“COMPITI PER IL WEEKEND” – UN ALTRO GIUOCO DEL VENERDI.

Pur se prosegue il mio arrancare – lento ma inesorabile – nella sconfinata palude di merda varia di cui al post di tre giorni fa, non posso far passare un venerdi senza inventarmi qualcosa.

Lancio quindi un’ ideuzza che mi è balenata in mente stamattina…

L’ ispirazione – inutile nasconderlo – stavolta me l’ ha data il nostro Allegro Pessimista, che per il solo fatto di aver già inconsapevolmente adempiuto è esonerato da questa prima parte del gioco (a meno che non voglia rilanciare, naturalmente). Dunque, se voleste definirvi con sole due parole (ma devono essere due, non una, non tre) delle quali una un sostantivo e l’altra un aggettivo, non importa in che ordine, quali usereste ?

Esempio eponimico-didascalico-esemplare è “Allegro Pessimista“, per l’ appunto.

Come sempre, inizio io: per me vale “Socievole Asociale” 😉

Ma non finisce qui. Il fine settimana è lungo, quindi ci sarà il tempo anche per la seconda parte…

Questa è meno “creativa” e più “cazzi vostri” in senso stretto, quindi chi per motivi di “privacy” o altro non vuole partecipare può tranquillamente fregarsene: da ragazzi (o anche ora) vi è stato mai affibbiato un soprannome (o più soprannomi) ? Nel caso, quali ? E sempre nel caso, perchè ?

Inizio anche qui con i miei:

  1. Albertone“: abbastanza scontato, risalente al periodo in cui facevo salire l’ ago della bilancia sensibilmente sopra il quintale e contestualmente facevo scendere gli ammortizzatori di qualsiasi motorino sotto il tampone di fine corsa;
  2. Er Fissa“: perchè mi prendevano le c.d. “fisse”, nel senso che mi mettevo in testa di fare delle cose e non mi davo pace finchè non c’ ero riuscito, spesso coinvolgendo gli altri;
  3. Sottozero“: questo per la mia attitudine a rimanere freddo ed impassibile in ogni situazione, anche la più ansiogena. E’ il più “recente”, storicamente parlando ed è l’ unico del quale ancora conservo i presupposti. Quanto a “one” non sono più “one” da un pezzo, e le “fisse” me le sono fatte passare. O meglio ce l’ho ancora ma me le tengo per me.

Ok, tutto qua, buon divertimento ! E buon fine settimana a tutti…

48 pensieri riguardo ““COMPITI PER IL WEEKEND” – UN ALTRO GIUOCO DEL VENERDI.”

  1. Talento Proteiforme.

    La persona che me lo disse dopo non molto passò a miglior vita. Ma ci aveva visto giusto. Sono riuscito a reinventarmi più volte e a rialzarmi dopo rovinose cadute. Adesso però sono un po stanchino.

  2. Velocemente immobile

    Zorro.

    Sono sempre stato uno spadaccino, al quale non piacevano le ingiustizie, e i miei compari mi affibiarono questo soprannome!
    Un saluto a tutti
    Wu Otto

  3. E scusate l’off-topic, ma è arrivato come video successivo a quello dedicato a Zipgong e non resisto, devo metterlo qua.
    A me queste concentrazioni di esseri mitologici mi fanno un effettone… 😉

      1. Se serve ne ho una in cucina. Davvero. Un po’ vecchiotta, ma ancora picchia. Cassa, tre tom, timpano a terra, rullante, tre piatti + charleston.

      2. Che poi perché uno debba tenere una batteria in cucina è strano, capisco. Però nel mio caso dipende dal fatto che quella che convenzionalmente chiamo cucina è l’ambiente più grande di tutta casa, quindi le cose grandi sono lì:)

      3. Ed ecco l’attrezzo…

        Si, lo so che l’ambiente non sembra propriamente una cucina in senso stretto, il fatto è che la zona cucina è di fronte 😉
        Devo ammettere che mi sono tirato su una casa abbastanza strana, ma ho dovuto adattare quello che c’era. Potrebbe essere un tema per un post, di quelli che uno legge e poi fa “e sticazzi” ? 😀

    1. No, almeno dal mio punto di vista non hai esagerato, però hai sbagliato… “Genio” ci sta, devi cambiare l’ aggettivo, perchè mi sembri anche “compreso”.

  4. Cacciatore inconsapevole.
    Perché mi capita di ottenere risultati senza capire come e perché.
    Nuvoletta
    Da piccolo avevo la testa tra le nuvole . Oggi, talvolta, sembro assente a me stesso.

  5. Passo ai soprannomi. Ne cito solo uno: pipistrello. Quando indossavo sempre un chiodo nero, ero bianco come un cadavere e forse ricordavo anche un po’ Dracula…

    1. Avevamo la tua “omologa” di sesso femminile in comitiva… all’ epoca si dicevano “Dark”, più o meno. Lei era “Morticia”. E come la sua eponima era anche parecchio bòna.

  6. Ragazza paziente: prima che m’arrabbi sul serio ne deve passare di tempo.
    Soprannomi ne ho vari: maschiaccio perché ho la passione per il calcio (anche se non l’ho mica capito: se ad una ragazza piace il calcio deve per forza essere un “maschiaccio”? Boh.), la formula 1, i miei generi cinematografici e di lettura sono più maschili che femminili: horror, thriller, roba simile, diciamo, 🙂. Valgono anche i soprannomi che ci si dà da soli? Se sì, direi “pirla”, perché quando mi capita di sbagliare qualcosa, anche d’elementare, mi dico sempre: “Che pirla che sono!”, 😁.

    1. E come tutte le ragazze pazienti, temo che quando ti arrabbi sul serio sia da starti parecchio ma parecchio lontano… 🙂
      Quanto al “maschiaccio”, beh. Le mie migliori amiche sono state e sono tutte più o meno così.

      1. Abbastanza, 😁😁. Poi ci sono quelle volte che prevalgono sulle sfuriate (sfuriate rare ma ci sono), in cui sono arrabbiatissima ma nessuno riuscirebbe ad immaginarlo: mi viene un tono di voce così glaciale e duro che sarei capace di gelare l’inferno, 😅😅.

  7. Spero di aver capito la “consegna” 😀 😀 😀 Nel tempo, da adolescente, ho avuto nick name come Scintilla Magica, Giro di Nuvola, poi in tempi recenti Stile Minimo; alle medie i bulli mi chiamavano Gozzer Gump; secondo loro somigliavo a Forrest Gump… forse per via della mia faccia poco espressiva… non so… o per i modi goffi …bo… non ho mai avuto la barba molto lunga, quindi non era legato al fisico, ma mi piaceva fare una media di trenta chilometri in mountain bike al giorno…su strade bianche, o su terreni sterrati, possibilmente fangosi…era la mia passione, poi ho smesso. Crescendo sono diventata l’asfalta idioti e la stendi fessi… mi sono vendicata dei bulli, per anni, quasi fino a rasentare la crudeltà, ma stavo molto meglio; li sceglievo bene, perché avevo imparato a individuarli da lontano. Sono tutte cose legate a un certo tipo di compagnie che non frequento più da decenni per ovvi motivi. Quando scrivevo i temi di italiano a pagamento mi chiamavano la stilografica; ci facevo la spesa con i temi. Per un po’ sono stata la cecchina, poi anche lì ho smesso. Quassù hanno il vizio di affibbiare appellativi scemi. Oggi mi ritengo solo una donna… effettivamente un po’ selvatica e non ho idea di come mi chiamino…e neanche me ne frega niente. 🙂

    1. Fico l’asfalta idioti ! Mi piace…
      Mi preoccupa un po’ la cecchina, che non essendo chiaramente un diminutivo di Francesca è abbastanza univoco. E mi preoccupa ancor di più il fatto che tu abbia smesso. Vuol dire che prima hai fatto i danni ? 😉 Unito a “stendi fessi” e ad un’ arma lunga mi fa pensar male (cioè bene, per i miei canoni).

      1. Sì… la cecchina è legato a cose che non si possono raccontare per non urtare la sensibilità di qualcuno… e che comunque non mi piace rivangare. Ho fatto danni, in un certo senso, ma non ne ero consapevole. Non ho mai steso i fessi con un arma lunga… esistono altri metodi, che però non uso più. Adesso mi tengo lontana dai fessi; comporta meno dispendio di energie. E probabilmente non saprei più stenderli in modo efficace come facevo un tempo; dovrei rimettermi in forma e sarebbe un lavoro lungo e troppo impegnativo.

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