SONO UN LADRO. DI POST.

Stavo lanciandomi in un commento megagalattico sul post di Elena (argomento che a me piace un fracco), ma a questo punto le frego parzialmente la “scena”.

Cercherò di spiegare meglio il mio forte pessimismo riguardo la creazione di un mondo nuovo e migliore con uno dei miei “film”. Mi prendo quindi alcune libertà e faccio degli assunti iniziali.

Immaginiamo dunque che il Mondo come lo conosciamo sparisca dall’ oggi al domani e per comodità supponiamo anche che del vecchio mondo non rimanga nulla ma proprio nulla. Non è una situazione da “sopravvissuti” dove si vive di recupero dei resti della vita precedente, è proprio un mondo pulito (“tabula rasa“) dove a questo punto i pochi esseri umani sparsi qua e là devono ricominciare. E si spera bene.

Partiamo da un singolo essere umano, lo chiameremo “A”.

“A” è di sesso maschile e come tutti i pochi umani sparsi per il mondo detiene comunque le conoscenze di base che un uomo medio può avere oggi. Ci risparmiamo tutta la preistoria, non ci sarà bisogno di scoprire il fuoco, la ruota, ste cose qua. Sanno che esistono, sanno come si fa.

“A” in questo momento è solo. Ha avuto il culo di finire in un posto dal clima temperato, ha a disposizione acqua di fonte a volontà, perfettamente potabile. Riesce a fabbricarsi un riparo, a costruire degli strumenti utili, in qualche modo mette su un bell’ orto e trova in giro le piante che gli servono per mangiare. Ha nella sua memoria le nozioni sufficienti per usare i semi e coltivare le piantine. Inoltre, impara presto a cacciare e riesce anche a mangiare carne. Nel riparo costruisce un focolare, che poi diventa anche un forno, col tempo arriverà il pane e tutto il resto.

“A” è praticamente un dio. Trova anche il modo di scrivere (la sua memoria contiene anche idee su come produrre il “papiro”) e passa il suo tempo libero a mettere su carta la sua conoscenza: come accendere il fuoco, come e quando seminare e raccogliere, come conservare la selvaggina e anche come cucinarla (un ricettario ante litteram), insomma crea un archivio delle sue esperienze. Una cosa preziosissima (come vedremo più avanti) ma la tiene lì nella sua casa, non c’è rischio che qualcuno cerchi di appropriarsene perchè non c’è nessuno oltre lui.

Un bel giorno arriva “B”.

“B” è di sesso femminile, ed è il perfetto complemento per “A”: ha già tutte le sue conoscenze (quindi non ha alcun interesse a sbirciare i suoi “libri”) ed in più ne ha altre che ad “A” mancavano. “B” per esempio conosce le piante medicinali ed è capace di preparare rimedi per quasi tutti i malanni. Inoltre, se “A” già è un bel ragazzo, “B” è proprio bbòna, quindi gira che ti rigira, vuoi o non vuoi la Natura fa il suo corso e “A” e “B” generano “C”. Fiocco azzurro, Auguri ! Più tardi arriverà anche “E”, la sorellina di “C”, ma ci arriviamo dopo. (“Oh, Albè, ti sei scordato una lettera, manca la D” – “Lo so, ho detto dopo, eccheccazzo“).

Passano alcuni anni, A B e C stanno sempre meglio, hanno costruito un piccolo paradiso dove non manca nulla: A e B insegnano a C tutto quello che sanno (compreso leggere e scrivere) e insieme fanno un nucleo perfetto. Non c’è motivo ne’ tempo ne’ modo per fare discussioni, ognuno conosce il suo ruolo e fa la sua parte, tutto è meraviglioso. Per i nostri canoni forse un po’ noioso, ma per i loro meraviglioso.

Poi arriva “D” (“Ecco la D, che vi avevo detto ? Abbiate fede“).

“D” è un altro maschio, giovane e robusto anche lui, gentile nei modi. “D” non ha idea di come si coltivi la terra ed è anzi restio a nutrirsi di vegetali perchè non capendo un cazzo una volta si è quasi ammazzato mangiando bacche velenose. In compenso è un ottimo cacciatore, molto più bravo di “A” (che lo fa solo a tempo perso) e in più ha affinato la tecnica di costruzione degli arnesi e delle armi per la caccia. In poco tempo costruisce degli attrezzi molto più funzionali e robusti per coltivare la terra (cosa per la quale “A” e “B” gli sono molto grati) e procura selvaggina a volontà per tutti. In cambio ha la protezione del riparo e del fuoco offerta da “A” e “B” e soprattutto riesce ad avere una dieta più equilibrata, che a mangiare solo carne dicono non faccia bene.

La Natura, però, ci mette lo zampino e dopo un po’ (tanto per cominciare) “D” inizia a guardare un po’ troppo insistentemente “B”. Questo è solo l’inizio… si intuisce già dove vado a parare ?

Sono passati solo sei anni da questo “nuovo inizio”, abbiamo un paradiso in terra, solo quattro esseri umani, ed è già cominciata la catastrofe.

Tutta la ricchezza che prima non aveva bisogno di essere protetta diventa istantaneamente un problema di cui preoccuparsi. Nasce il sospetto, si crea diffidenza, arrivano gli attriti.

Lo scambio di favori e la collaborazione costruttiva non bastano più a “D”: lui vuole di più, vuole tutto. Il suo piano è semplice: prendere il posto di “A” nel cuore (e non solo nel cuore) di “B” e impadronirsi dei libri di “A” e così della sua conoscenza. Nel migliore dei casi “A” rimarrà a fare il contadino per tutti e “D” sarà il padrone. Nel peggiore, “A” dovrà essere fisicamente eliminato. In effetti va a finire peggio della peggiore ipotesi: “D” fa secco “A” durante una battuta di caccia e “B” (nel frattempo in attesa di “E”) che di aprire il suo cuore (e non solo quello) ad altri non ci pensava manco per il cazzo, fa a sua volta secco “D” con un decotto iperdosato di piante fottutamente velenose.

A questo punto, “B” rimane nel piccolo paradiso con “C” e la piccola “E”.

“C”, cresciuto abbastanza, prende il posto del padre “A” ed insieme tutti e tre vivono al meglio: hanno conservato ed integrato le loro conoscenze, ai libri sull’ agricoltura si sono aggiunti quelli sulla caccia e sulla fabbricazione di arnesi. Adesso sono davvero “ricchi”. Il problema è che adesso lo sanno, e questa ricchezza fa paura. Dopo quello che è successo, a causa dell’ avidità di quel gran figlio di vacca di “D”, non dormono tranquilli: sanno che prima o poi arriveranno “F”, “G”, “H” e magari pure “I”… forse saranno delle opportunità o forse dei rischi. Non possono evitarlo, ma il loro mondo non sarà mai più sereno come prima.

La storia potrebbe continuare e complicarsi ancora, ma mi fermo qui. Spero di aver spiegato le cause del mio pessimismo riguardo la creazione di nuovi mondi. La natura umana purtroppo ha al suo interno dei semi malati: è solo una questione di tempo, ma prima o poi germogliano e fanno casino.

Ah, e non mi sono inventato un cazzo, eh ? Prima di me queste cose le hanno notate in tanti: vi dice niente la storia di Adamo ed Eva e quel cazzo di serpente ? Oppure Caino e Abele (tanto per restare sul sacro) o ancora – in campo laico – Romolo e Remo ?

Siamo fatti così, e la condizione in cui viviamo oggi è frutto di questo. Possiamo ripartire da zero quanto vogliamo, ma a meno di rinunciare alla nostra natura e tornare ad essere dei veri animali (loro non fanno nulla di tutto ciò), andremo sempre a finire in questo modo.

17 pensieri riguardo “SONO UN LADRO. DI POST.”

  1. Lezzy e qualcun altro direbbe che “Le sacre scritture e la Storia, non sono proprio come ce le hanno raccontate”! 😀 😀 Ma mi son divertita un sacco, che mi pareva di vedere l’ennesima puntata di Beautiful, ma in versione Robinson Crusoe. Bene, tu parli di natura umana e su quanto dici, ancora una volta non ho nulla da eccepire, salvo che nei secoli, qualcosa è migliorato. E mi spiego: un tempo si dirimevano le controversie con la clava, poi si è passati alle armi di bronzo e alle armi di ferro e acciaio. Nell’essere eccessivamente violenta l’umanità si è evoluta nel metodo che usa per ammazzarsi vicendevolmente. Oggi si va di armi automatiche e missilistica varia. Questo è un esempio di evoluzione tecnologica. La tecnica va a braccetto con l’evoluzione degli armamenti; si può dire che sono sorelle. C’è stata però anche un’altra evoluzione di cui nessuno parla più, quasi non fosse importante. E infatti tu non l’hai quasi menzionata. Parlo dell’evoluzione dell’essere umano nel senso più profondo e spirituale. Pensa ai miti greci, all’arte antica alla quale anche nel Rinascimento i grandi dovevano guardare per evolvere. Inizialmente dai dipinti rupestri si è passati alle statuine in pietra e legno, per finire con la lavorazione dei metalli, dei tessuti; tutta roba buona che necessitava anche della tecnica, no? IN questo caso l’hanno saputa usare bene, i nostri avi. Poi si è arrivati al Rinascimento e la pittura da Bizantina è diventata Giottesca e poi via, via sempre più immensa, fino a toccare vette fino a pochi secoli prima inimmaginabili; ti ricordo il Bernini, Michelangelo, Caravaggio, Raffaello, solo per citare i più gettonati. Anche qui ci è voluta molta tecnica, utilizzata in modo mirabile, se non sbaglio. Per non parlare dell’architettura, a partire dalle chiese romaniche fino alle cattedrali gotiche e via via fino allo splendore dell’eccesso barocco e via dicendo. Tutta roba che è nata da un fulcro filosofico e il connubbio fra tecnica e filosofia ha creato meraviglie; e questo lo hanno fatto esseri umani, non extraterrestri. Ecco, lo vedi? Nella tua storia queste cose non le hai citate e se posso permettermi, mi azzardo a dirti il perché; non le hai menzionate, perché nella tua storia c’è esattamente quello che raccontano oggi ai bambini nelle scuole… solo quello. E agli adulti? Idem. Nessuno parla delle magnificenze che ha creato la specie umana, perché se la specie umana ne prende coscienza, è facile che la smette di farsi manipolare e di sentirsi pura cacca da latrina. Perché se ci guardiamo ben, bene dentro, tutti, o quasi, è questo che pensiamo della nostra specie di appartenenza. Lo pensiamo perché ci hanno disabituati a vedere il meglio che possiamo essere e se non lo vediamo più, non lo possiamo più produrre e diventiamo il peggio che “loro” vogliono che noi siamo. Noi, stando a quello che sento per la maggiore, siamo l’immagine che altri hanno fatto di noi, ovvero delle merde egoiste e violente, spaventate di perdere potere e privilegi. Fine. Eppure, l’essere umano sa essere ben altro!! E lo ha dimostrato nei secoli, a più riprese creando meraviglie e immensità che nessun’altra specie ha mai saputo nemmeno concepire. Il punto è che noi siamo quello che pensiamo di essere. E se io abituo le masse a pensarsi come delle merde, allora quelle masse diventeranno delle merde. Ma se io faccio vedere alle masse le potenzialità immense in termini di creazione di Bellezza, Armonia, Equilibrio, Stabilità e ordine, allora le masse diverranno questo Bellezza, Armonia, Stabilità e ordine. Ogni singolo individuo sa e può essere ANCHE questo. Ovviamente la parte di ombra in ognuno di noi rimane; non va e non può essere rinnegata. Noi siamo anche il bruto con la clava, ma se ci abituiamo ad essere solo quello, senza equilibrarlo con ben altro che si sappia elevare, allora il tuo racconto non fa una piega. Ma possiamo scegliere. Ed è questo tipo di lavoro che va fatto, ora; ognuno per se, vigilando sui propri pensieri, sulle proprie propensioni catastrofiste e sostituendole con qualcosa di meglio, che di materiale meraviglioso è pieno il mondo, basta che ognuno spegnesse il televisore e si leggesse un classico. E se ognuno riesce a fare questo, allora salverà innanzitutto se stesso e poi tutti gli altri. E le storie esemplificative saranno ben altro, rispetto a una violenta faida fra cavernicoli che si contendono una donna.

    1. Diciamo che il punto focale sta nella necessità urgentissima di spostare il focus dalla critica e lamentela rabbiosa a una visione immaginativa costruttiva. Urge imparare a scrivere di nuovo la letterina a Babbo Natale, tanto per riprendere dimestichezza con la capacità di desiderare qualcosa di bello. Che nessuno lo sa più fare, mi sa. E ti dirò di più: molti hanno paura di desiderare qualcosa di meglio, perché temono la delusione. E’ sempre con la paura di qualcosa che ci facciamo fregare.

  2. Sì diciamo che ho dovuto leggere due volte per non perdermi….. Sono un tantino lenta😄

  3. A Roma, per intendere che una persona è un osso duro, uno che sa quello che fa, uno che ottiene quel che vuole e che non è mai da sottovalutare nemmeno per sbaglio, si dice che è “un cazzo p’ er culo”.
    Non ti offenderai quindi dopo tale premessa se dico che tu sei un cazzo p’ er culo, e di quelli grossi.
    Nell’ accezione più positiva e con un vero senso di ammirazione (e non lo dico per piaggeria): tu stessa hai detto che qui c’è gente sveglia, e i simili si riconoscono al volo.
    Ho capito ciò che intendi, dammi solo il tempo di elaborare e ti assicuro che questa cosa avrà un seguito. Dico per me, ma anche per chiunque abbia avuto la pazienza e la costanza di seguirla fino a questo punto. Perchè è interessante davvero e merita attenzione.
    Ancora una volta, mi sento obbligato a ringraziare la Rete per aver dato a tutti noi la possibilità di entrare in contatto. Come per ogni cosa al mondo, Internet ha un lato positivo ed uno negativo: questi scambi di idee secondo me rappresentano quello positivo. E quello negativo si fotta.

    1. ❤❤ ❤ se la gente si sveglia e impara a usare questo mezzo portentoso, con tutte le potenzialità che ha a favore di qualcosa di degno, tu non sai cosa si potrebbe fare!! Non hai idea! (o forse ce l’hai) Altro che Rinascimento!! Qui si potrebbe ridare lustro a un’Umano immenso! E non sto scherzando. ❤ Ognuno lavori su di se per il bene suo e di tutti. Tutti per uno e uno per tutti. 😀 😀 😀

      1. Anni che ci lavoro… conosci un altro Blog come questo sulla rete ? 😉
        Lo faccio anche nella “vita reale”, ed è grazie a questo che ancora ho voglia di alzarmi la mattina. Se no che cazzo campo a fare ?

        Bene, per ora vi saluto, ho una mega insalata di fagioli che mi aspetta e tanto tanto sonno, ma domani è un altro giorno (cit.)

  4. “Siamo fatti così”
    Lo penso anch’io.
    Da quando esiste l’umanità, esistono lotte fratricide e guerre per motivi di possesso. Da sempre.
    Inestirpabile.

  5. Non esistono prove certe circa il grado di distruttività della presenza umana sul pianeta. Quel che è certo (solo un idiota negherebbe questo assunto) è che in QUESTO mondo l’essere umano non può che sputtanare sempre tutto. Sì, ma per l’appunto in QUESTO mondo, in questa società ormai deviata.
    La domanda è: può esistere un contesto in cui l’essere umano possa vivere felice coi suoi simili senza mandare tutto a scatafascio? Secondo me, sì. E te lo provo portando per esempio un pezzetto del tuo brano: se due, tre persone, ovvero un nucleo familiare, possono essere felici e agire in maniera giusta, allora teoricamente lo possono fare anche tutti gli altri esseri umani. Il nodo è sempre quello: eliminare dal gioco coloro che si comportano male (ancor meglio le cause che originano quei comportamenti).
    Detto questo, stiamo qui parlando di un argomento altamente dibattuto, in filosofia e non, e potenzialmente infinito da dibattere… Ho espresso il mio punto di vista e non credo mi ci dilungherò ulteriormente…

    1. …non lo so come si potrebbe eliminare dal gioco chi fa integralmente parte del gioco. È questo punto che mi sfugge. Oggi li si rinchiude, ma non mi pare funzioni. Anche perché spesso dentro ci finisce gente che ha fatto poco o niente, mentre in giro ci sono i peggiori mafiosi, tanto che proprio i peggiori vengono delegati per ruoli di potere che condizionano la vita al resto del mondo. Mi sa che se è vero che se ne parla, non lo si fa abbastanza. Davvero è un argomento largamente dibattuto? Io non ne sento parlare da nessuno in realtà. IN termini di soluzioni concrete, intendo. Forse in passato, qualcuno ci ha scritto qualcosa (Dei delitti e delle pene di Dalla Porta, ad esempio), ma oggi, beh… non mi pare che se ne parli poi molto.

      1. …Infatti il problema è che la Società, leggi i politici, li rimettono in circolazione, quelli che non dovrebbero più starci. Facile capire perché: anche loro (i politici) sono corrotti. Difatti il loro reale scopo è quello di favorire il più possibile il caos, così che la gente gridi: ci vogliono più poliziotti! più politica! più istituzioni!, quando invece il problema sono loro. L’ho detto tante volte e continuerò a dirlo.

      2. Hm, sì, tu ed altri lo dite… ma il punto è che si parla sempre di “loro”… e “noi”? Cioè, io parlo per me e mi chiedo spesso che cosa posso fare io per non accodarmi al gruppo che “lascia fare”, che “delega”, che si “allinea”… perché alla fin fine, se “loro” sono dove sono è perché “noi” lo abbiamo permesso. E’ il solito discorso che si fa sempre, ma penso sia l’unico che ha una logica, anche se è scomodo. La responsabilità del singolo, di molti singoli, in tutto questo è pesante. Quello che intendo dire è che se “noi” cominciamo a spostare l’attenzione su noi stessi, sulle “nostre” responsabilità e non più sulle loro, forse, forse ne veniamo fuori. E’ una questione di prospettiva. Parto da me per capire come posso cambiare ciò che là fuori non mi piace. Perché se parto da “loro”, ho già perso in partenza. Collettivamente, ogni singolo, è forse su questo che deve lavorare, anche se fanno di tutto per distrarci da questo, anche se fanno di tutto per evitare che ci focalizziamo su questo, in mille modi, con mille distrazioni. Rimanere centrati su se stessi è la soluzione. Se così non fosse, non si affannerebbero a proporci continui motivi di distrazione.

  6. Il problema di fondo è che abbiamo difficoltà ad “immaginare”.
    Anche quando lo facciamo, è la nostra stessa immaginazione a partire col piede sbagliato, perchè è comunque condizionata. Dalla nostra vita, dalla nostra formazione qualunque essa sia stata, dalla società stessa in cui viviamo.
    La tua, Elena, è una sfida difficile. Per tutti, credo anche per te.
    Non dico con questo che sia una cosa impossibile, ma è necessario uno sforzo enorme.
    Si può fare, ma tocca farsi un culo come una capanna. Poco ma sicuro.

    1. …si può fare, con un po’ di allenamento, ci si riesce. Esistono tecniche apposite, esiste la letteratura, la Poesia, la pittura… si può fare, se si sa che va fatto. E a me di far fatica non mi spiace, che son nata in montagna e la fatica è pane quotidiano e porta a grandi soddisfazioni.

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