ACHTUNG, VIRUS !!

No, non è un post a sfondo “pandemico”, tranquilli. Per quelli mi sono ripromesso di resistere fino a dopo l’estate, tanto lo so che ricominceranno a rompere il cazzo e mi toccherà imbestialirmi di nuovo (peraltro già da adesso preannuncio che a seconda dell’ intensità del martellamento di palle potrebbero riapparire i miei famigerati bestemmioni a catena).

Parlo di “virus informatici“, che poi è la stessa pappa, infatti viene usata e trattata allo stesso modo: “paurapaura, tremate, cacatevi addosso, disastri all’ orizzonte, ma tranquilli abbiamo la soluzione e costa pure poco. Proteggete voi e gli altri con questo magnifico rimedio“.

Ringrazio la nostra Evaporata per avermi involontariamente offerto l’assist con una porzione del suo articolo, quella che parlava appunto dell’ aumento del costo di un noto antivirale informatico.

Inizio con un’ affermazione “sconvolgente”: gli antivirus non servono a un cazzo. Un po’ come i “vaccini” coviddi (anche se in verità almeno gli antivirus li aggiornano, mentre i “vaccini” covid sono ancora fermi alla prima versione).

Penso che comunque qui siamo tutti più o meno abbastanza smaliziati da saperlo già, ma nel caso qualcuno si ponesse il problema, cerco di dare qualche informazione.

Innanzitutto, cos’è esattamente un virus informatico ?

Di base, è una cosa che agisce sul nostro computer senza il nostro permesso e senza la nostra consapevolezza. Piccoli programmini (spesso poche righe di codice) che vengono da noi lanciati senza saperlo e che hanno un loro “scopo”.

I primi virus in effetti non avevano altro obiettivo che quello di diffondersi. Nati ben prima dell’ utilizzo globale di Internet, si annidavano in settori riservati dei cari vecchi “floppy disk” (unico mezzo all’ epoca di passare dati, programmi ed informazioni fra due macchine diverse) e si sparpagliavano in giro proprio grazie agli scambi di dischetti fra utenti: il virus veniva applicato per esempio ad una traccia del floppy di un gioco, qualcuno si faceva prestare il dischetto per copiarsi il gioco, il virus si spostava dal floppy alla memoria del computer e da lì, se era bravo, andava a duplicarsi su ogni dischetto passasse per il drive di quel PC.

Non facevano danni, in effetti: erano per lo più “prove di abilità” dei programmatori dell’ epoca (quelli che poi divennero “hackers”) e portavano al loro interno la firma dei creatori. Si divertivano a lanciarli in giro e vedere quanto e quanto in fretta riuscivano a moltiplicarsi. Un po’ come fare un segno su una banconota e vedere se prima o poi ci torna in mano, con in più la capacità del segno di riprodursi su ogni banconota venga in contatto con la prima.

Poi qualcuno disse: si, tutto bello, ma come possiamo guadagnarci qualche soldo ?

In fondo, una volta che il mondo ha capito che sei un bravo programmatore, non è che ti passa lo stipendio o ti alza il fatturato. Ti dice “bravo“, al limite “vieni a lavorare per noi“, ma poi finisce lì. Nun ce se magna.

Nacquero così gli “antivirus”.

Ma prima, era necessario che i virus si “vedessero” e soprattutto che facessero qualche danno, altrimenti chi sarebbe stato disposto a pagare per un software che ti proteggeva da qualcosa di innocuo ? (Mi viene un’ altra analogia coi “vaccini”, ma lascio perdere per amor di quiete).

Si cominciò così a fare in modo che la gente si pentisse di aver preso un virus. Bastava aggiungere qualche riga e il piccolo programmino rognoso poteva facilmente bloccarti il computer, farti apparire a video messaggi tipo “Ciao, hai preso un virus, adesso sono cazzi tuoi“, oppure cancellarti qualche file a caso dal disco rigido, fino magari a farti sparire il settore di avvio e rendere inservibile il PC fino ad intervento di un tecnico.

Una volta scatenato e diffuso il “panico da virus”, fu un gioco da ragazzi produrre e cominciare a vendere programmi che promettevano di intercettare questo codice maligno e proteggerci dalle teribbbbili conseguenze. Non a caso, se andiamo indietro nel tempo, quasi tutti i creatori di antivirus sono vecchi “geek” che nella loro gioventù fra uno schiacciamento di brufolo e un hamburger con patatine si divertivano a programmare virus sempre più evoluti.

Fin qui, dovrebbe essere chiaro il legame fra virus e antivirus. E già dovrebbe bastare per mandare serenamente a cagare i vari signori Norton e simili.

Quello che dobbiamo considerare a questo punto è: che danno mi fa un virus a me, se me lo becco sul computer ? E qui la risposta è soggettiva. In linea generale, il danno più comune è il rallentamento o il blocco dell’ operatività. Se parliamo di lavoro può essere un problema, sul PC di casa un po’ meno. L’ unica cosa “preoccupante” davvero è al limite l’effetto dell’ ultima generazione di virus: i cosiddetti “ransomware” che sono in grado di codificare e rendere inservibili in brevissimo tempo tutti i documenti ed i file personali contenuti su un hard disk. Una volta lanciati, questi simpaticoni ti criptano tutto il contenuto del disco con una codifica sofisticata e “fortissima” e poi ti informano che se vuoi riavere i tuoi dati devi mandare una certa somma in bitcoin o altre criptovalute per ricevere la “chiave” che ti permetterà di rivedere i cazzi tuoi. Ricordo che un virus del genere fu molto utile ad una società mia cliente che aveva tutta la contabilità (sia quella regolare che quella no) su un server che fu misteriosamente bersaglio di un virus “ransomware” proprio il giorno che gli capitò fra capo e collo un’ ispezione in sede della Guardia di Finanza. Che culo, eh ?

Ma noi utenti, nel nostro piccolo, di cosa ci preoccupiamo ?

E poi, tornando all’ assunto iniziale, tranquilli: se esiste un virus che può farci un danno vero, questo sarà sicuramente più furbo di qualsiasi antivirus abbiamo installato. E’ per quello che fa danno.

Oggi come oggi, un programma antivirus (anche se gratuito) è solo un ingombrante ospite sul nostro PC: occupa spazio, memoria, risorse di sistema; si fa i cazzi nostri ad altissimi livelli perchè si intromette in ogni singolo processo e in definitiva non fa che ridurre le prestazioni del nostro computer per non darci un cazzo in cambio (come già detto, i veri virus se ne sbattono degli antivirus).

Tutto ciò premesso, vi invito a disinstallare e togliervi definitivamente dalle palle qualsiasi antivirus abbiate installato. Poche semplici regole di prudenza funzioneranno molto meglio e faranno respirare il vostro computer. Per gli utenti Windows, se proprio avete l’ansia, basta e avanza la caratteristica integrata nel sistema operativo (dalla versione 8 in avanti), che si chiama Windows Defender ed è facilmente attivabile dal pannello di controllo. Credo ci sia qualcosa di simile anche su MacOS e sui vari derivati Linux.

Tutto il resto è merda. E se costa pure, è merda a maggior ragione.

Ve lo dice uno che per anni è stato distributore ufficiale di uno dei più noti antivirus a pagamento, e che da questo ha guadagnato la sua bella fetta di ricavi: Non è che posso mettermi a restituire i soldi delle licenze, ma cerco di sdebitarmi così.

Non so se vi ho detto qualcosa di nuovo , se vi ho annoiato o se non ve ne frega proprio un cazzo, quindi mi fermo qui. Però resto a disposizione, se a qualcuno interessa (basta scriverlo nei commenti) per le suddette norme di prudenza e per ogni altro consiglio correlato. Gratis, e senza rubare “tempo macchina”ai vostri amati computer.

28 pensieri riguardo “ACHTUNG, VIRUS !!”

  1. (…oh; l’ho dichiarato stamani che mi voglio divertì, quindi…)

    🙄 Tutto quì ? IOOO sapevo già tutto !! 😛 Famo a botte !!

    Illustrissimi infuga, ora Vi spiego IOOO, come stanno veramente le cose. Dunque, sarò brevissimo (basta il pippone di Al).
    Tutta la struttura “internettiana” è disegnata in modo esponenziale; che si traduce in: infinita. Gli A.V. su microsoft servono pocopocoquasimeno, ma su i servers, quelli stracazzuti che gestiscono le dorsali della rete ed altri, e che di solito usano OS, lì si che servono protocolli di difesa ‘spaziali’, sennò andremmo in rete a singhiozzo…..
    Mi corregga se, errato ho

      1. Se serve fai un fischio, posso essere utile in tutti e due i casi.
        😀 😀 😀 😀
        (scherzo, eh ? Mai sopprimerei una vita umana per denaro. Però se mi stesse tanto tanto sul cazzo chissà)

      2. Se è per questo, io confesso che ho anche pensato di sopprimere una vita umana gratis… in modo reiterato, pure, ma poi mi sono ricreduta, più per il fatto che un conto è pensarlo e un conto è metterlo in pratica in modo tale da non incorrere in problemi con la giustizia di sistema; nessun problema di coscienza, quindi. Io sono certa che se il gioco vale la candela, potrei fare sta cosa serenamente, quindi se tu avessi un problema di tal genere e ti fai scrupoli di coscienza, contattami pure, che ci penso io. Se ne vale davvero la pena, lo faccio anche gratis. Il mio anime preferito è Death Note. Mi piacerebbe un sacco avere quel quadernetto. Detto questo, io ho il Kasperski… me lo hanno installato quando ho portato il vecchio portatile ad aggiornare. Non so se funziona davvero, ma non mi sembra che mi rallenti nulla, per ora, quindi non mi infastidisce. Ma dopo quello che mi hai detto, col piffero che rinnovo.

      3. Azz. Prendo nota, se serve chiamo. 😉
        Per l’ antivirus, già che è gratis stiamo un passo avanti. Poi se non noti rallentamenti o altre cose fastidiose non darti pena. La prima legge dell’ informatica (mia) recita: “Si cammina, nun je cacà er cazzo” (trad: “Se funziona, non lo toccare”).

    1. Errato non hai, nulla da correggere e ci mancherebbe, vecchio volpone !
      Semmai da integrare.
      Ai server stracazzuti i “virusi” gli fanno un baffo con lo stantuffo, fondamentalmente perchè nessuno (quasi, forse) è così scemo da usarli per andare in giro ad aprire mail e visitare siti dove si beccano “quei” virus. Il problema dei server stracazzuti sono gli attacchi “mirati”, quelli cioè dove qualcuno punta proprio “quel” server e cerca di guadagnarsi l’accesso per fare i suoi porci comodi oppure molto più semplicemente per “buttarlo giù” bloccando di fatto intere porzioni di Internet. Ma comunque ci sono sempre i server di backup, quelli “ridondanti”, diciamo che è tutto molto difficile da violare. Difficile, ma non impossibile visto che ogni tanto qualcuno sistematicamente ci riesce.
      Nel caso, sempre errore umano è. Tipo impostare la password di Root a “pippoplutopaperino”.
      Poi ho un aneddoto su questa cosa, ma me lo tengo per dopo…

      1. …nooooooo dai, i virus con lo stantuffo !! .Quelli si che so’ cattivi.
        ..altro che integrare, da completare proprio , direi !. Però, dai, era per far bella figura anche io …. ha ha ha

    1. Se proprio serve, almeno lavora “in sintonia” con Windows e sa stare al suo posto, facendone parte.
      Ma puoi comunque fare a meno anche di quello. Poche sono le cose cui stare attenti, cerco di fare un mini vademecum (per quanto i miei testi e la parola “mini” siano incompatibili) in un commento qua sotto…

  2. Distinguerei il caso “personale”, da quello “aziendale”.
    Noi in azienda abbiamo una infrastruttura molto articolata, con firewall, NAS, antispam, etc etc e antivirus che devono assolutamente garantire l’incolumità dei dati, anche dai ransom.

    1. Certo che si. Parlo più che altro delle macchine personali. In azienda sono fondamentalmente cazzi dell’ IT manager, che comunque è ben pagato quindi se li può anche accollare.
      Rimane anche lì il fatto che in ogni caso manca un’ educazione informatica adeguata, anche e soprattutto nelle aziende. Se tutti sapessero come comportarsi, partendo dal computer di casa loro, nelle aziende ci sarebbe molto meno bisogno di smazzarsi appresso ad attrezzature e software complessi e costosi.
      Finchè sarà necessario impazzirsi con i blocchi in uscita per evitare che l’ impiegato lanci un virus sulla rete aziendale gironzolando per siti ambigui oppure aprendo un allegato oscuro dalla sua webmail personale, non ci sarà mai una rete “sicura”.
      So per certo che quegli episodi (di cui uno recente) nei quali per esempio la nostra mai troppo vituperata agenziadellentrate (loro) ha lamentato “attacchi hacker” di hackeraggio non avevano proprio niente. Almeno in un caso è stato proprio uno dall’ interno, probabilmente uno con privilegi amministrativi magari in smart working da casetta sua, a spalancare le porte della rete. Volontariamente o no, non mi è dato sapere. Ma se lo beccano gli fanno un culo così.

      1. “manca un’ educazione informatica adeguata”
        Esattamente. Lo vedo nei miei colleghi: l’ignoranza informatica di base è ABISSALE.

      2. Quello che mi preoccupa sono i ggiòvani.
        Vedo ragazzi dai 16 ai 18 anni che volano sulla tastiera e ti gestiscono 10 profili su 10 social diversi come se stessero bevendo un’ aranciata, ma poi se un giorno non gli parte il computer vanno in palla totale.
        Tutto reso troppo facile, troppo user-friendly, si crea una falsa sicurezza che poi fa i danni.
        D’ altronde si sapeva, in un mondo di “ingegneri informatici” che non sanno nemmeno cos’è un indirizzo IP, non potevamo aspettarci di meglio. Anche perchè sono loro che dovrebbero insegnare, figurati.

  3. Allora, breve compendio di consigli pratici per qualcuno probabilmente superflui, ma da che ci siamo…

    Premessa (senza premesse sarei un uomo finito): i virus non entrano mai da soli. Come per i vampiri, loro stanno lì fuori ma siamo noi che dobbiamo invitarli ad entrare, se no restano fuori. Un virus, dunque è un programma, un eseguibile, magari camuffato da qualcos’ altro ma è sempre una cosa che va “scaricata” e lanciata, anche se si crede di star aprendo un’ immagine. Con i computer lenti di una volta c’era il temp odi farsi venire il dubbio e bloccare tutto, mentre adesso è un attimo.

    La via preferenziale per l’ accesso rimane sempre (ancora per poco) la posta elettronica. Se utilizzate una webmail (tipo GMail o altri, insomma roba che si apre dal browser e non da un client installato sul PC) siete già mezzi “al sicuro”. I server che gestiscono le webmail sono in genere abbastanza “scafati” da riconoscere le email dal contenuto sospetto o con allegati pericolosi e di solito almeno vi avvertono. Chi ha la mail su Aruba (magari su un suo dominio) ha la possibilità di attivare il controllo antivirus e antispam a livello server (mi pare costi un paio di euri in più all’ anno): l’ antivirus funziona, l’antispam un po’ meno ma sti cazzi.
    COMUNQUE, in generale occhio alla posta. C’è sempre il modo di sapere se un messaggio contiene un allegato e in quel caso bisogna contare fino a venti prima di aprirlo qualsiasi cosa sia. In primo luogo guardate il mittente: se non lo conoscete o nel testo del messaggio si parla di qualcosa che non capite e che non vi dice un cazzo, clic al volo su “ELIMINA” ancor prima di vedere l’anteprima. Capita però che alcuni di questi messaggi siano ingannevoli: se per esempio un vostro conoscente si è beccato un virus, una delle cose che succedono è che il virus stesso si autoinvia a tutti gli indirizzi che il vostro amico ha in rubrica. Quindi a voi arriva una mail da lui, voi vi sentite tranquilli (lo conosco) e aprite. Magari il testo non vi dice un granchè, pensate che sia impazzito e via che cliccate sul link o aprite l’allegato. NO, NO, NO.
    Contare fino a venti anche qui. Oggi è più facile che ci sia un link, se cliccate ci sono due possibilità: o era solo spam pubblicitario e finite su un sito che vende viagra oppure è davvero una campagna di virus. In quel caso probabilmente finirete su un sito che restituisce una pagina d’errore o cose senza senso, ma nel frattempo il vostro browser ha cominciato a scaricare un qualcosa che (se le impostazioni di sicurezza sono a livello basso) potrebbe anche partire da se’ e fregarvi.
    Comunque, OCCHIO ALLE EMAIL. Ancora parte quasi tutto da lì.
    Nel dubbio, contattate il mittente e chiedete se davvero vi ha scritto lui, ma astenetevi dall’ aprire qualsiasi allegato di cui non siate sicuri al 1000 per 1000 riguardo provenienza e legittimità.
    I link, poi, lasciateli proprio perdere.

    Altra cosa un po’ in disuso ma ancora valida è lo scambio di dati o documenti tramite chiavette USB. Se su un computer c’è un virus “residente”, questo monitora costantemente tutte le unità esterne che vengono inserite. Appena uno ci butta dentro una chiavetta USB per copiarci dei files, nel 99% dei casi insieme ai files ci si mette anche una bella copietta del virus stesso: appena spostate la chiavetta sul vostro PC siete fatti. Se bisogna passarci qualcosa a questo punto è preferibile l’ email (previo accordo). Se è tanta roba sempre meglio usare il “cloud” (Google Drive, per esempio, che come GMail si protegge da se’) o altri servizi simili, spesso gratuiti. In ambito aziendale, usare sempre le apposite “cartelle condivise” o i NAS che stanno lì apposta e che se avete un IT manager un minimo cazzuto saranno comunque protetti.
    Se usate la chiavetta per trasferire cose dal PC di casa a quello del lavoro, lasciate perdere e usate il cloud anche qui. Il rischio è di creare un casino al lavoro o di creare un casino a casa, o tutti e due. Inoltre avete un cazzetto in meno da portarvi appresso che rischiate pure di perdervelo (con tutto quello che c’è sopra).

    Più complesso è il discorso “navigazione internet”. Difficile beccarsi virus veri e propri, non impossibile ma difficile. In questo caso è più comune l’ intrusione da parte di simil-virus che tendono a modificare le impostazioni del vostro browser per mandarvi dove dicono loro (generalmente siti che vendono viagra o tamponi covid che poi è la stessa cosa). Ve ne accorgete perchè magari cominciano ad aprirsi finestre a cazzo, vi cambia il motore di ricerca predefinito, cose così.
    Capita sempre meno, perchè quasi tutti i browser adesso ci stanno attenti già di loro. Comunque il consiglio è di stare attenti ai siti cui non siete abituati, se vi chiedono più di una volta di cliccare “si” o “accetto” chiudete la finestra e mandateli a cagare senza rimpianti.
    Se poi dovesse succedere comunque il casino, esistono dei programmi che permettono singole scansioni e riparazione dei danni. La maggior parte sono fuffa peggio dei virus, ma ce n’è uno che funziona: si chiama MBAM (MalwareBytes AntiMalware), se servono approfondimenti sono a disposizione.

    Infine ultima cosa che si applica fondamentalmente alla categoria di virus più stronza, cioè i citati “ransomware”. Se mai nonostante tutte le prudenze e gli accorgimenti siete stati così ingenuotti (per non dire stronzi, me lo dico a me per primo perchè una volta ci sono cascato anche io) da aprire quel fottuto allegato e se vi sorge il dubbio abbastanza in fretta (diciamo fra i due e i cinque secondi dal CLIC fatidico), c’è una sola cosa da fare, e da fare immediatamente: STACCATE LA CORRENTE AL PC. Proprio la spina, di brutto. Si deve spegnere SUBITO. Se è un portatile, premete il pulsante d’accensione e tenetelo spinto finchè non si spegne anche l’ultimo led.

    E’ brutto, non si fa, ma in questi casi può funzionare: il ransomware, appena lanciato ha bisogno di un po’ di tempo per capire dove si trova e quanti danni può fare. Un PC velocissimo di ultima generazione ha meno possibilità di “sopravvivere” rispetto ad un vecchio catenaccio tipo quelli che uso io, perchè opera velocemente. Però se abbiamo culo e spegniamo tutto abbastanza in fretta è possibile che non faccia in tempo ad iniziare la sua opera di codifica dei nostri dati. O che almeno si fermi all’ inizio. C’è anche il rischio che riparta al prossimo riavvio, quindi in caso è bene farsi dare una mano da qualcuno che sa di che si tratta. Bisogna fisicamente staccare l’ harddisk, spostarlo su una macchina pulita ed “immune” (generalmente PC con sistema Linux) e ripulire tutto prima di rimontarlo al posto suo.

    Per ora credo di aver scassato abbastanza le palle, se mi viene altro, aggiungo se ci sono domande sono a disposizione.

    1. (Voce stridula dal fondo): “Ce l’ho io, ce l’ho io una domanda !! Albè, ma te, nun ciài ‘ncazzo da fà” ?

      (Risposta con voce stentorea): “Si, ma amo condividere la conoscenza, per oggi la piotta (100 Euri n.d.A.) me la sò già messa in tasca, quindi fino a stasera condivido conoscenza, che fa troppo caldo per fare altro. Vabbè” ?

      😀

  4. Una volta uno voleva dei soldi. Ho visto su youtube come fare a sbloccare da remoto ( credo che si dica così) ed ha funzionato.
    Non era un sito porno che però ogni tanto bazzico.

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