Lo sapevo io, lo sapevo. Un governo di “destra” non poteva fare nulla di buono, ed eccoli che già cominciano con provvedimenti autoritari e liberticidi, per di più rivolti ai giovani, prime vittime di questa deriva dittatoriale. Mi chiedo a quando il ritorno degli squadristi e dell’ olio di ricino ?
Da ieri, con la subdola forma della “circolare ministeriale”, il dicastero fascistamente rinominato “DELL’ ISTRVZIONE E DEL MERITO” ha istituito il fascistissimo divieto dell’ utilizzo dei cellulari in classe durante le lezioni (!).
Avete letto bene, senza se e senza ma, senza possibilità di appellarsi, senza aver nemmeno discusso democraticamente sull’ opportunità di negare questo diritto fondamentale ai nostri ragazzi che (in un clima di oppressione ed oscurantismo) saranno costretti a separarsi da questo primario mezzo di socializzazione e comunicazione.
Ma la resistenza è vigile e attiva, già su alcuni organi di stampa e sulle più diffuse piattaforme appaiono i primi “manifesti” di dissenso verso questa inaccettabile prova di forza. “Come è possibile – si chiedono i compagni – che nel giro di poche settimane si sferrino impunemente tanti e tali attacchi alla libertà ed alla cultura” ? “Già abbiamo assistito al rimaneggiamento al ribasso del Bonus 18 – continuano dai collettivi – ora dobbiamo anche vedere una simile limitazione ? Resisteremo, non ci arrenderemo, siamo pronti ad invadere le piazze se necessario, il cellulare non si tocca” !
Autorevoli commentatori inoltre hanno già bacchettato dalle pagine dei loro giornali il titolare del ministero, evidenziando argutamente come una simile misura sia solo un atto “di facciata” di per se’ inutile e che meglio avrebbe fatto ad educare i giovani ad un uso corretto e proficuo di questi strumenti.
Ok, scherzavo.
Cioè, no. Nel senso è tutto vero (compresa la storia della resistenza e dei compagni).
Ma io però adesso dico, ma li mejo mortacci vostra e di chi nun ve lo dice: cioè fateme capì. Hanno tenuto i ragazzi a casa per non si sa quanto tempo a rincoglionirsi davanti a un PC fra zumm, guglemiit, scàip e compagnia bella. Poi li hanno fatti stare nelle aule con 5 gradi e le finestre spalancate, poi li hanno rimandati a casa, poi li hanno costretti a scovolinarsi le narici per poter rientrare in aula sempre a 5 gradi, poi li hanno rimandati a casa e poi li hanno fatti stare di nuovo in aula a 5 gradi ma con la mascherina in faccia che così non si capiva un cazzo quando parlavano e nessuno ha detto “A”.
E adesso ci preoccupiamo e ci mettiamo a fare i benaltristi paladini della libertà perchè si chiede loro gentilmente di spegnere quei cazzo di aggeggi almeno durante le lezioni ? E tutto questo perchè l’ idea (che poi non è nemmeno una novità, è dal 2007 che gira) ce l’ha avuta un ministro di centrodestra ?
E’ una questione di principio, dicono. E’ una inutile imposizione, dicono.
Ma vaffanculo, dico.