POI NON CI LAMENTIAMO, PERO’…

Questo post nasce dall’ incontro di due cose, completamente scollegate fra loro (ma poi alla fine si ricollegano in qualche modo): la prima – non in ordine temporale ma di importanza è la lettura di questo post di Elena Delle Selve, che spiega abbastanza chiaramente la situazione in cui ci troviamo, la seconda è l’ espressione di un fenomeno attuale del quale mi sono trovato mio malgrado e con un certo fastidio ad essere testimone questa mattina.

Il post di Elena vi invito a leggerlo, l’ evento cerco di descriverlo al meglio qui appresso.

Verso una certa ora della mattina i miei Soci ed io “scappiamo” per una ventina di minuti e ce ne andiamo ad un vicino bar con tavolini per farci in pace una seconda colazione rilassata tipo cappuccino e cornetto seduti. Questa mattina al tavolino vicino c’erano una mamma con bambina. Mamma giovane, la bimba avrà avuto 5 anni al massimo, aveva in mano un tablet evidentemente connesso ad Internet e guardava qualcosa col volume abbastanza alto (ma non troppo, non è quello il problema). La mamma dal canto suo non si cagava di striscio la figlia e chiacchierava amabilmente con qualcuno al telefono. Lei si, a volume troppo alto e pure in vivavoce, tanto per far sapere a tutti i cazzi suoi, ma nemmeno questo è il problema, ormai.

Ad un certo punto, dal tablet della bambina si ode fermarsi la musica del video che stava guardando e si sente chiaramente lo “speaker” esclamare: “eccheccazzo” ! Poi riprende la musichetta idiota.

In quel momento la madre si guarda intorno sbigottita (tipo “ommioddio, scusatela“), poi smette di parlare al telefono e si incazza a bestia con la figlia: “ecco ! Spegni quel video ! Hai sentito che brutta parola ? Te l’ho detto mille volte, non voglio che guardi TikTok” !

E la figlia: “ma è uno che fa ridere, non dice davvero, è finto” !

La cosa si è chiusa là, per loro. Si saranno accordate con uno di quei patti taciti che regolano i rapporti quotidiani fra madri e figli, ma per me è cominciata l’ incazzatura multipla su più livelli. E ora ve la spiego.

Come sapete, io non ho figli ed in genere mi astengo dal giudicare chi si trova in una situazione diversa dalla mia, poichè non ho mai vissuto la sua esperienza. Infatti non giudico, mi incazzo e basta. Ci sono in questa piccola “clip” di vita da 15 secondi almeno quattro livelli di errore e non so quale sia peggio:

Primo livello di errore: tu sei in compagnia di tua figlia, probabilmente la persona più cara e preziosa della tua vita, seduta comodamente al tavolo in una mattinata di sole gradevolissima, e invece di parlare o giocare con lei stai al telefono con qualche tua comare. Escluso che si trattasse di una comunicazione importante perchè (grazie al vivavoce) posso giurare che stavano spettegolando riguardo un qualcosa successo il giorno prima.

Secondo livello di errore: lasci in mano a tua figlia (sempre la persona più cara, ecc…) un cazzo di tablet che potrebbe visualizzare qualsiasi cosa giri su Internet e lo fai solo per tenerla buona e/o levartela dalle palle affinchè tu possa spettegolare più comodamente.

Terzo livello di errore: sei perfettamente conscia di quanto al punto precedente, infatti stavi con le orecchie puntate, e hai fatto finta di risentirti solo quando ti sei accorta che quelli che erano intorno hanno notato che dal tablet di merda di tua figlia era uscito un “eccheccazzo“. Come si chiama, perbenismo ? Falso pudore ? Ipocrisia ? Te lo dico io, sei una cogliona, ed anche abbastanza meschina: non è TikTok il problema… il problema sei tu, fosse stato un video di Peppa Pig, o un videogioco, o una chat con le amichette dell’ asilo sarebbe stata la stessa identica cosa, stronza ! Tu stai tenendo buona tua figlia di 5 anni con un cazzo di tablet di merda (scusate la ripetizione, ma era un cazzo di tablet di merda) che a quell’ età non dovrebbe vedere nemmeno in mano a te.

Quarto livello di errore: la bambina ha già chiaro il concetto e non solo si permette di replicare ma ti dice pure che “è uno che fa ridere, è FINTO“. Quindi si apre quel baratro cognitivo, quella disgiunzione, quella cosa per cui il mondo virtuale “è finto”, mica è realtà… anche se nella vita “cazzo” non si dice, nel video si può. Fa ridere. E chi gliel’ avrà raccontata questa cosa ? Se la è inventata lei a 5 anni ? Non credo, cara mamma stronza, non credo. Forse sei stata tu, forse è stato papino, forse tutti e due, magari quel giorno che vi ha beccato su YouPorn. Bravi. Metodo Montessori ?

Io spero che ve ne accorgiate per tempo, e che per tempo riusciate ad interrompere questa cosa, prima che, chissà, le venga in mente di ammazzarsi seguendo un tutorial dopo che è stata “bullizzata” sulla chat di classe, prima che scopriate tutti quanti che tutto è realtà, anche il virtuale.

E che sta a voi indicare ai vostri figli quali sono le realtà “buone” e quali quelle “cattive”.

E che ci sono altri modi di tenerli occupati, se proprio non volete cagarli. Modi meno rischiosi, anche forse più intelligenti.

Sembrerà una cosa da niente, ma io mi ci sono stranito davvero.

39 pensieri riguardo “POI NON CI LAMENTIAMO, PERO’…”

  1. lo sapevo lo sapevo evo evo sapevo l’ho !! Eccheccazzo, ma ma se se mi togli la visualità in questo modo, io ti querelo… Non ‘vabbene’…. Ok 1 a 0 , palla al centro..

    1. …yes, come i Police 😛

      puoi vedere dalla tua bacheca lo scarto di tempo di pubblicazione dei 2 post ? sono curioso….

      1. Il tuo sette minuti prima del mio.
        Lavorando con una sola finestra aperta non ho visto che avevi pubblicato se non dopo aver pubblicato io… se no avrei aspettato. Devo fare più attenzione… 😉

  2. Azzo, 7′ è poco scarto; bello
    Io, ad 1 finestra mi perdo; troppi avanti ed indietro… La doppia o tripla scheda mi facilita il lavoro e mantiene aggiornato un pò tutto.
    p.s. non lo fare +, mi raccomando. E la cosa vale x tutti gli autori…

    1. Torno indietro invece di andare avanti, troppa tecnologia…

      (segue noiosissimo “amarcord” tecnico) 😉

      Nel lontano 1993, quando Windows era ancora alla versione 3.11 (e faceva cagare) e il MacOS era fruibile solo da miliardari (e faceva cagare lo stesso), io scrivevo codice e mi dilettavo in rendering 3D su un Amiga 4000/040 che grazie all’ AmigaOS mi faceva lavorare con due monitor e su ciascuno potevo avere non solo finestre multiple, ma anche interi schermi virtuali. A risoluzioni diverse. Allora ero capace di tenerli a bada, oggi una scheda di Chrome basta a catalizzare tutta la mia (poca) attenzione.

      Comunque non lo faccio più. Promesso. 😉

      1. …in inglese, fra amici , o comunque con persone in confidenza si usa dire” Don’t be sorry, bee carefull ” ha ha ha

      2. si, adesso che l hai menzionato mi è tornato in mente; ci vuole poco capire che provengono dalla stessa fonte filosofica

      1. L’ overposting… 😉
        Nel senso di pubblicare articoli troppo a ridosso di quelli di un altro Autore (cosa che ovviamente può accadere solo su Blog come questo, dove gli Autori sono tanti).

        In questo caso, io ho postato praticamente subito dopo Lezzy, perchè non mi sono accorto che aveva appena pubblicato lui.

        In linea generale non è una buona pratica, perchè rischia di togliere attenzione ad entrambi i post. In linea generale.

        Però mi permetto di aggiungere che se succede qui non casca il mondo. Anche perchè è un evento raro per definizione e soprattutto perchè questo è il posto più “senza regole” che conosca, ed è bene che ci rimanga.

        (a proposito, lo dico sempre e non lo faccio mai, devo lanciare un post collaborativo per stilare le “non-regole” del “non-regolamento” di FugaDaPolis… quei minchioni dei 5Stelle hanno fatto fortuna con un “non-statuto”, e noi mica saremo da meno… 😀

      2. Io non prenderei esempio da quei minchioni, Albert… manco per ste cose, guarda. 😀 Che poi finiamo male… perché quelli, te lo dico, finiscono malissimo fra un po’.

      3. Adesso ho capito cosa non devo fare… la vedo dura, perché io quando mi parte l’embolo, scrivo e pubblico… son mica capace di regolarmi… ma ci provo, giuro!! Ma poi, non so come si fa a vedere chi ha scritto quando, mi sa.

  3. Dunque, leggo e rileggo con attenzione; non posso dirti null’altro se non che sottoscrivo tutto, ma proprio tutto quello che hai detto, perché non son cose minime, queste!! Questa è la realtà delirante che milioni di persone stanno vivendo e stanno facendo vivere ai loro figli!! Io conosco gente che pur di togliersi i figli di torno sborsano centinaia di euro al mese per mandarli ovunque, purché possano andarci da soli, con persone pagate per tenerli per tutte le ore che non passano a scuola. Ma io mi dico: ma se non li volevi i figli, ma perché cazzo li hai fatti?!! E con la scusa che devono lavorare, non li vedono manco a cena, spesso. Conosco gente che pur di levarseli di mezzo fanno debiti e con la scusa dei debiti, lavorano il doppio e non sto scherzando; questa cosa me l’hanno confessata a quattr’occhi!!! Sono delle merde? Per me sì. Non vanno giudicati? me ne frego!! Un figlio che sa di essere “non voluto” fa una vita di merda e poi non ci stupiamo delle cifre spaventose in merito ai dati di suicidi giovanili!! Sta cosa non mi stancherò mai di dirla! invece di educarli a suon di regaloni megagalattici e un permissivismo che rasenta l’idiozia, se li hanno fatti, che si prendano la responsabilità di dedicarci il tempo dovuto, di dare loro le attenzioni affettive necessarie per creargli una personalità forte ed equilibrata e che la smettano di fare gli eterni adolescenti!! Chi vuole fare figli prima di essere diventato adulto (e parlo di 40enni che sono più infantili dei loro figli di 11 anni), dovrebbe essere messo nelle condizioni di non creare sofferenza a chi suo malgrado deve nascere. Detto questo, poi conosco anche gente che capisce, che sa vedere e che è matura abbastanza per proibire il telefonino ai figli finché non hanno compiuto il 13mo anno di età. Ma sono pochi. Troppo pochi!!!!!

      1. Ma grazie a te, SuperBarbone ! 😀
        Oh, fra te e Lezzy mi avete fatto venire voglia di farmi ricrescere i capelli oltre ogni limite consentito… se solo riuscissi a superare l’ostacolo della “mezza lunghezza” (il punto dove mi diventano ingestibili) quasi quasi…

      2. Il bello è che dopo quella foto li ho tagliati. Ma stanno ricrescendo, piano piano. Mi sono ripromesso di non tagliarli più. E comunque le volte che li ho tagliati si contano sulle dita di una… ok, due mani.

    1. Io mi rendo conto che è difficile e che a volte si cercano delle “scorciatoie” per alleggerirsi la vita, e non voglio fare ne’ il “vecchio” ne’ quello che dice “si stava meglio quando si stava peggio”.
      Però c’è un limite a tutto, e qui vedo che viene superato costantemente. Mi è capitato di vedere bambini nei passeggini, che magari ancora non parlavano, con in mano qualche aggeggio tecnologico tipo telefono o tablet. Questo è troppo. Dagli un cazzo di ciuccio, un sonaglino, le bolle di sapone, un pupazzetto… se no tanto vale che gli lasci nella carrozzina una pistola carica e armata, magari ci fa qualcosa di buono.

      1. Quando onnipotente ci chiese la sceneggiatura per il film, io èa questo che ho pensato; questi bambini cresceranno e non lasceranno impunito chi li ha ridotti come delle larve!! La ruota gira, gira e prima o poi, in base a cosa hai seminato, o ti mette sotto o ti porta un po’ più lontano. Se questi diventano dei serial killer, io non saprei a chi dare più responsabilità; se a loro o a chi li ha cresciuti nella più totale indifferenza e stupidità.

      2. A proposito… avevo lasciato aperta la questione dell’ arma ideale per le varie stragi di cui al tuo suggerimento. Dopo lungo esame trovo più adatto un fucile d’assalto che poi è l’evoluzione del Kalashnikov che tutti conosciamo. Si tratta dell’ AK-103, che eredita dal “nonno” AK-47 il meccanismo generale, ma che non soffre dei difetti cronici del medesimo. Un po’ meno “iconico”, ma decisamente più funzionale.

    2. Questo, mi era sfuggito (il commento).

      è vero, troppo poche , sembra che il buon senso e la logica siano facoltà limitate fra gli esseri umani… Proprio non ci arrivano.
      Sai che ti dico ? Ma tu non vieni mai su Islabonita? 😎

      1. L’unica Isla bonita che conosco un po’ è la Sicilia… e quella che cantava madonna negli anni 80. E no, io non mi stacco dalle spesse cortecce di larice da anni, un po’ come i licheni, che rimangono dove nascono, fino alla fine. UN tempo viaggiavo (si fa per dire… visti i mezzi che avevo), poi ho smesso.. non mi ricordo perché. Adesso non ci penso più… alle isle bonite.

    1. E’ un punto di non ritorno. Anche perchè è proprio una generazione intera col cervello fottuto. So che è un discorso da “vecchio”, che tutti hanno già fatto prima, ma per come stanno le cose mi tocca rivalutare anche i discorsi di mio nonno. Una cosa è il progresso, altro è il rincoglionimento generale (anche questa è da “vecchio”, vabbè).

      1. Non sono particolarmente incline ad accollarmi i cosiddetti “doveri sociali”, ma credo che da oggi in poi certe cose non mi limiterò ad osservarle: sono uno che si fa i cazzi suoi per definizione, ma a questo punto penso che i tempi siano maturi per cominciare a correggere certi comportamenti quando mi capitano a tiro. Mi prenderanno per matto, ma il prossimo bambino “digitale” che becco lo trascino in una sfida a “nomi cose e città”. Tanto adesso sono in assetto lavorativo, carta e penna ce l’ho sempre appresso… 🙂

  4. Condivido tutto quello che hai detto, e purtroppo si vedeno sempre più spesso bambini tenuti buoni con tablet a friggersi il cervello, mentre le mamme sorseggiano l’aperitivo con le amiche. Una tristezza infinita

  5. Sono d’accordo, è davvero una tristezza infinita.
    Anche io, Alberto, non ho figli e quando assisto a queste scene perché c’è l’imbarazzo della scelta, ci sto veramente male.
    Per fortuna non tutte le mamme sono uguali!

  6. Ho personalmente sempre pensato che ai figli in età prescolare/scolare non debbano essere lasciati cellulari e tablet, perché è ovvio che diventa il “baby sitter” del figlio, in modo da lasciarlo tranquillo e non ti rompa le scatole.
    A mio avviso è diseducativo al massimo, per molti motivi che non vengo ad elencare.

    Ad un bambino meglio dare in mano un gioco manuale, i lego, un quaderno da colorare od un libretto di fiabe. Ecco.

  7. Scusa se ultimamente compaio poco, sopratutto nei tuoi post. E’ che sono lunghi e puntigliosi e intervenendo mi prenderei un impegno che poi non mi sentirei di portare a termine… 😉

    1. Ma scusa de che ?
      Ci mancherebbe pure, mica è un lavoro: per te come per me e per tutti, l’ intervento è sempre gradito ma mai preteso.
      “E’ FugaDaPolis, bellezza” ! (cit.)

      😀

      1. …ma sulserio ?? Azz, sono passati 11 anni , manco accorto mi sono, mì 😕
        P.S. …tutti che si scusano ; machecazzo, fate atternzione invece di scusarvi, no ? 😛

  8. Mi trovi perfettamente d’accordo Albè: a cinque anni si dovrebbe giocare con le Barbie, andare al parco giochi, giocare insieme agli amichetti dell’asilo e tutte quelle cose che si fanno a quell’età. Avere già per le mani un tablet e per di più senza il controllo di un genitori è altamente sconsigliato. Ormai se ne vedono sempre più di genitori che, per tenere buoni i propri figli, gli piazzano tra le mani uno di questi device e chi s’è visto s’è visto, 🤦‍♀️. Che fine hanno fatto i colori e i fogli di carta su cui disegnare? Perché non aspettare, quando saranno un po’ più cresciuti, a permettere che inizino ad usare questi dispositivi?

    1. Purtroppo perchè è comodo e facile.
      Perchè se non sono già loro a cominciare a chiederlo in tenera età (tipo: “ma a Michele gliel’ hanno comprato”) saremo comunque noi “adulti” già belli rincoglioniti appresso ai nostri, di devices, a utilizzarli come rapida scappatoia dalla fatica di gestire un frugolo che ha tutte le energie del mondo.
      Non è poi solo una cosa di adesso, un tempo si piazzavano i pupi davanti alla TV ed era lo stesso. Ancor prima li si lasciava a qualcuno (pagato o meno a seconda delle disponibilità) e alla fine era lo stesso. In fondo è sempre la vecchia storia della “babysitter”, con la differenza che un tablet ti costa meno, molto meno.
      Quando mia moglie ed io abbiamo concordato (non senza fatica) di rinunciare ad una delle cose più belle – forse la più bella – della vita di una coppia, è stato al termine di un lungo, sofferto e fondamentalmente egoistico percorso mentale: sappiamo entrambi che ci siamo persi una “fetta” di esistenza molto molto grande. Ma la “chimica” che ci tiene uniti non prevedeva questo elemento. Non posso dirlo con certezza, ma temo che se avessimo ignorato i nostri ragionamenti dell’ epoca qualcuno ci avrebbe rimesso e non sarebbe stato giusto.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...