Almeno per un po’, perchè se no finisce che scappate tutti… 😉
Ritorno ovviamente sul discorso tasse, e questo particolare post è il proseguimento in evidenza del discorso che stavo facendo con Andrea in quello precedente. Potevo continuare nei commenti, ma poi si perde nei meandri del “thread”, allora lo promuovo a post. Mi permetto tale “sopruso” solo perchè siamo su FdP, quindi siamo ad armi pari (ricorda Andrè che hai sempre l’invito valido, quindi i “superpoteri” li hai anche tu, volendo 🙂 ).
Allora, siamo alla ricerca dell’ equità fiscale. Ok. E si parla anche di come il dipendente non abbia modo di modificare la misura in cui dichiara il suo reddito (e di conseguenza le tasse che ci deve pagare), mentre l’ autonomo il modo ce l’ha. Questo è vero, come è vero che chi “può” tende sistematicamente a dichiarare meno, a suo rischio e pericolo ma è vero. Lo fa.
Questo è un argomento che secondo me ha una base ideologica e sempre a mio avviso è utilizzato più per “mettere zizzania” che altro. Lo dico perchè sono certo che lo stesso dipendente, se avesse maniera di dichiarare meno lo farebbe. Sicuro quanto sono sicuro che mi chiamo Alberto (e di questo sono ragionevolmente certo).
Il problema grosso (per quanto riguarda l’ IRPEF) è proprio la sua progressività. Non in se’ stessa, ma nel modo in cui è applicata. Le aliquote sono da suicidio. La più bassa (quella che si applica ai redditi imponibili fino a 15.000 Euro) è già del 23%: facciamoci due conti.
Uno prende 15.000 Euro l’ anno (detratto il detraibile), il che vuol dire – su tredici mensilità – 1.153,00 Euro al mese. Con quel reddito il nostro eroe deve pagare tutto (poi torniamo sul “tutto”). In ogni caso tolto il 23% gli restano 887,21 Euro al mese. E ci deve campare un mese. Mettiamo che debba pagare 600 di affitto (di cui solo 300 sono detraibili ai fini IRPEF, altra follia) risaliamo fatte le detrazioni a 952 Euro/mese, meno i 600 di affitto fanno 352 Euro. E che cazzo ci fai ? Il brodo ?
E allora voi direte, vabbè, ma chi è il poveraccio che prende 15.000 l’ anno ? Dai, minimo minimo si guadagna 25.000 ! Bene, ma allora l’ aliquota passa al 25%. E non dico che stiamo come prima, ma quasi.
Se poi nonsiamaiddio superi i 28.001 euri, ti arriva la mannaia del 35%.
E se hai davvero una poltrona d’oro e becchi anche solo un Euro in più di 50.001 (mettiamo 50.002), ecco la botta definitiva al 43 %. Cioè devi aver ucciso qualcuno per avere uno stipendio di 3.850 Euro al mese e alla fine te ne restano in tasca meno di 2.200.
Dove sarebbe l’ equità ? E in un sistema dove un Euro dichiarato in più ti fa la differenza fra il 35% ed il 43% di prelievo fiscale, chi – sano di mente – non farebbe carte false per cancellarlo, quell’ Euro ? Per farlo cadere nell’ oblio più totale e che non se ne parli mai più ?
E’ chiaro che c’è qualcosa che non va. E’ il sistema stesso che ti spinge (meglio, ti “costringe”) ad “evadere”, perchè se no non campi. E questo vale anche per i dipendenti: torniamo un attimo al povero cristo dell’ esempio di prima: esiste davvero chi sulla carta ha uno stipendio di 1153 Euro e davvero gliene resterebbero solo (tolte le tasse e la detrazione per l’affitto di 300 su 600 pagato) 350. E le bollette ? E la macchina ? E la spesa ? I sistemi ci sono (e per forza ci sono, se no saremmo tutti morti): scattano allora i “fuori busta”, i “buoni pasto”, tutti gli espedienti possibili ed immaginabili che altro non sono che modi di aggiungere risorse senza farsi beccare. Ne’ più ne’ meno alla stregua delle macchinazioni che si inventano (su piani diversi) i famosi autonomi evasori brutti e cattivi.
Io parlo come sempre con cognizione di causa (perchè se non so, mi sto zitto, ormai mi conoscete): nella vita sono stato “dipendente” (pubblico e privato, ma fondamentalmente pubblico), ma ho anche servito lo stato pagato “in nero” (si, succede anche quello, fidatevi) e poi sono stato – e sono tuttora – “autonomo”, se vogliamo imprenditore, se no commerciante, se no quello che vi pare, comunque autonomo. Ed in ogni fase, ed in ogni “veste”, non ho mai – e dico mai – pagato di tasse tutto quello che avrei teoricamente dovuto. Perchè se lo avessi fatto – e se lo facessi – non avrei nemmeno il computer col quale scrivo questi miei deliri. Probabilmente non sarei nemmeno ancora vivo.
La mia conclusione, dopo lunga ed attenta disamina della questione, è che l’ evasione è incorporata dalla nascita nel nostro sistema fiscale il quale a sua volta è tutto tranne che “equo”. E questo semplicemente perchè l’ evasione “fa comodo”. E’ il perfetto capro espiatorio per tutte le magagne messe su da uno stato ladro ed incapace di gestire la sua stessa economia. Le “querelle” fra dipendenti ed autonomi, così come quelle fra settore pubblico e settore privato, servono solo a dividere il Popolo, a mettere gli uni contro gli altri, a gettare fumo negli occhi al solo fine di non far vedere come alla fine non siamo altro che una massa di pesci (dai più piccoli agli “squali”) che si agitano inutilmente in una cassa di polistirolo litigandosi la poca acqua lasciata a disposizione per farli almeno arrivare vivi al mercato.
Non c’è da stare allegri, per un cazzo.
(bella la metafora dei pesci, cazzarola… mi è venuta così, di getto).
In definitiva, ho detto stronzate o qualcosa vi torna ? Chiedo per un amico… 😉
Se volete, nel rispetto della riservatezza e senza riferimenti specifici, raccontate – raccontiamo, mi ci metto ovviamente pure io – qual’ è la vostra esperienza in questo campo: vi sentite trattati con equità ?