Lo temevo da tempo.
Una terribile premonizione anticipata per altro da un mio amico Bangladesh, ingegnere informatico, che ripara i cellulari : “Guarda che hai il telefonino in scadenza! Abbiamo il laboratorio pieno di cellulari come il tuo, a cui è scaduto il chip! Fatti un backup!!! “.
Non parliamo di obsolescenza, quella che colpisce ogni tecnologia quando esce quella successiva e superiore.
Qui si tratta di macchine scientemente programmate per “morire” di colpo ad una scadenza prefissata dal costruttore.
Il mio cellulare andava benissimo, efficenza pura, nonostante un lustro abbondante di vita.
E … puf … spento forever, morto, defunto,
con tutte le mie app dentro, la mia rubrica, la mia agenda giornaliera e tutti gli appunti che credevo vitali.
Perché poi, come si sopravvive alla morte delle persone care, anche questa, che credevo la peggiore delle sventure, sta diventando una cretinata di nessun valore, col passare delle ore.
Perché fateci caso, la nostra memoria, in ogni forma, quindi anche quella all’interno di schede e apparecchi digitali, oltre che quella interna cerebrale, stanno facendo in modo di cancellarla, resettarla.
Ci devono portare ad un ricordo labile, ad un passato opaco, ad una identità incerta.
Quindi il cellulare che si sbianchetta tutto o si suicida da solo, è soltanto un altro modo di negarci la storia, di impedirci il confronto con ieri.
Un nuovo sistema con cui ci priveranno di immagini, scritti, sensazioni e appunti che ritenevamo importanti.
Prima su carta restavano, oggi invece trasferiti in byte, compaiono e spariscono quando vogliono gli altri.
E così da lunedì pomeriggio sono “Out” o come si dice oggi, non sono più in linea, in un castigo mediatico, accontentandomi di “galleggiare”, con un Wiko, un trabiccolo francese dotato di Android preistorico e memoria zero.
Fino a quando ?
Lo sa soltanto il magazziniere di Unieuro al quale ho affidato la mia resurrezione digitale.
Grande Baglio ! Alla fine ce l’hai fatta… Grazie !
Parliamo di obsolescenza programmata ? Sfondi una porta aperta, anzi una porta che non c’è.
Notazione tecnico-empirica proveniente da esperienza personale.
Nel campo dei telefoni, non è necessariamente un problema “hardware”. La morte del dispositivo è codificata nel suo sistema operativo.
Esempio pratico: nel 2013 ho acquistato un Samsung Galaxy Note 3. All’ epoca era il “top di gamma” della casa coreana e ciò era evidente.
Aveva una cosa bellissima (che infatti oggi non si trova più), cioè la batteria sostituibile dall’ utente: bastava aprire la cover posteriore e la batteria veniva via a mano, senza dover dissaldare o scardinare niente.
Già quello ha fatto si che sopravvivesse oltre i canonici due anni (durata media di vita di un accumulatore agli ioni di litio). Mi è bastato comprare su Amazon una batteria compatibile ogni due anni, roba da 30 euro.
La svolta è stata però quando ho deciso (per motivi oscuri che non starò a raccontare) di sostituire il “firmware” del telefono con un procedimento abbastanza tortuoso e di incerto successo. Se mi si fosse inchiodato il PC per un qualsiasi motivo mentre caricavo via USB il nuovo software “modificato” avrei probabilmente dovuto buttare il telefono.
Ma è andata bene. Ho di fatto “scollegato” il telefono da ogni riferimento alla casa madre: niente aggiornamenti a sorpresa, totale controllo del sistema operativo. Bene, il telefono in questione (con le sue ottime caratteristiche hardware, competitivo ancora oggi in termini di processore e memoria) mi ha servito allegramente fino ad un anno fa. Quasi 10 anni di vita utile, cosa che per uno smartphone è fantascienza.
Unica cosa che mi ha fatto capitolare, è che lo sviluppatore della “ROM” modificata ha smesso di lavorarci su, e quindi non ho più potuto aggiornare la versione di Android e molte delle app che mi sono indispensabili si rifiutano ormai di girare.
Ma il telefono in se’ è ancora una bomba. Lo conservo a futura memoria.
Il passaggio a nuovo dispositivo è stato agevolato di molto dal fatto che, in spregio di ogni prudenza ed ogni preoccupazione sulla privacy, avevo da tempo provveduto ad aprirmi a tutte le possibilità dell’ account Google comunque indispensabile per il funzionamento di un telefono Android: Tutto il contenuto del telefono (app, impostazioni, password, email, immagini e soprattutto rubrica contatti) era già nel “cloud” collegato al mio account Google. E’ bastato inserire utente e password sul nuovo cellulare, stare lì ad aspettare un’ oretta buona collegato ad un wifi decente, e ho ritrovato tutto come se niente fosse.
Questo porta ad altre considerazioni, tipo: tutta la mia vita “elettronica”, i miei documenti archiviati, le mie note, dipende tutto da Google. Se vanno a zampe all’ aria loro, quella roba me la scordo. Un tempo me ne sarei preoccupato, per ora sono giunto alla conclusione che la vita è breve, ci spero ma non credo che camperò più della grande “G”, e comunque alla fine sti cazzi. 😉
…toc toc, driiing, bang bang, fufu’ ?
Azz, se mi cerchi allora valgo !! 😆
Eccomi qua, con 8 punti di sutura in + !! Facendo legna ( un mese e + fa’) tagliato misono con il machete … 6 ore in P.S. , 2 punti al flessore indice sinistro e 6 per ricucire lo “squarcio” esterno. Il tutto in diagonale sulla nocca… na figata !!!
Ho tolto il tutor in alluminio 2 giorni fa ed eccomi qua a fare fisioterapia sulla tastiera
…hai sentito parlare (o in rete) di un paio di smanettoni argentini che indagano su una serie di indirizzi mac sconosciuti , rilevati in un cimitero fuori buenos aries … ??
Ascolta Kermit , io pubblicherei un po di roba ma me sa tanto che il pubblico poi potrebbe spaventarsi … Per dirla + educatamente e per esperienza personale, i temi seri da affrontare esistono (anche se sanno di fantascienza) , ma ci vuole anche il pubblico adatto (e possibilmente non zombato) ,senno’ la polemica ed altro sono sempre dietro l’angolo… 🙄
Adesso che ci penso un postetto facile facile da sottoporre “c’ellho” !!
p.s. 1-non vorrei in nessun modo compromettere tutto il tuo impegno speso sulla “rianimazione” di FDP
p.s.2- …il 17 sett. mi tocca un’altra udienza a Roma; stavolta pero’ cerchiamo di incontrarci…eccheccazzo!!
Interrompo il silenzio stampa solo per te. Che cazzo, era ora! Mi stavo preoccupando…. bella botta, ma quindi ce l’hai ancora tutte le dita, si? Vai tranquillo. Tu scrivi. Chi vuole legge, chi non vuole no. Qui non si è mai trattenuto nessuno e ci mancherebbe, se no non sarebbe FdP. E se polemica deve essere polemica sia!
A settembre se sono ancora in questo corpo ci si vede senz’altro! Ti pare che mi perdo l’occasione?
Diventa interessante la cosa. Io non mi spavento
“dipende tutto da Google”
Purtroppo e per fortuna. Ci sono dei pro e dei contro.
L’obsolescenza controllata me la spiegò nel 1980 il mio compagno di banco di 2a media: “mio padre costruisce cinturini per orologi, se non si rompessero mai la nostra attività nel giro di 5 anni chiuderebbe per sempre”.
Una risposta degna di un ingegnere informatico. Io invece sono una pippona col terrore smisurato di perdermi tutto. Password, appunti, pensieri, foto e quant’altro. Il Grande G ormai ci tiene per le p….. e credo che a brevissimo ci presentino un conto molto salato. Della serie o così o Pomí.
Riflettevo tempo fa sul fatto che mi porto appresso da decenni uno scatolone di fotografie, più o meno imbustate ed ordinate, ma comunque uno scatolone. Le più vecchie ritraggono i miei nonni (sia materni che paterni) da giovani, quindi datano ai primi decenni del ‘900) poi avanti nel tempo, fino a circa metà anni ’90. Poi più nulla. Nello stesso scatolone ci sono dei CD-ROM dove in epoca recente avevo trasferito per “sicurezza” tutte le foto digitali scattate con fotocamere e telefoni vari. Tempo fa, per curiosità, dopo aver rimediato un computer con lettore CD (ormai difficile), ne ho tirato fuori uno per vedere cosa c’era. Ho scoperto che la metà dei CD con le foto erano illeggibili.
Deduco che se oggi posso ancora vedere immagini come questa:
(il secondo bambino da destra è mio padre)
Oppure come questa:
(il nonno materno di mia moglie)
Ma col cazzo che rivedrò le foto di quel viaggio a Barcellona del 2005 tranne quelle che ho fatto stampare…
E’ perchè in certi campi crediamo di essere andati avanti, e invece purtroppo no.
Fanno le cose che devono rompersi entro il….come le scadenze alimentari. Così noi spendiamo per…
Il bello delle scadenze alimentari è che sono anche fasulle.
Mangio e bevo sistematicamente roba “scaduta” da anni e sono ancora vivo. Per me finchè non vedo la muffa è buono. E a volte la muffa si può anche levare e sotto è ancora OK. 🙂
Verissimo, mio marito lavora nel settore alimentare e mi ha spiegato come funziona…
Ecco una delle mie epopee nel mondo dell’elettronica incarnata!…
Ieri ho acquistato un rasoio multifunzione per tagliarmi i capelli (perché non posso spendere 20 euri se a meno trovo uno di questi attrezzi che lo usi chissà quante volte). Ma mi hanno rifilato uno di quei cosi che ci mette un sacco di tempo per caricarsi, e che comunque si carica dalla base. In parole povere uno di quei cosi con una batteria interna che piano piano diventerà sempre meno efficiente, e alla fine dovrai buttare tutto il rasoio solo perché la batteria non funziona più. Roba che si sarebbe tranquillamente potuta evitare se semplicemente il coso avesse avuto un cavo collegato alla presa di corrente. Poi parlano di ecologia quando fanno cose che le dovrai per forza buttare…
Il cambio di cellulare a me porta sempre panico, per discorso app/password, etc. Lì dentro, volente o nolente, ci sono dati importanti e sensibile, Spid, Banca, etc. Mi segno sempre tutto, ma poi non è mai – almeno per me – una passeggiata.