Ma si, via. Oggi mi lascio andare ad un po’ di sana vecchia banalità…
Annuncio ufficialmente che oggi, anche a Roma, è arrivato l’inverno !
Mortacci sua, se è arrivato. Io già stavo lì che dicevo “e vai, questo è l’ anno buono, finalmente ‘sto cacchio di riscaldamento globale ha funzionato… è metà gennaio e ancora nemmeno una gelata” e invece niente. Già da ieri sera si intuiva qualcosa (quando grandina e nevischia e il cane si sbriga a pisciare e ti guarda con quella faccia che dice “col cazzo che stanotte dormo fuori, a me il divano“, non serve essere meteorologo per capirlo), ma stamattina ho avuto la conferma. Sarà che dove sto io è certamente più umido e freddo di altre zone, ma per la prima volta quest’ anno ho dovuto usare il raschietto per il parabrezza della macchina che era blindato dal ghiaccio. Inoltre è tutto il giorno che vado in giro borbottando fra me e me “cazzo, che cazzo di freddo del cazzo, cazzo“.
D’ altronde – per sfoggiare un altro po’ di luogocomunismo – come di dice a Roma “è il tempo suo“: se non fa freddo il 20 gennaio, quando lo deve fare ? In più è tutto il giorno che pioviccichicchia quell’ acquerugiola che è più umidità condensata che pioggia, ma rompe i coglioni più di un temporale.
Tutto questo per tranquillizzare gli araldi dell’ apocalisse: freddo fa freddo, acqua ne scende, la fine del mondo è (ancora) lontana. Non so se siamo in tempo per salvare la stagione sciistica, ma tanto più danni di quelli che hanno subìto quando li hanno fatti direttamente chiudere “per coviddi” non patiranno.
C’è solo il marginale problema che ho il culo gelato. Ma come dice un vecchio adagio, meglio il culo gelato che un gelato al culo.
E in fondo, cosa conta il mio culo davanti alla salvezza del clima ?
(Dunque… famme fà er conto de le parolacce… uhmmm… no, sto fuori standard, aspetta n’attimo… “cazzo che freddo del cazzo” ! Ok, così ce sta).