DI TERRORISMO, ARMI, INTEGRAZIONE E RECUPERO.

Questo mio articolo è ispirato dal Blog di Giulia, scoperto grazie ad un “repost” della nostra Nadia, che ringrazio per la sua (in)volontaria attività di scoutismo nella Blogosfera.

Inizialmente avevo pensato di commentare il post originale, ma come ben sapete non è mia abitudine andare a rompere i coglioni in casa d’ altri e onestamente (visto il tema e vista la persona) in questo caso è più che mai opportuno non farlo.

Giulia è una sopravvissuta ad uno degli attentati terroristici di matrice islamica avvenuti a Parigi il 13 novembre 2015, nello specifico quello avvenuto al Bataclan, durante un concerto rock, che passa alla storia come quello con il maggior numero di vittime.

Giulia combatte ancora oggi (e credo non smetterà mai di combattere) con i postumi di quella che ritengo un’ esperienza che nessuno mai dovrebbe essere chiamato a vivere. Quando decine di persone muoiono intorno a te in una situazione in cui tutto ti saresti aspettato tranne quello, anche se sopravvivi, una o più parti di te muoiono con loro e le parti che restano vive e coscienti ti ricordano ogni istante della tua vita quello che è successo. Non è facile, non è nemmeno giusto: è una cosa di cui non riesco nemmeno a parlare, dato che pur conoscendone teoricamente i meccanismi non posso neanche tentare di immaginare. Ho vissuto in prima persona il panico, gli spari e cose simili, ma nulla di lontanamente paragonabile all’ inferno che si è scatenato in quel posto. Inoltre, nelle mie esperienze ero sempre preparato a ciò che sarebbe accaduto, ma nel caso di Giulia stiamo parlando di una ragazza che con centinaia di altri ragazzi assisteva ad un concerto in un teatro di Parigi. Cosa poteva andare storto ? Tutto, come abbiamo visto, e anche qualcosa di più.

Se mi conoscete, sapete che non giudico. Mai. E qui non farò eccezione. Non mi sogno nemmeno di entrare nel merito dei sentimenti e della persona (anche perchè non sono un cazzo di nessuno per poter anche solo pensare di permettermi di farlo). Quello che invece voglio fare, con riferimento a due degli articoli di Giulia, è una riflessione sugli specifici temi in questi trattati. Sono cose che ha scritto, sono sue idee, non le critico ma azzardo un approccio diverso secondo quello che è il mio pensiero.

Lo faccio qui (e non da lei) per tre motivi specifici:

  1. Già detto, non amo rompere il cazzo in casa d’altri.
  2. E’ un modo per invitare anche voi a fare un salto da lei.
  3. E’ un modo per invitare lei a fare un salto da noi, sarebbe bello se diventasse “dei nostri” 😉

Veniamo alle riflessioni.

In uno dei due articoli in questione, Giulia (con un impegno ed una serenità encomiabili – quanto per me inspiegabili) analizza la personalità dei ragazzi che hanno scatenato quell’ incubo: giovani cittadini francesi, di religione islamica. Non arriva (non espressamente) al “perdono” come lo intendiamo noi, ma punta il dito sul loro “background”, sulla loro condizione di emarginazione e su tutto l’ amaro che hanno dovuto ingoiare in un paese che li considera “cittadini di serie c”. Giulia auspica l’ integrazione, la tolleranza, l’uguaglianza. E ciò è ammirevole, soprattutto considerato quello che ha vissuto. Sostanzialmente sono d’ accordo sul fatto che certe condizioni di vita creino dei potenziali “mostri”, pronti ad essere usati come braccio armato da ideologi senza scrupoli, che non amano sporcarsi le mani. Niente di nuovo, la “manovalanza” della mala (organizzata o meno), e soprattutto quella del terrorismo – di qualsiasi colore e/o religione – è da sempre reperita nelle fasce più disagiate ed emarginate della popolazione. Il mio punto su questo è che non me ne frega un cazzo. Per quanto tu possa essere stato bistrattato, sfruttato, abusato, hai mille e un momento per riconsiderare ciò che stai per fare: dal momento in cui ti organizzi, ti armi (o vieni armato), pianifichi e parti per la tua “missione” non sei più una “pedina”. Sei consapevole e responsabile. Prima di tirare il grilletto o togliere la sicura alla granata sei ancora in tempo per essere un uomo (o una donna) e non una merda. Passato questo confine io non ti capisco più. E’ un bene che siano morti anche loro e mi dispiace solo che qualcuno non gli abbia fatto saltare la testa prima che potessero ricaricare la seconda volta. Inoltre, stiamo parlando della Francia (non del Texas o del Sudafrica e nemmeno dell’ Italia): un paese dove il livello di integrazione con determinati gruppi etnici e religiosi è fra i più alti al mondo (e glielo devono, i francesi, visto quello che ci hanno guadagnato da certi gruppi). Cosa serve ancora ? Ti vuoi integrare ? Ti integri. Vuoi giocare a fare il dio ? Comprati una playstation e divertiti, oppure gioca al dio con te stesso e tirati un colpo in testa. Subito, però, grazie.

Il secondo degli articoli che sto considerando qui tratta invece delle armi e del loro controllo attraverso leggi e controlli stringenti. Giulia ha vissuto in Australia, un paese dove il controllo sulle armi private è simile se non più stretto di quello vigente nel Regno Unito. Dati alla mano, sembra che in Australia il divieto quasi totale di circolazione delle armi abbia coinciso con l’ azzeramento o quasi di eventi che lei (a mio avviso erroneamente) assimila a quello da lei stessa vissuto. Nel suo post, Giulia ricorda la strage di Port Arthur del 1996: fu proprio questa a spingere il governo del paese a dare quel giro di vite sulle armi private, giro di vite che molto probabilmente ha scongiurato il ripetersi di simili gesti. Forse. Perchè ho detto “erroneamente” ? (Scusami, Giulia, so che di tutto hai bisogno tranne che di qualcuno che “faccia le pulci” ai tuoi pensieri e sei ovviamente libera di mandarmi a cagare qui e subito). Perchè una cosa è uno squilibrato che per motivi noti solo a lui decide di armarsi e mettersi a sparare contro la folla (i cosiddetti “mass-shooting“, tanto di moda negli USA e anche in più piccole realtà europee), altro è un’ organizzazione terroristica paramilitare che pianifica ed esegue attentati simultanei contro la popolazione civile ed inerme di una metropoli. Con il controllo delle armi lo squilibrato magari te lo risparmi (e non è nemmeno detto), ma il terrorista organizzato – del tipo di quelli che hanno contribuito a cambiare la tua vita nel modo che meno avresti desiderato – non lo fermi. In Francia, come nella stragrande maggioranza dei paesi avanzati, le armi e gli esplosivi usati quel giorno da quei pezzi di merda non è che li trovi al Carrefour. I fucili d’ assalto automatici sono vietati. Le granate sono vietate. Ottenere una licenza di porto d’armi o anche un semplice nulla osta per l’acquisto di una normale pistola è ancora più difficile che in Italia (dove non è per niente facile, nonostante quello che piace tanto dire in giro a Report o a “Le Iene”). L’ unico modo per evitare il ricorso alle armi (e ci vorrebbero decenni) sarebbe quello di bandirle completamente, per chiunque, ritirando sistematicamente tutte quelle in circolazione. E così, le armi rimarrebbero a disposizione solo di militari, forze dell’ ordine, delinquenti e terroristi. Si, perchè chi non dovrebbe averle le troverà sempre e comunque. In Inghilterra un privato cittadino non può praticamente detenere una pistola, ma mi sembra che omicidi e rapine a mano armata se ne facciano comunque. In Giappone è anche peggio, ma pure lì si spara lo stesso.

Non ci facciamo prendere dalle ideologie, il problema non risiede nell’ arma: il problema è nel cervello. E se il pericolo consiste in uno scervellato armato, preferisco poterlo affrontare con lo stesso mezzo, coadiuvato da una mente sana, piuttosto che dover soccombere perchè qualche benpensante governativo ha deciso che io non posso avere armi con me. Soprattutto se consideriamo che magari è proprio quello stesso benpensante ad aver messo lo scervellato nelle condizioni di attaccarmi.

L’ uomo produce e usa armi da prima di aver scoperto e domato il fuoco. Ci sarà un perchè ? In un mondo perfetto non ne dovrebbe esistere nemmeno una, sono d’accordo. Non dovrebbe servirne nemmeno una. Ma questo non è mai stato e mai sarà un mondo perfetto.