E’ di nuovo venerdi e fa di nuovo caldo (non che avesse smesso, “è il tempo suo“): discettare sterilmente di politica non mi passa manco per il cazzo. Mi lancio quindi in un altro dei miei arditi quesiti generali, non prima ovviamente di aver cantato la mia “canzone”. Attenderò poi le vostre…
Al solito, contestualizziamo: è una cosa che mi rimase impressa, parliamo di un po’ meno di vent’ anni fa (a occhio 2003-2004). Una delle più grandi tempeste di merda stava per abbattersi su di me, qualcosa avevo intuito ma ancora stavo relativamente tranquillo. Un mio Cliente dell’ epoca, col quale ero entrato in relativa confidenza pur non condividendone stile di vita e idee, mentre ci prendevamo uno dei tanti caffè al bar, di punto in bianco mi chiese: “Alberto, ma tu ce l’hai un sogno ? Un traguardo, una cosa da raggiungere” ?
Immediatamente scattarono nella mia testa i soliti due interruttori: il primo, con un tempo di intervento di circa 10ms (dispositivo di sicurezza denominato “fatti i cazzi tuoi™ “) fece in modo che i miei occhi incrociassero i suoi e ci si fissassero. L’ automatismo del sistema “fatti i cazzi tuoi™ ” operò anche sulla parte superiore del corpo e quindi lentamente tirai fuori il pacchetto, da questo estrassi una sigaretta, battei i filtro sul vetro dell’ orologio, la accesi e diedi la prima boccata tirando poi il fumo verso l’alto. Questa sequenza programmata diede al cervello il tempo di completare senza errori la procedura innescata dal secondo interruttore (sistema “pensa prima di parlare™ “).
Sorrisi in modo sornione e risposi: “Si, ce l’ho. Sogno che nessuno mi rompa i coglioni, ho un progetto e ci lavoro già da un po’ “.
Lui sorrise a sua volta e mi disse: “Bello. E’ un bel sogno. Permettimi di dirti però che ti sei scelto una cosa davvero difficile. Ti auguro comunque di riuscirci“. Aveva una quindicina d’anni più di me e capii dallo sguardo che le sue non erano parole buttate a casaccio. Non so quale fosse il suo di sogno e non so se abbia mai raggiunto i suoi obiettivi, però sapeva di cosa parlavo. Sicuro.
Ancora oggi, se qualcuno mi facesse la stessa domanda, la risposta rimarrebbe quella. E ancora oggi sono convinto che il buon Robertino (così si chiamava ironicamente il Cliente, che faceva 160Kg su 1 metro e 90 circa) la sapesse lunga. E’ dura. Molto. Ci lavoro ininterrottamente in maniera cosciente dal 1996 (forse inconsapevolmente anche da molto prima), ho dovuto fare rinunce e sacrifici che pochi capirebbero, ho raccolto alcuni frutti collaterali ed ho avuto i miei vantaggi, ma è ancora tutto un “work in progress”. L’ obiettivo non è raggiunto.
Si, me la sono scelta difficile.
Bene, se volete, la palla è vostra. Non serve nemmeno il sistema di protezione, c’è tutto il tempo per pensarci e rispondere, nel caso. Qual’è (sempre se è lecito parlarne) il vostro obiettivo finale, quello che guida le vostre scelte ?
Che nessuno mi rompa i coglioni è perfetto già così, cosa ci vuoi aggiungere?
Aggiungere niente, per me basta e avanza… 😉 Ma quello è il mio, magari fra voi c’è qualcuno più assennato o più realista di me.
Beh, non sappiamo esattamente quale sia il tuo sogno e se è o meno assentato. Non rottura di palle a parte.
Io posso dire che adesso come adesso mi basterebbe. Pace e tranquillità, un tetto e qualcosa da mangiare.
Orcamiseria, mi sa che ho cappellato qualcosa nel post.
Specifico: il mio sogno è quello e rimane quello, la risposta che diedi a Robertino 20 anni fa è ancora valida. Ci lavoro, ma ancora non raggiungo l’obiettivo… 😉
Ok ok, che nessuno ti rompa, siamo d’accordo. “Ho un progetto” hai detto. Quello non è chiaro 😁
Siccome son curioso e domandare è lecito e rispondere è cortesia… 😎
Come esattamente vuoi non farti rompere i suddetti?
Pardon, letto adesso, ero nel mio vuoto cosmico da weekend…
Eeehhh… questa è lunga e laboriosa, non basta un commento, ci vuole un post. 😉 E rischia di essere uno di quelli tediosi, ma arriva, arriva… 😀
Io vorrei non sognare quando dormo.
Quello si sapeva già… 😉
E pure tu non ti sei scelta un obiettivo facile. Finchè non riuscirai a dormire di un sonno naturale, non chimicamente indotto e abbastanza profondo, i sogni (o meglio il ricordo dei sogni) saranno inevitabili.
Scusa se mi faccio i cazzi tuoi, ma hai mai tentato la via dell’ ipnosi ? A prescindere dal sonno, dico. Come terapia.
Sì, ho provato una volta con l’ipnosi, ma per me è molto pericolosa perché ho rischiato di non tornare.
E non è facile trovare un professionista che sappia fare bene questa terapia.
Il mio progetto era diventare scrittrice professionista, ma non mi sono impegnata abbastanza, perché non sono mai riuscita ad andare a bussare a certe porte.
Si può diventare scrittori professionisti senza essere politici, presentatori, showman, giornalisti, calciatori e compagnia cantante? Oggigiorno mi sa di no…
Eh, temo anch’io che sia così…
Scrivo come se fossimo in un salotto per i cazzi nostri, ma in fondo qua è un po’ così… è la seconda volta questa settimana che per diversi motivi mi viene in mente il nostro Quarc (nel senso di Quarchedundepegi). E’ persona che conosco solo “virtualmente”, ma abbastanza bene da sentirmi di consigliarti di contattarlo, se vuoi. In fondo non siete nemmeno fisicamente tanto distanti.
Quanto alla professione di scrittrice, le porte “girano”: quelle che ieri ti facevano giustamente ribrezzo, magari oggi hanno un’ altra faccia. In più la tecnologia aiuta e i tempi cambiano. Non guardare indietro, e non mollare.
Posso aggiungere, come corollario, il “caveat” che mi diede in seguito un mio Amico fraterno in merito a questa cosa. Mi disse che per me sarebbe stato impossibile realizzare il sogno di non farmi rompere i coglioni, a causa di un mio semplice lato caratteriale. Io ho l’ abitudine innata di non andare mai a romperli al prossimo e lui mi fece notare che se non “attacchi” mai e ti chiudi in difesa, diventi sistematicamente il bersaglio dei rompicoglioni. Ed è vero.
Infatti i periodi più “tranquilli” della mia vita sinora sono arrivati dopo quelle rarissime occasioni nelle quali ho smosso le acque intorno a me.
…confermo pienamente quanto l’amico ti suggerì.
Io l’ho imparata diversamente : nel senso che, è vero che la miglior difesa è l’attacco (…anche se non si può vivere constantemente in mod. attacco), ma è pur sempre vero che la modalità intermedia è l’ideale nella vita quotidiana,
Insomma; “l’equilibrio” è il risultato di 2 oscillazioni opposte
P.S. ma un sogno – alieno, no ?? 🙂
Il mio progetto, a cui sto lavorando da una vita con scarsi risultati, è in qualche modo affine al tuo: vorrei imparare a dire un bel no. Chiaro e tondo, NO, non se ne parla, non me ne frega niente, arrangiati. Invece da sempre, per un’arcana maledizione scagliata da qualche strega alla mia nascita, non riesco a dire di no quando mi si chiede aiuto, quando vedo qualcuno in difficoltà. Avrei preferito pungermi un dito con un arcolaio e sprofondare in un sonno di cent’anni, invece sono condannata ad essere quella a cui tutti, amici, parenti, vicini di casa, colleghi, chiedono SEMPRE aiuto. E siccome sanno che non so dire di no, e che mi faccio carico dei loro problemi, ovviamente c’è la fila fuori dalla porta. Devo solo mettere l’aggeggio per prendere il numerino…
E’ un tema ricorrente… ne parlammo almeno in altri due post.
Sarebbe opportuno che ti dotassi di un po’ di qualcosa che evidentemente non possiedi: egoismo. Un sano egoismo. Non è bello, mi rendo conto, ma talvolta è necessario. Le nostre risorse non sono infinite: se le utilizziamo per gli altri (cosa lodevole) rischiamo di rimanere senza quando servono a noi. Un modo per autoconvincersi è ragionare concretamente su una cosa semplice: “se non sto bene io, non sono in grado di aiutare gli altri. Quindi la mia priorità in ogni aspetto della vita sono io e nessun altro”.
Un po’ semplicistico, lo so, ma è un primo passo.
Ci sto lavorando. Spero di arrivarci prima della pensione
Allora hai tutto il tempo… 😀
Ma perchè, si può ancora andare in pensione ?
Io mio sogno: serenità ovunque! Bello neh?
E chi sei, Miss Italia ? 😀 😀
Top !
Ho esagerato eh? Hai ragggione
Diciamo che so esattamente di cosa non ho più voglia di fare. Delirio per esempio dopo 38 anni non ne posso più.
Quello che posso dire che ogni tanto la vita di da delle belle sorprese inaspettate e ti torna la voglia di vivere.
“Diciamo che so esattamente di cosa non ho più voglia di fare.”
…che già di per se è un buon inizio 🙂
“il vostro obiettivo finale”
domanda complicata, con mille sfaccettature.
obiettivo finale è quello di fare sempre il proprio dovere, costruirmi un futuro accettabile economicamente, non avere rotture di palle, fare in modo che i familiari stiano sempre bene, portare avanti il lavoro senza esserne succube. Non saprei.
Vivere in una specie di mini fattoria con nessuno intorno, a parte la mia compagna 😉