BARZELLETTA CHE NON FA RIDERE. OGGI. UNA VOLTA SI’.

Una delle tante barzellette sui Carabinieri, questa girava nei primi anni ’80, agli albori dell’ informatizzazione delle forze dell’ ordine:

In una caserma di provincia qualsiasi dei Carabinieri, all’ indomani dell’ inaugurazione con Sindaco e taglio del nastro della “sala CED” con tanto di terminale Olivetti e stampantona ad aghi da 180 colonne a modulo continuo, il tutto collegato al “cervellone” centrale di Roma con una linea dedicata.

Il maresciallo chiama l’ appuntato, l’appuntato si presenta in stanza e batte i tacchi: “Comandi, marescià” !

Comodo, Caputo. Hai visto che bellezza la tecnologia ? Mò che tenimm’ o terminale, nun c’è cchiù bisogno e girà accà e allà a cercà le pratiche e i faldoni… sta tutto là ddint’, schiacci nù bottone e truove tutt’e ccose“…

Eeeh.. marescià, o’ssaccio… era ora che arrivava pur’ accà ! Cognat’mo dice che a Milano sò ggià du’ anne che lo tengono, e funziona comm’ a n’ orologgio“.

Vabbuò Caputo, mò penzavo… prenditi Cacace e De Riso ca tant’ nun tengono mai nu’ cazze che ffà e s’ arrubbano lo stipendio, e svacantate tutta la stanza dell’ archivio. Accussì facimmo nu poc’ e spazio e ce mettimm’ o calciobalilla che ci ha regalato ‘o prevete“.

Sarà fatto, marescià ! Domani è tutto libbero. Che ci faccio con tutte le carte ?

Chello cà vulite vuje… iettatele dint’ e secchiune, facitece nu’ foco, purtatevelle a’ casa, basta ca le fate sparì“.

Agli ordini, consideratelo fatto. Mò ci pigliamme nu bello cafè e iamm’“…

Ah, Caputo, ‘na cosa“…

Comandi, marescià“.

Primm’ è iettà tutt’ e ccose, mi raccomando: FOTOCOPIATE TUTTO” !

😀 😀 😀

Ricordo che quando la sentii la prima volta, sarà stato l’ ambiente, sarà stato il lavoro che facevo, sarà stata una mia predisposizione del periodo, mi pisciai sotto dalle risate. Non riuscivo a smettere, mi faceva ridere anche solo immaginare la scena. C’ era anche quel piccolo “nonsense” dovuto al retropensiero inarrestabile che mi faceva chiedere dove poi avrebbero messo le fotocopie e quello mi faceva ricominciare a ridere.

Insomma era una barzelletta acuta. Peraltro nell’ ambiente si diceva che (come quasi tutte le barzellette sui Carabinieri) fosse frutto dell’ inventiva sarcastica di qualche alto ufficiale dell’ Arma: pare che le migliori le abbiano messe in giro proprio loro.

Oggi invece non rido più per niente. Non solo oggi, da un bel po’ d’ anni penso che non ci sia un cazzo da ridere. Perchè questa non è una semplice freddura (per quanto ben studiata) ma l’ esatta immagine di come funziona il sistema burocratico di questo paese. Non solo di come funziona, ma proprio di tutta la mentalità che c’è dietro. E se già era grave trent’ anni fa, oggi, nel fottuto 2023 è improponibile. Ma è così.

Sono certo che tutti voi in un modo o in un altro abbiate esperienze personali in merito e anche se posso immaginarle (quasi) tutte, mi piacerebbe se le raccontaste qui (sempre se vi va, naturalmente).

Faccio un esempio puntuale ed un altro di più ampio respiro. Per tutti e due si parte dal presupposto che ad oggi c’è un sistema informativo che conosce veramente tutto di noi, aggiornato in tempo reale ed accessibile da ogni amministrazione dello Stato: tutto certificato, tutto disponibile.

Esempio puntuale: succede che una nostra auto una sera, per cause ignote, prenda improvvisamente fuoco a bordo strada e vada completamente distrutta nel giro di venti minuti (i pompieri, immediatamente allertati sono arrivati sul posto solo quando non c’era più niente da bruciare, ma vabbè, non possono essere ovunque in ogni momento). Fortunatamente non si fa male nessuno, nessun danno ad altre cose o persone, solo una macchina da buttare e tante madonne assortite. Chiamiamo il carro attrezzi, carichiamo la macchina e ce la portiamo in deposito. Il giorno successivo, dopo attento esame, il verdetto è unanime: la dovemo buttà. Non si è salvato niente, è ridotta una merda. Peccato, era una bella macchina.

Finita qui ? No, inizia qui. La legge vuole che per demolire correttamente una macchina, questa debba essere completa delle parti principali (motore, cambio, sospensioni, telaio o scocca, ruote anche se inservibili) e soprattutto del libretto di circolazione e delle due targhe. In mancanza di questi elementi, nessun demolitore autorizzato ritira la vettura e rilascia la prevista comunicazione al PRA.

Noi abbiamo tutto, anche se rovinate, le parti essenziali dell’ auto ci sono. Il libretto lo avevamo in originale in archivio (a bordo solo fotocopie timbrate e “conformi all’ originale”, per carità). Quelle che mancano all’ appello sono le targhe. Già. Essendo fatte di un lamierino di merda, non so se di alluminio o cos’ altro, hanno la brutta abitudine – quando sottoposte alle altissime temperature di un’ auto che brucia – di accartocciarsi prima e squagliarsi irrimediabimente dopo. Credo che il numero di telaio punzonato ci sia per quello, almeno c’è un modo di riconoscere le auto anche in quelle condizioni, un po’ come i calchi dentali per le persone.

Ma niente paura ! Siamo nell’ era digitale. Basta una PEC al comando generale dei Vigili del Fuoco con apposita richiesta e (nel giro di venti giorni, il tempo di produrlo) riceviamo un bel .PDF/A firmato digitalmente del “rapporto di intervento” relativo all’ incendio in questione con specificato (bontà loro) che le targhe sono andate distrutte.

Bene. Stampiamo il rapporto, facciamo un bel pacchettino con il libretto, carichiamo il tutto insieme alla macchina sul carro attrezzi che riparte alla volta del demolitore.

Dopo tre quarti d’ ora arriva la telefonata dell’ autista del carro attrezzi:

Ahò ? Senti, qua ciavèmo n’ probblema. Sto cacacazzi nun me fa scaricà er Mercedes, dice che er coso dei pompieri nun je va bbene, perchè è stampato cor compiuter. Dice che vole l’origginale cor timbro e tutto. Che devo da fà ? Mica posso tornà giù carico, io prima de pranzo ciò da recuperà ‘na Smart demmerda a Ciampino e poi ‘na Tesla a Fiumicino, così me perdo la ggiornata“!

Si, siamo nell’ era digitale, ma il demolitore sembra non saperlo e prima di lui è la Motorizzazione che non lo sa, dato che le disposizioni sono vere, granitiche e indiscutibili. Morale, la macchina torna giù, viaggio a vuoto, autista (giustamente) incazzato. Altro tempo perso, altri soldi buttati.

Ovviamente i Vigili del Fuoco, avendo emesso il rapporto in digitale si dicono spiacenti di non poterci aiutare ulteriormente, non rilasciano copie autentiche e peraltro gli uffici sono ancora chiusi al pubblico, dal 2020. Perchè tanto siamo nell’ era digitale.

L’ alternativa sarebbe andare dai Carabinieri col rapporto dei pompieri e fare una denuncia per deterioramento targhe, ma a chi cazzo gli va di andare a perdere un’ altra mezza giornata e far perdere tempo a chi è già oberato a ricevere denunce di tutti i tipi ? E’ come andare al pronto soccorso per farsi una lastra gratis. Immorale, poco etico. E allora ?

Allora, siccome siamo nell’ era digitale, si mette mano al PC, si apre Photoshop, si aggiunge un bel timbro blu, si stampa a colori, ci si butta sopra una firma a penna e via. Abbiamo il “rapporto in originale”.

E vaffanculo.

Ultimo viaggio (davvero), demolizione fatta, missione compiuta.

Ma si può campare così ? Eccheccazzo.

Esempio di più ampio respiro: chi fra voi ha o ha avuto a che fare con le fatture saprà che da qualche anno è in vigore il sistema della “fatturazione elettronica“. Con i suoi pro e i suoi contro, c’è da dire che in definitiva funziona ed è a mio avviso un’ ottima cosa. Brevemente per chi non è del campo, ogni fattura emessa da ogni azienda o comunque ogni soggetto titolare di partita IVA viene trasmessa al cliente (azienda o privato che sia) solo dopo essere stata acquisita dal sistema informatico dell’ agenzia delle entrate (“SDI”, Sistema Di Interscambio). Il risultato è che l’ agenzia sa perfettamente, esattamente e dettagliatamente in ogni momento quante e quali fatture (e di quale importo) ciascun soggetto ha emesso o ricevuto. Tutto ormai a prova di bomba, funziona perfettamente. Se lo stato vuole sapere per esempio quanta IVA devo pagare ogni mese o quanta ne devo scalare a credito, ha già tutto in mano. Basta un “clic” e il lavoro è già fatto. Siamo nell’ era digitale, no ?

Bellissimo. Però, allora, qualcuno avrebbe il buon cuore di spiegarmi – date le premesse – PERCHE’ CAZZO OGNI CAZZO DI TRIMESTRE UNA SOCIETA’ DEVE PREPARARE ED INVIARE (sotto sua diretta responsabilità e a pena di pesanti sanzioni) UNA DICHIARAZIONE PERIODICA IVA DEL CAZZO ? Cazzo. Dichiarazione che contiene per forza di cose ne’ più ne’ meno che i dati già in possesso dell’ agenzia delle entrate ? E non è l’ unico controsenso, ce ne sono parecchi altri, ma anche oggi sento di aver già rotto abbastanza le palle, mi fermo qua.

Mi sa che faceva bene il maresciallo a far fare le fotocopie…