CONTANTI. (SALUTI).

Il “pippone” di questo venerdì verte come promesso ieri sulla storia del limite alle transazioni in contanti. Già il fatto che sia un “argomento” fa abbastanza ridere, aggiungiamo che con tutti i cazzi che ci sono da fare il neo-governo abbia pensato di trattarlo così presto, la cosa è quasi comica ma vabbè.

Il post è una “raccolta di pensieri sparsi”, scrivo di getto quindi mi scuserete se salto un po’ qua un po’ là, ma ho davvero voglia di parlarne e poco tempo per farlo. Quindi vado, a cazzo ma vado. Avverto inoltre che è un vero “pippone” e che in certi punti per seguirlo (calcoli e voli pindarici vari) ci vorrà parecchia attenzione ed altrettanta pazienza. Quindi se non avete tempo lasciate pure perdere, non mi offendo.

La prima cosa che mi viene in mente è una riflessione rapida: vero che si tratta di realtà economiche, politiche e sociali abbastanza diverse fra loro, ma sempre di Europa di tratta, però pensavo che in Germania non esiste limite ai pagamenti “cash”, mentre in Grecia esiste ed è fissato all’ importo ridicolo di 500 Euro. Già questo dovrebbe far pensare un pochino: Germania… Grecia… notate differenze ? La Germania controlla economicamente la UE, la Grecia sta con le pezze al culo. Un caso ? Chissà.

Poi, sul discorso del “nero”. Se è indiscutibile come sottolinea il nostro Andrea che esistono studi approfonditi sulla correlazione fra circolazione dei contanti ed economia sommersa, esistono anche (seppur in misura inferiore) studi che affermano il contrario. A parte tutto, secondo me non contano un cazzo ne’ gli uni ne’ gli altri. A mio modo di vedere, il “nero” non si combatte limitando gli importi pagabili in contanti. E la cosa è evidente. Spiego perchè. Una transazione in “nero” è per definizione uno scambio non tracciabile del quale lo stato non sa e non saprà mai nulla. Cioè, non è che se ti vendo una cosa in nero ti faccio lo scontrino o la fattura. Io ti dò la cosa e tu mi dai i dindi. Punto. Che cosa ci frega del limite ai contanti ?

Anche nelle attività commerciali più “regolari” e “trasparenti”, una quota di nero c’è sempre, e sempre ci sarà, limiti o no: Prendiamo un negozio di vestiti ad esempio. Per semplicità partiamo da zero. C’è da riempire gli scaffali e le vetrine, si va da un grossista e si ordina di tutto un po’. Arriva il corriere e scarica scatoloni di roba che andiamo a sistemare. Il grossista ha fatturato tutto, noi abbiamo pagato con un bel bonifico o con un assegno (vatti a fidare). Abbiamo 100.000 Euro al valore d’acquisto di merce in negozio. Mettiamo i nostri cartellini coi prezzi (vista la merceologia, diciamo un ricarico del 50%) e quindi avremo un valore alla vendita di 150.000 Euro. OK. Contemporanemente, o dal grossista stesso, oppure dal grossista cinese ci prendiamo anche un 30.000 euri di roba assortita che andiamo a pagare invece in contanti (ai cinesi piacciono da morire, i contanti) e ovviamente senza nessuna fattura. Quindi nessuno sa un cazzo di questa “aggiunta”. Questi bei 30.000 euro di camicette e pantaloni li prezziamo sempre con lo stesso ricarico e li mischiamo a quello che abbiamo in negozio. Quindi vanno ad aggiungersi al nostro potenziale di vendita altri 45.000 Euro (30.000 + 15.000 di ricarico). Seguito fin qui ? Bene.

Sempre semplificando, per stare in pace col fisco a fine anno dovremo solo dimostrare di aver venduto ad un prezzo ragionevole quello che avevamo comprato con fattura all’ inizio, diciamo che dovremo aver fatto scontrini per 120.000 Euro (un prezzo di vendita medio ragionevole, tenuto conto anche delle varie “crisi”, dei “saldi” e altri cazzi) così da avere un utile di 20.000 Euri (i 120.000 scontrinati meno i 100.000 pagati per la merce) sul quale poi andremo tranquillamente a pagare tasse per circa 10.000 Euro. Abbiamo lavorato un anno per guadagnare 10.000 Euro, ma vabbè, questa è un’ altra storia.

Ma invece noi in negozio abbiamo merce per un costo di 130.000 (100.000 fatturati e 30.000 comprati in “nero”) ed il ricarico effettivo è sempre del 50% (non del 20%) quindi venduto tutto incasseremo 195.000 Euro (130.000 + il 50%): per fare ciò, avremo “scontrinato” per 120.000 e incassato in “nero totale” per altri 75.000 puliti puliti che sommati ai 10.000 di guadagno netto sull’ utile dichiarato di 20.000 fanno 85.000 Euri tondi tondi che per un anno di lavoro cominciano ad essere accettabili. In tutto questo giro, cosa cambia se c’è un limite ai contanti e che ci frega a quanto è fissato ?

Questo sistema ha diversi “portati”: c’è innanzitutto il problema che secondo la contabilità “ufficiale” del negozio, l’anno dopo potranno esserci in cassa al massimo 10.000 Euro (gli incassi dell’ anno precedente tolte le tasse, salvo finanziamenti esterni comunque da spiegare). Quindi in teoria non potremmo rifare un ordine al grossista per altri 100.000: il fisco ci chiederebbe subito “dove cazzo li avete presi i soldi” ? Da qui discende che “scontrinare” o fatturare a noi ci serve, va trovato l’ equilibrio. In termini filosofici, il “nero” non può esistere se non c’è anche il “bianco” e dove c’è “bianco” ci sarà sempre una percentuale di “nero” perchè è l’unico modo per sopravvivere in un sistema che tra un cazzo e un altro ti si mangia la metà di quello che guadagni. Altro che “pizzo” e mafia. Ma comunque, in ogni caso, a che cazzo serve limitare l’ importo delle transazioni in contanti ? Tanto non si vedono ne’ in entrata ne’ in uscita: siano 1.000 o siano 100.000 non ve ne sarà traccia.

Poi ci sono i coglioni che acquistano tutto con fattura e rivendono tutto in nero, ma quelli sono appunto coglioni: bastano tre anni di bilanci depositati, due controlli incrociati e tre dichiarazioni IVA ridicole e hai subito la Finanza alla porta. Lì devi solo essere bravo ad arraffare il più possibile nel più breve tempo possibile e sparire in fretta. Ma quelli non li calcolo, parlo di gente seria che lavora.

Poi ci sono anche quelli (un po’ più furbi) che comprano e vendono direttamente tutto in nero, ma di solito non hanno un negozio, ne’ scritture contabili, ne’ registratore di cassa e quindi (come anche i coglioni del paragrafo precedente) se ne fregano altamente dei limiti alle transazioni.

Ergo, in definitiva, credete ancora che mettere un tetto ai pagamenti “cash” possa arginare il fenomeno del “nero” ? Io no.

Poi (ve l’avevo detto che era lunga), ho sentito oggi che qualche minus habens (mi pare uno del PD) ha anche detto che innalzare il limite sarebbe un regalo agli spacciatori di droga. E a questo punto non posso fare a meno di chiedermi che tipo di droghe assuma uno che riesce a sparare una stronzata del genere. Sicuro roba tagliata male male. A qualcuno risulta che la gente vada dal pusher col bancomat ? E qualcuno ha mai visto uno spacciatore fare uno scontrino o lasciare una ricevuta ? Mah. Se ne dicono di cazzate, vè ?

Nella mia visione, resto comunque convinto che ogni limite all’ uso del contante non serva assolutamente ad un cazzo di tutto quello a cui si sostiene serva.

Ve lo dico io (sempre nella mia visione) a che serve: ovviamente in culo a noi poveri mortali e piccoli consumatori (perchè tanto i “pesci grossi” fanno e faranno sempre il cazzo che gli pare), limitare l’uso del contante nella vita quotidiana serve a:

  1. Renderci sempre più dipendenti dalle banche, con tutto ciò che ne consegue.
  2. Fare in modo che si sappiano tutti i cazzi nostri più di quanto non facciamo già sapere noi (consapevolmente o meno). Pensateci, già oggi il nostro browser è in grado di proporci spot pubblicitari sulla base dei nostri interessi e per quanto ne so ad esempio le “smart TV” già ci indirizzano verso film o serie (a pagamento ovviamente) quasi a colpo sicuro perchè “conoscono” i nostri gusti. Beh. Aggiungete pure a questo sistema le informazioni ottenibili sapendo esattamente cosa compriamo, dove lo compriamo e quanto lo paghiamo. Dite che c’è la “privacy” ? Dite che è impossibile ? Dite che l’ Agenzia delle Entrate o più semplicemente la nostra banca non si rivende i nostri dati ? Dite male.
  3. Controllarci ancora meglio e ancora di più. Come se ce ne fosse bisogno. E per “controllarci” non intendo solo sapere quello che facciamo (che al limite sticazzi), ma proprio spingerci di qua o di là a seconda di quello che serve al momento.

Potrei continuare, ma mi fermo. Per il momento. E per chiedere a voi: avevate valutato questo tipo di riflessioni ? Ho detto qualcosa di sbagliato e/o da integrare e/o da correggere ? Nel caso come al solito vi prego di dirmelo, per aiutarmi. E alla luce di tutto ciò, siete ancora convinti che un qualsiasi tetto alle transazioni in contanti sia veramente un argomento su cui è utile discutere ?

Per me, le uniche due cose che potrebbero (nel bene o nel male) avere un’ utilità sono: o eliminare del tutto i contanti (il che vorrebbe dire la totale perdita della libertà economica di ciascuno di noi) oppure lasciar perdere il discorso e liberare tutto. Ovviamente sono per la seconda, la prima non posso che temerla. E spero sia lo stesso per voi (poi, se siete greci, cazzi vostri 😉 ).

16 pensieri riguardo “CONTANTI. (SALUTI).”

  1. Sono d’accordo sul fatto che mettere un tetto al contante non serva per eliminare il nero. Per il fatto stesso che è in nero, vuol dire che si paga di nascosto, quindi con il tetto a 2000 euro vuol dire semplicemente che se devo pagare un artigiano 6000 euro in nero, mi tocca fare più prelievi in momenti diversi. Può essere una seccatura, ma non è di certo impossibile. Piuttosto andrebbero prese misure contro le banche, che fanno pagare commissioni esose sull’uso del bancomat. Ma contro le banche, chissà perché, non si muove mai nessuno…

  2. Ah. Dimenticavo una cosa importante, perchè non va bene essere solo critici, ma bisogna anche essere propositivi.
    Cosa fare per combattere il “nero” ?
    Fare in modo che convenga il “bianco”. Facile.
    Alla fine è un discorso economico, no ?
    Se su 100 si dovesse pagare di tasse 10 (invece di 50), a nessuno converrebbe perdere tempo e salute col “nero” (che non è facile, se lo fai bene). I posti con la tassazione più bassa, guardacaso sono quelli con il più basso livello di evasione fiscale. Ci sarà un perchè o no ?
    E’ anche vero che i paradisi fiscali esistono perchè esistono paesi come il nostro dove il fisco ti si mangia anche le bucce, e che se in tutto il mondo si tassasse al 10% si ricomincerebbe a fare il “nero” in ogni caso, ma intanto arriviamoci, poi vediamo.

    1. fufù, …il lavoro in nero esiste solo sul GLOBO, e sul GLOBO se non pagi il “pizzo” per sopravvivere , allora qualunque attività un essere umano possa svolgere, diventa illegale;; appunto. in NERO..

  3. Off-Topic.:

    Strano.
    Ho buttato come d’abitudine un occhio alle statistiche del Blog.
    Oggi abbiamo 239 visualizzazioni (per riferimento, la media degli scorsi 10 giorni era di 60 giornaliere).
    La domanda è: che cazzo è successo oggi ?
    O è qualche “bot” che rastrella pagine in giro ed oggi è toccato a FugaDaPolis, oppure qualcuno si è messo a leggere post a raffica.
    E non è sicuramente (anche se mi piacerebbe) “colpa” di questo articolo, perchè le visualizzazioni sono tutte precedenti alla sua uscita.

    Strano… bello perchè è bello, ma strano…
    Mah.
    Chissà.
    Vai a sapè.

  4. Off-Topic 2 (ma nemmeno tanto):

    Scusate, a volte WordPress mi ripropone con l’ algoritmo della correlazione alcuni vecchi post. A questo mi collega questo mio articolo del 17 novembre 2011 (dopo il discorso di insediamento di Mario Monti come PdC).

    Monti, Vaffanculo.

    Se vi va, rileggetelo, col senno di oggi. Fra questo e tutto quello che ho scritto in tempi non sospetti su altri argomenti (da ultimo sul “coviddi”), mi sa che mi sono guadagnato il diploma di chiaroveggente !

  5. Correva l’anno 2020:
    “La Bce non ha dubbi: limitare l’uso del contante per contrastare il riciclaggio dei capitali sporchi e il finanziamento del terrorismo va bene per pagamenti pari o superiori a diecimila euro. Ma altrettanto non si può dire quando si riduca tale importo a mille euro per combattere l’evasione fiscale, come ha deciso il governo di Giuseppe Conte con un recente decreto legge. Il motivo? «La dichiarata finalità pubblica della lotta all’evasione fiscale è tutta da dimostrare».

    Questi, e non solo questi, i punti chiave di una lunga lettera inviata dalla Banca centrale europea (Bce) al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, e ai presidenti di Senato e Camera, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico. In buona sostanza, una stroncatura clamorosa del decreto legge con cui, in ottobre, il governo di Giuseppe Conte ha imposto una riduzione della soglia per i pagamenti in contanti dagli attuali 3 mila euro a 2 mila a partire dal 1° luglio 2020 fino al 31 dicembre 2021, per poi scendere a mille euro.

    La lettera, firmata da Yves Mersch, membro del Comitato esecutivo della Bce, è datata 16 dicembre”
    https://www.startmag.it/economia/perche-la-bce-ha-schiaffeggiato-il-governo-sul-contante/

    Il nuovo governo si è limitato a seguire le linee guida della BCE sull’utilizzo del contante. Ce lo chiede l’ Europa.
    In ogni caso i primi evasori sono i consumatori (lavoratori autonomi o dipendenti che siano), quando evadono l’IVA sui beni e servizi acquistati in nero. D’altra parte credo sia impossibile convincere qualcuno a pagare il 22% in più del costo del bene o del servizio, senza una contropartita adeguata.

  6. Io penso che s3cdavvero volessero combattere il nero innanzitutto dovrebbero abbassare le tasse, forse così a nessuno verrebbe in mente di farsi pagare in nero, perchè una delle cause principali del nero sono appunto le tasse esorbitali. Non sarà certo una soglia al contante a risolvere la sitiazione e soprattutto non risolve la lotta alla corruzione, alla mafia che questa si che incrrmenta in tutti gli ambiti il nero.

    1. No, ci ho riprovato, ma io ho un’idea sulla questione “denaro” che sarebbe troppo noiosa per chi legge e molto impegnativo per me che ne scrivo e ve/me la risparmio. IL punto è che in un mondo ideale tutto è bene, mentre in un mondo popolato da delinquenti a tutti i livelli sociali, tutto, compreso il denaro, diventa un problema da gestire. Per risolvere occorrerebbe epurare l’ambiente e per ambiente intendo il Pianeta, da ciò che non permette un equilibrio fra ciò che è bene e ciò che è male. Genericamente parlando è un po’ questo; volendo entrare nel merito della questione, preferisco fermarmi sulla soglia, guardarmi attorno e tornare indietro.

      1. l’uomo è bestia grama, e non c’è legge o regola che possa migliorare l’anima a quelli che ce l’hanno nera.

        si può solo cercare di limitare i danni, e non è certo mortificando i contanti che si può sperare di avere qualche risultato.

      2. Non mi riferivo al concetto di mortificazione dei contanti; io mi riferisco alle persone. I contanti sono un mezzo, come un po’ tutto in questo mondo… è il modo che hanno le persone di usarli che mi fa spesso schifo. Non sempre, ma nella maggior parte dei casi direi che è così. Per limitare i danni, vanno cambiate le persone… non aboliti i contanti. Ed è il lavoro più difficile da fare; il più pericoloso. Per questo si paventano soluzioni facili.

  7. Questo aver messo un tetto ai pagamenti in contanti serve a ben poco: tanto chi vuole evadere evade lo stesso, con o senza tetto. Tanto vale toglierlo e, come dice giustamente Giusy nel post sopra, abbassare le tasse.

  8. All’estero in alcuni paesi non c’è limite all’uso del contante, ma anche se vai a bere il caffé tutti pagano con il bancomat. E’ la cultura ad essere diversa.

    Il vero problema all’uso del bancomat, è che la tariffa a carico dei commercianti dovrebbe essere “flat” (canone mensile) e non a percentuale su ogni transazione. Logico che se in una transazione da 1 Euro devo pagare 20 centesimi alla banca, io come commerciante non ho nessuna voglia che venga usato il POS.
    Ma se la tariffa fosse flat, il commerciante sarebbe indifferente, e diventerebbe una abitudine anche da noi usare la carta, senza tante seghe mentali.

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