lovecraftiana, ma forse mi sbaglio.

    1. Chi lo sa? Non ne ho idea! L’autore però rende così bene l’atmosfera…tra credenza popolare e realtà vista con gli occhi dei due bambini… e poi c’è tutta la faccenda thriller noir introdotta con donna ammazzata, quindi potrebbe anche essere un serial killer… Senza dimenticare che siamo negli anni trenta, in Texas!

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