Cosa resterà dei Mondiali in Qatar…

“Cosa resterà degli anni ‘80” cantava Raf oltre 30 anni fa. Era un periodo in cui nelle fogne di Milano scorreva più cocaina che urina, ma fu anche il picco economico e sociale dell’Italia, prima della inesorabile discesa, che ci ha ridotto a un Paese sottosviluppato.

E invece cosa resterà dei Mondiali in Qatar?

Beh, di sicuro non gli stadi, visto che sono stati costruiti solo per questo evento, per di più i primi (che io sappia) dotati di aria condizionata, per poi venir di nuovo abbattuti, con sommo disprezzo di ogni forma di decenza.

Ci ricorderemo perciò di quanto vergognosa sia stata tutta la vicenda Qatar, dall’assegnazione per corruzione, passando per le centinaia (forse migliaia) di morti immolati alla costruzione di impianti e infrastrutture. Insomma, è stato lo specchio perfetto dell’immane degrado umano neoschiavista che stiamo vivendo negli ultimi anni.

Mi sono chiesto poi per chi avranno tifato i radical-chic italiani. Certo, il calcio è per loro uno sport barbaro (loro giocano a golf, si dilettano con barche a vela di decine di metri, mica come il sottoproletariato!), ma come si saranno comportati davanti al derby africano del Marocco contro la compagine delle ex colonie sub-sahariane della Francia? Da una parte “i migranti”, come li chiamano loro, dall’altra “i francesi”, popolo tanto amato dai sinistri radical-chic, come testimoniano le svariate legioni d’onore da costoro accumulate per aver ossequiosamente fatto gli interessi francesi. E poi vedere tanti figli degli schiavi importati servire i loro padroni francesi! Che gioia deve essere stata per costoro! La selezione composta principalmente di giocatori africani (più tre dal cognome spagnolo, e uno tedesco) ma che si presenta sotto l’ombrello francese, offre una grande conferma che il Piano ONU della “Replacement Migration”, con la sostituzione degli europei con africani, stia andando esattamente come previsto. I radical-chic italiani della pseudo sinistra devono essere stati euforici!

Va inoltre sottolineato che la selezione africana francofona, campione del mondo nel 2018, è giunta per la seconda volta di seguito alla finale, ma stavolta si è dovuta arrendere a una pur non eccellente Argentina. Compagine quest’ultima guidata da un Messi che per la prima volta in circa 10 anni non era neanche rientrato tra i primi 20 giocatori al mondo scelti da France Football per il “Pallone d’Oro”. La vendetta è piatto che va servito freddo, si potrebbe pensare. L’Argentina vince il mondiale anche nel nome di Maradona, venuto prematuramente a mancare una manciata di anni fa. Lui sì fu immenso giocatore, e Messi neanche gli scarpini avrebbe potuto allacciargli. Eppure fioccano gli inopportuni paralleli.

Ricorderò anche le traduzioni totalmente inventate fatte dall’inviato RAI delle risposte del brasiliano Richarlison, che ci ha fatto quasi rimpiangere Stella Bruno, che andava ai box di Formula Uno azzardando interviste in italiano a tutti i piloti. Una volta uno spagnolo le rispose in castigliano, e lei rimase esterrefatta. Ovviamente non capì nulla, come successo all’inviato in Qatar, ma almeno lei ebbe la decenza di non inventarsi di sana pianta la risposta!

Personalmente non dimenticherò questo mondiale anche per aver visto un subumano in un bar fare il verso della scimmia contro un giocatore africano che veniva inquadrato durante la finale, reo evidentemente di essere negro, e ciò mi conferma l’immenso degrado che l’Italia ha raggiunto. Poco sollievo dava il costatare che tale volgare energumeno faceva schifo già solo a guardarlo. Ma poi, perché stupirsi? Non stiamo parlando dello stesso Paese dove solo lo scorso anno sono state introdotte, col plauso dell’80% della popolazione, normative discriminatorie e segreganti che solo al razzismo nazista potevano fare riferimento? L’Italiano medio evidentemente ha nella discriminazione e nel razzismo caratteristiche culturali innate.

Mi ricorderò tutto questo, malgrado in fondo abbia visto solo pochi scampoli di questa vergognosa ostentazione di ricchezza e di potere che è stato il mondiale in Qatar.

E a voi cosa resterà di Qatar 2022?

4 pensieri riguardo “Cosa resterà dei Mondiali in Qatar…”

  1. Ho un vago ricordo dei mondiali USA, quando anche Elio e le Storie Tese osservarono come – tra distanza e fuso orario – fossero un evento al quale era difficile partecipare anche solo emotivamente.
    Ecco, questi se possibile sono stati ancora peggio. Ma poi, un mondiale d’ inverno che roba è ?

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