QUANDO REALIZZI CHE…

Potevo arrivarci anche prima, però caso ha voluto che un mio interrogativo ancestrale trovasse risposta proprio oggi, mentre pensavo ai cazzi miei durante un piacevole spostamento in automobile.

Mi sono sempre chiesto, dai tempi della scuola, a cosa cazzo servisse la “spiegazione” o meglio l’ interpretazione dei classici. Dalla poesia ad opere come la Divina Commedia (con quella mi ci hanno fatto due palle tante, quindi me la ricordo bene). Nel senso che l’ insegnante di turno, leggendo l’ opera, ad ogni passo si fermava e declamava: “Qui l’ Autore vuole dire“, “Qui l’ Autore intende“, “Questo è un evidente richiamo a“, “Qui emerge tutto il sentimento dell’ Autore che sta in effetti parlando di“… e compagnia bella, sapete di cosa sto parlando.

Il bello è che (manteniamo come esempio la “Commedia”) queste interpretazioni (non intendo la “traduzione” in prosa, dico proprio gli “spiegoni”) erano in qualche modo standard. Le trovavi uguali sui Bignami, sui Simone, sugli appunti fotocopiati che giravano… e dovevano essere quelle e basta. Se interrogato, dovevi ripetere quella e solo quella interpretazione. Ovviamente, chi si era preparato prima alzava la manina e tutto contento recitava la sua “interpretazione” a pappardella con immediato plauso dell’ insegnante. (In queste situazioni, in genere, dal mio penultimo banco defilato mi astenevo da ogni commento e pensavo amabilmente ai cazzi miei, il più delle volte giocando con uno “Schiacciapenseri Polistil” opportunamente modificato per eliminare l’audio)

Ho sempre pensato di saper leggere, scrivere e soprattutto “capire”. La Maestra con cui ho fatto più anni di elementari consecutivi, mai abbastanza ringraziata per tutto quello che mi ha dato (Anzi, Maestra Maria D’Agata, se è ancora fra noi la ringrazio e voglio che sappia che la venero come una dea) trovò il modo di far pubblicare un mio tema relativo alla vicenda di Aldo Moro su un giornale a tiratura nazionale. Mi sembra che il marito fosse all’ epoca caporedattore de Il Messaggero. Il tema non uscì con il mio nome, si limitarono ad un generico “Alunno della Scuola Elementare C. Ferrini – Roma”. Questo avvenne perchè avevo letto tanto, avevo scritto bene e soprattutto avevo “capito”, anche più di quanto mi fosse dato capire, perchè come già detto in quella vicenda ero coinvolto.

Questa piccola autosviolinata per dire che, la maggior parte delle volte che sentivo “interpretazioni” dello scritto di Dante, vendute un tanto al chilo, pensavo: “ma che cazzo state a dì” ? E subito appresso: “e soprattutto, perchè” ?

Bene, la risposta è arrivata oggi. Mi “allietavo” il tragitto ascoltando la radio e caso ha voluto che la puntata odierna di “Uno, Nessuno e Centomilan” su Radio24 con Alessandro Milan e Leonardo Manera cadesse in concomitanza col discorsone di Draghi al Senato. Ovviamente, in diretta, conduttore e ospiti illustri si sperticavano a dare le loro interpretazioni delle parole del primo ministro (demmerda). Sono tornato indietro all’ istante di 40 anni: mi sono ritrovato, invece che al volante della mia vettura, seduto al penultimo banco a dire “ma che cazzo state a dì” ? E anche: “ma li mortacci sua e vostri“. E poi, riportato repentinamente al presente dalla tromba di un pullman di linea che mi faceva gentilmente notare che non ero a scuola ma sulla corsia di sorpasso a 90 all’ ora, ho finalmente capito. Ecco a cosa serve quell’ allenamento: a diventare politici e giornalisti. A usare le parole degli altri per dire quello che ti fa comodo. E a far vedere quanto sei bravo e quanto sei leccaculo.

Ringraziando mentalmente il fato per questa illuminazione, ho poi ripreso il controllo totale della situazione: due rapidi “clic” sul tasto SOURCE hanno sostituito la trasmissione radio con un CD dei Creedence Clearwater Revival, la rotella del volume è passata da “ascolto leggero” a “fai saltare il subwoofer” e ho finalmente affondato sul gas tornando alla velocità giusta per la terza corsia cantando a squaciargola: “Iiii wanna know, have you ever seen the rain” (e alzando la mano in segno di scusa per l’autista del pullman che mi è rapidamente sparito dallo specchietto).

La mia adorata Maestra su una cosa sola si era sbagliata: mi aveva detto “tu da grande farai il giornalista“. Per fortuna non è andata così.

14 pensieri riguardo “QUANDO REALIZZI CHE…”

  1. (con questa mi taglio le palle da solo, lo so… ma la tentazione è forte, visto che l’ho citata)
    Ho fatto una prova al volo col cellulare, la base è troppo alta e la tonalità non è la mia, ma dai, è estate, sputtaniamoci alla grande ! 😀

    1. Onestamente, con quello che mi ha insegnato lei e per come lo ha fatto, ci ho campato di rendita almeno fino in terza media. E ancora oggi credo che se imbrocco i congiuntivi e i condizionali sia solo merito suo.
      In più, era anche una donna molto apprezzabile, ma io ero piccino… 😉

  2. “l’ interpretazione dei classici” serve a stimolare la nostra coscienza critica, e la capacità di analisi di un testo, o di una situazione contingente.
    Se noi “impariamo a memoria” le interpretazioni altrui, facciamo bella figura e prendiamo un buon voto, ma non sviluppiamo la nostra capacità di critica e di analisi. Se viceversa cerchiamo di capire le interpretazioni altrui, e ne sviluppiamo di nostre, allora abbiamo fatto centro.

    1. La storia della coscienza critica mi sposta avanti alle superiori… Ci dissero esattamente che dovevamo sviluppare la nostra coscienza critica… ma poi se qualcuno si azzardava a dare segni di coscienza critica gli facevano un culo come un corbello 😀
      Ah, la scuola italiana…

      1. …questo commento è molto sottile ed è applicabile a tutte le scuole del nuovo monto ( il Western World) grazie a l’ UNESCO, che gestisce tutto il “contenuto” che ci hanno/viene somministrato …

  3. L’allenamento sin da ragazzini a dover sempre ingoiare la “versione ufficiale”, serve a far accettare supinamente solo la “interpretazione”, unica e giusta, e a sopprimere le tue capacità intellettuali, a cominciare dal sapere osservare la realtà e dall’interpretarla. Gli ultimi due anni e mezzo di frodemia ne sono il corollario.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...