Non si butta niente, in sedici lettere – I

Di Lucio Campiani

Photo by Daria Shevtsova on Pexels.com Arriva un bastimento carico di…parole. ^_^ QUEL TRENO PER ROMA Ovvero L’Uno e Treno […] Luego, el tren, al caminar, siempre nos hace soñar; y casi, casi olvidamos el jamelgo que montamos. […]* (Antonio Machado, Campos de Castilla – El tren) *”(…) E poi il treno, nel viaggiare, Sempre […]

Non si butta niente, in sedici lettere – I

PICCOLE GRANDI GIOIE – O DELL’ ESPERIENZA SOPRAVVALUTATA.

Quando disegnai la mia casa decisi di non mettere un portoncino all’ ingresso, optando invece per una grande vetrata apribile che affaccia direttamente sul patio e lascia vedere da dentro tutto il giardino. Un po’ penalizzante dal punto di vista dell’ efficienza energetica e dell’ isolamento ma molto comodo quando si tratta di movimentare cose grosse (mobili, elettrodomestici e simili) e soprattutto molto gradevole dal punto di vista estetico.

C’è solo una nota negativa: la mia zona, per la sua particolare collocazione geografica è stracolma di volatili di ogni genere, in quantità industriale. passano anche anatre, fagiani, vari uccelli acquatici e non mancano ovviamente i pappagalli che ormai da anni scambiano Roma per Rio de Janeiro. Questo fa si che di tanto in tanto qualche uccellino sprovveduto o ancora inesperto, gira che ti rigira, venga a schiantarsi più o meno violentemente contro la vetrata.

Negli anni ho cercato di evitare la cosa, ho attaccato nastrini e cose riflettenti ai vetri, ho usato anche degli adesivi a forma di rondine (come quelli che si attaccano alle barriere antirumore in autostrada proprio per questo motivo), ma nonostante tutto ancora capita, purtroppo.

Quando si tratta di passerotti (quelli che ci cascano più spesso), l’ esito è sempre fatale: ogni volta che ho sentito la “botta” la storia è sempre stata la stessa. Guardo fuori, vedo il poverino in terra, lo raccolgo e lo porto dentro. Lo tengo al caldo adagiandolo in una scatola con qualcosa di morbido dentro, ma in genere dopo pochi minuti devo constatare il decesso e restituirlo alla Madre Terra.

Questa è l’ esperienza. O almeno lo è stata, fino a ieri.

Ero sul divano (nell’ ottica del citato “stand-by”), un plaid sulle gambe, e mi stavo guardando un film dall’ altissima valenza socio-culturale (“Delitto a Porta Romana“, Regia B.Corbucci, Italia 1980) quando sento l’ inconfondibile mazzata contro il vetro.

Metto in pausa, mi alzo, vedo la solita scena: il piccolo uccellino è lì fuori, in terra, testina piegata da un lato, becco socchiuso, lenti movimenti della coda ma niente più. Ed entra in gioco la sopravvalutata esperienza di cui al titolo: rassegnato e con il cuore indurito dai passati episodi, decido di lasciare che la cosa faccia il suo corso e torno sotto il plaid. Il cane è dentro con me, non c’è il rischio che tenti di approfittarsi del volatile, quindi passerò più tardi a fare quello che già so che ci sarà da fare.

Dopo una ventina di minuti però, è proprio il cane a dirmi che qualcosa è cambiato: salta giù dal divano e comincia a fare avanti e indietro lungo la vetrata, raschiandola con la zampa. Guardo fuori e vedo il passerotto sempre lì, ma in piedi sulle zampette, sveglio quanto basta che gira la testa di qua e di là guardandosi intorno (ottimo segno, se si fosse rotto il collo non si sarebbe certo mosso così). Altri cinque minuti e comincia a sbattere le ali, pochi secondi e inizia a saltellare per poi spiccare il volo verso la chioma di un albero. Il ragazzo ce l’ ha fatta !

Ecco, potrò sembrarvi scemo, ma non so dirvi l’ immensità della sensazione di gioia e sollievo che si è impadronita di me in quel momento.

Questo per quanto riguarda l’aneddoto in se’.

Ma da qui è poi scaturita una riflessione: personalmente ho sempre dato un grande valore all’ esperienza (che poi è il carburante della nostra cultura, ciò che forma la nostra personalità, che da’ un senso al vissuto anche in prospettiva per il futuro), però ieri questa mia convinzione si è lievemente incrinata. In questo caso, l’ esperienza mi aveva già predisposto ad un lutto, al punto di rinunciare a priori a qualsiasi azione volta ad evitarlo o almeno ad alleviarne le conseguenze. Invece no. L’ esperienza ha sbagliato, e ciò che è successo è stato tutto il contrario di un lutto: una piccola grande gioia.

Ho preso nota: un altro motivo per non dare mai nulla per scontato.