(Avvertenza: questo post è lungo, di discutibile interesse generale e in certi passaggi potrebbe avere come effetto l’ innalzamento del tasso glicemico per alcuni soggetti. Mi scuso pertanto in anticipo ma fa parte di quegli articoli che mi sento costretto a scrivere per tenere traccia di eventi lontani nel tempoche nonostante la loro importanza rischiano di “sbiadire”. Prendetelo come un ausilio alla memoria).
C’ era una volta, e ancora c’è, un bambino che nei suoi primi dieci anni di vita aveva già cambiato dieci case e dieci città. Un bel giorno il bambino approda nell’ undicesima casa, tornando in una delle dieci città. Un bell’ appartamento in un palazzo nuovo nuovo con un grande giardino recintato, un grande garage, tanti alberi e spazio per giocare. Il palazzo è nuovo ed è ancora mezzo vuoto, in più è pieno inverno quindi non si vede tanta gente… il bambino però è curioso, scende, esplora: intorno è ancora un mezzo cantiere, ci sono un mucchio di cose divertenti, mattoni, sabbia, attrezzi vari, addirittura una betoniera. Sarebbe divertente se ci fosse qualcun altro con cui giocare, ma i “vecchi” amichetti sono all’ altro capo della città e qui di nuovi ancora non se ne parla.