Una cronista del tg3 che io ho soprannominato la Meg Ryan dei giornalisti, vista la chioma bionda, la somiglianza con l’attrice e l’avvenente bellezza diafana.
È anche sicuramente una donna molto intelligente. Si capisce da come parla… Peccato però che la sua intelligenza non le permetta di comprendere che si sta prestando a recitare un ruolo molto, molto lontano da quello che dovrebbe essere il vero giornalismo.
Non è etico censurare le notizie che non piacciono – cosa che invero fanno tutti i tg, non solo quello di rai3, ovviamente.
Fa schifo dare tutto questo risalto ai politici, prostrarsi ai loro piedi, come fossero semidei sulla terra, come fossero persone più rilevanti delle altre, gli unici in grado di risolvere i problemi del mondo (quando in pratica sono essi stessi che in realtà li creano). E omettere sempre la loro storia – tipo per esempio che alcuni sono pregiudicati; tipo che un tempo su una data questione la pensavano esattamente all’opposto di come la pensano oggi. Come si può chiamare, questa, “informazione”?!
Non ci si può limitare a riportare le dichiarazioni dei politici per avere la coscienza pulita: così non si fa altro che da cassa da risonanza per essi. Si lavora per essi, a gratis!, facendo finta di svolgere un servizio pubblico. E questo non va affatto bene!
Posso immaginarmela, Valentina Antonello, che ogni sera torna dal marito, stanca e soddisfatta, perché anche quel giorno ha svolto il suo mestiere, il mestiere che si è scelta. E quando si corica a letto è compiaciuta di sé perché le sembra di averci messo tutte le energie in quel che fa…
Ma dimmi, Valentina Antonello, era proprio questo il mestiere che volevi fare quando hai scelto di essere una giornalista, oppure era un po’ diverso? Non dovevi essere tu, in quanto giornalista, a inchiodare i politici e i corrotti alle proprie responsabilità? Allora perché stai facendo il contrario?! Cosa è successo per farti accettare un compromesso del genere? Quand’è che hai scelto di vendere l’anima al diavolo per pochi denari?
A che ti serve tutta quella intelligenza se non è neppure in grado di farti capire che stai sbagliando? Sono propenso a crede (nonostante la mia grande ingenuità) che fai quel che fai in buonafede, se così la vogliamo chiamare. Sì, però io non ti giustifico lo stesso. Se ci sono arrivato io a capire le cose che ho capito, quelle cose che tu con la tua intelligenza sopraffina avresti dovuto capire con facilità, tu non hai nessuna giustificazione, e io non ti perdono. Sei complice del regime. Sei una pedina di esso. Stai facendo gli interessi dei corrotti e delle multinazionali, delle lobby criminali. Non hai scusanti. E tutta quella tua intelligenza la puoi buttare tranquillamente al fiume, tanto non ti serve a niente. Sennò infilatela in culo. Tanto, per quel che ti serve…