Il maiale sporco

[A cura di: Elettrona e Gifter, da Il Mondo Positivo]

Post ad alto contenuto di spazzatura: con noi i lettori di questo blog ormai dovrebbero esserci abituati.

Non si parla di suini né si vuole offendere qualcuno ma stiamo giocando con le parole; da appassionati di enigmi e giochi quali siamo è il minimo sindacabile e un giorno probabilmente condivideremo anche qui la dimostrazione di quanto gli anagrammi siano un mezzo di satira potentissimo. “Mela è male” relativo alla faccenda di Adamo ed Eva è niente a confronto di quello che c’è in giro! Pensate solo al fatto che Google ha deciso di eliminare il servizio stadia pro ovvero la sua piattaforma di giochi in abbonamento. OK era Stadia ma in mezzo c’era anche il pro.

Stadia Pro“: spostate voi le lettere e se ci avete imparato a conoscere a sufficienza, capirete benissimo il motivo per cui secondo noi l’hanno tolto dalla circolazione. 😂🤣☣

Il trucco non è sulla semplice creazione di una frase partendo da un’altra, bisogna anche saper cogliere quale sia la frase che abbia continuità con quella precedente.

In realtà col maiale non volevamo parlare di anagrammi però lo stesso ce n’è uno di efficace a riguardo: “Giacomo Leopardi” —> “Godi, porco maiale!” E anche “godiamoci parole”. Questi non sono nostri ma arrivano da una pagina molto simpatica su Facebook 101 anagrammi zen e relativo gruppo di enigmisti da cui poi noi due abbiamo imparato uno dall’altro. Forse chi frequenta le pagine Facebook dei media generalisti si sarà accorto che spesso 101 anagrammi zen creava i giochi sul personaggio citato nei loro articoli. Politici musicisti o sportivi che fossero.

Il maiale sporco però nulla c’entra con gli anagrammi: è stata una battuta uscita durante una discussione in merito alle professioni correlate alle lingue perché si parlava dei prezzi alti relativi ai servizi di traduzione.

Elettrona: “Ma possibile! Io potrei chiedere 5 centesimi a parola e riceverne già 20 solo per aver tradotto ‘the pig is dirty’ in ‘il maiale è sporco’!”

Gifter: attenta perché tu sei troppo innocente e non vedi le sfumature di “pig” e “dirty”.

Da sola la frase è banale e indica il suino che si rotola abitualmente nel fango. D’accordo. Ma esattamente come in italiano “pig” (“maiale”) si può rivolgere a una persona particolarmente disinibita a livello erotico.

Ma “dirty”? Anche questa è una metafora e pure brutta: in ambiente etero non ne abbiamo la certezza non avendo mai avuto a che fare con determinate conversazioni ma nel contesto gay “clean” vuol dire “privo di malattie sessualmente trasmissibili” soprattutto una e “dirty”, di conseguenza, fate voi.

Quindi “the pig is dirty” come si traduce? Dipende dal contesto in cui è scritto.

Dimostrazione di come il traduttore automatico e l’intelligenza artificiale siano efficienti in molte attività ma non in questa. Tanto più che una traduzione sbagliata può farti combinare un enorme casino:

Cosa vuol dire “format” in informatica? Può significare il formato di un file: doc piuttosto che pdf o altro. Ma la singola parola significa anche “formatta”! Svuota la memoria del dispositivo! Quindi se l’interfaccia della fotocamera è stata tradotta in automatico, la macchina non contestualizza e su “format” tradurrà “formato” anche se indica l’altro significato. Per cui tu pensi di cliccare sul pulsante per cambiare formato o risoluzione delle foto invece ti cancella tutto.

Noi siamo orgogliosamente pignoli (ipercritici?) nelle traduzioni e quando possiamo segnaliamo agli sviluppatori dei programmi in nostro possesso ogni singola imperfezione specie se sono software a pagamento, e spesso ci vengono a dire che le macchine costano meno di un traduttore reale.

Anche noi usiamo i sistemi automatici, solo come aiuto e rapidità nelle frasi ripetitive ma per il resto entrambi siamo poliglotti naturali:

Di giorno parlo italiano, di notte russo.

14 pensieri riguardo “Il maiale sporco”

  1. Ho lavorato con gente che voleva montar su programmi (automatici) che facevano delle cose in base a delle traduzioni. Io gli ho detto:
    “Siete pazzi! Non esisterà mai un traduttore automatico talmente accurato da cogliere con esattezza ogni frase gli dovesse esser somministrata!”
    Non lavoro più con quelli. Ma sono certo che non sono riusciti a fare quello che volevano.
    Grave che non ci fossero arrivati con la loro testa e avessero bisogno di prove…

    1. [Gifter] – apposta ti dico: l’automatico e l’intelligenza artificiale non uccideranno MAI la creatività umana perché i prodotti messi sul mercato da chi fa affidamento solo sulle macchine hanno una qualità indiscutibilmente inferiore. Se non altro lato testing perché se la fotocamera ha scritto “formato” anziché “formatta” è un errore troppo serio per non essere notato, che dici?

      Provato anche a fare anagrammi coi generatori automatici però anche il moderno Chat GPT non dirà mai questo:

      “storia delle anime” —> “una merda, dite? Io sì!”

      oppure “a Natale virus dava” —> “una vita da salvare”

      – sono dei titoli di libri con cui io ed Elettrona abbiamo giocato.

      I generatori possono essere un punto di inizio o un aiuto in corso d’opera ma anche il navigatore GPS se tu non sai guidare non ti porta lontano.

  2. Bisogna ammettere però che i traduttori automatici (soprattutto quello della grande “G”) hanno recentemente fatto dei passi da gigante. Molto contano le “scimmiette” che ci stanno dietro (tutti i vari dipendenti, stagisti e collaboatori a vario titolo e soprattutto gli utenti che fanno da “beta tester”): l’ intelligenza artificiale ha bisogno di input continui e di qualcuno che li indirizzi nelle caselline giuste.
    Sta di fatto se traducete un paragrafo con Google (a meno di clamorosi errori di contesto) oggi ottenete una cosa accettabile per la maggior parte degli usi.

    Il problema nasce quando ci si fida troppo. E poi – più grave – quando asseriti traduttori “umani” senza scrupoli spacciano per loro il lavoro di un computer. E succede più spesso di quanto non si creda.

    Soprattutto quando si tratta di opere letterarie, la cazzata è sempre dietro l’ angolo… faccio spesso l’esempio di Stephen King, che fino ad un certo punto è stato sempre tradotto in Italia da un certo Tullio Dobner. Bene, Dobner era IL traduttore di King: l’ unico che non ti faceva rimpiangere la versione in lingua originale. Poi purtroppo si è ammalato ed ha lasciato questa terra: da quel momento non sono riuscito più a leggere King in italiano senza incazzarmi. Recentemente addirittura (e qui torno al discorso) sono sicuro che i traduttori attuali facciano largo uso di sistemi automatici e il brutto è che in certi casi nemmeno controllano. Si leggono certe stronzate da far rizzare i capelli: se l’ originale è: “is it an auto or a stick” ? (riferito al tipo di trasmissione di un’ automobile) tu NON PUOI TRADURRE con “è automatica o è a bastone” ? Semplicemente non puoi. E se leggi “the unmistakable and frightening sound of a round being chambered into a shotgun” DEVI tradurre “l’ inconfondibile e terrorizzante rumore di un fucile a pompa che viene caricato”, e NON “il certo e terrorizzante suono di una cartuccia che viene incamerata in un fucile”. Perchè non rende l’idea. E sputtana tutto il resto. Questo lo può fare Google, non un traduttore professionale.

    Comunque si può sempre migliorare, basterebbe un po’ di buona volontà e di onestà intellettuale e non…

  3. [Gifter] – King! Mai riuscito a digerirlo e sarò uno dei pochi probabilmente; concordo in pieno sulla continua crescita dei traduttori e modelli generativi che tra manodopera ed evoluzione tecnologica migliorano sempre.

    Dopo sarà da discutere su quanto gli esseri umani addetti a questo vengano valorizzati o meno ma qui si entrerebbe in un discorso infinito da cui usciremmo sfiniti.

    Quella che è la mia paura è trovarmi un domani anche il thriller più avvincente rovinato in modo irreversibile dalla traduzione automatica! O in alternativa l’editore dovrebbe scegliersi un correttore di bozze umano a sistemare gli errori della macchina.

    Io da parte mia avevo con Elettrona il sogno di trasformare i PlusBrothers mondo positivo in un libro self-published su Amazon kindle poi quand’ho visto quanto lavoro ci starebbe dietro con editing e resto ho preso e detto ciao ciao libro. Non ce lo possiamo economicamente, fisicamente, psicologicamente permettere.

    Possibile che noi ci facciamo questo problema e gli editori sfornano libri tradotti malamente senza un minimo di cura?

    1. Sicuro, non possibile. Soprattutto le edizioni cosiddette “economiche” o (visto che le hai citate) alcune pubblicazioni in formato elettronico. Per non parlare di errori ortografici, problemi di impaginazione ed altre amenità. Immagina un libro con delle tabelle: nella versione cartacea sono messe in modo da prendere la doppia pagina affiancata perchè sono più larghe che alte. In questo modo ti spiani le pagine e leggi la tabella per intero. Bene, nella versione Kindle le lasciano esattamente così, peccato che lì (a meno di non metterti a spipolare con le impostazioni ogni volta) si veda UNA pagina per volta. Fare avanti e indietro ricordandoti che riga stavi leggendo sulla pagina precedente è una follia. Eppure…
      E stiamo parlando di un libro che in formato Kindle ti costa comunque 14,99, mica regalato !

      1. dirò a Elettrona di farci un bel post sugli ebook perché nel suo caso guai se non ci fossero ma per noi che vediamo, soprattutto quando non investono nella cura del layout, è frustrante leggerli a quel modo.

  4. Off-Topic ma non troppo (momento di autopromozione): colgo l’occasione per rammentare a tutti i presenti che se servono traduzioni da e verso italiano e inglese rimango a disposizione. Se è roba tranquilla per uso personale è tutto aggratis, se si complica (o se poi ci gudagnate) se ne parla, se serve traduzione giurata per documenti o altro si può fare ma vi costa un botto. 😉

    1. sai che avevamo idea di mettere il Mondo Positivo anche in inglese?
      Solo che, se molte storie possono esser tradotte, in altre ci sono gli anagrammi o giochi di parole specifici italiani e anche se traduci lettera per lettera non renderai mai l’idea.

      1. non renderebbe comunque: per farlo rendere devi trovare una frase in lingua con parole diverse e lo stesso significato o, almeno, un enigma inglese che renda l’idea.

        Mi viene in mente la celebre frase di Frankenstein Junior che in italiano è “lupo ululì castello ululà”.

        In italiano non rende ma il gioco di parole si riferiva a “werewolf” che vuol dire “lupo mannaro” e “where wolf” con pronuncia simile che invece significa “lupo dove?”

        Quindi la risposta era “There, wolf. There, castle.” Lupo di qua, castello di là.

        Hanno voluto usare il gioco col verbo ululare per far sorridere forzando un doppio senso con parole inventate perché altrimenti non ci sarebbe.

      2. E’ così. Ed è difficile davvero, spesso bisogna sacrificare qualcosa per mantenere il senso generale del discorso.
        Per tacere poi del fatto che se non hai un bagaglio linguistico grosso come una casa certe eventuali “espressioni equivalenti” non ti vengono proprio in mente. Dal canto mio (non per fare lo “sborone”) credo di aver assorbito talmente tanto “dialetto”, frasi idiomatiche ed espressioni gergali sia in italiano che in inglese da riuscire quasi sempre a trovare l’ incastro. Quasi, perchè a volte è proprio impossibile.

      3. Poi dipende anche molto dall’ambiente in cui pratichi la lingua: Elettrona sa più termini del contesto informatico io ne so di più su altro (porcellate comprese) se non sei di madre lingua non trovi la quadra neanche se vuoi! Non a caso abbiamo chiuso il post con “di giorno parlo italiano, di notte russo”. Il mio ex è americano di Boston e quando gli ho fatto la battuta in questione ha impiegato venti minuti a capirla malgrado sia in Italia da trent’anni e abbia appreso l’italiano molto bene sia in lettura sia in scrittura.

      4. poi lasciamo stare quando gli ho giocato lo scherzo “io russo, tu russi”! Reginald a chiedermi perché usassi il plurale. No! Questa è la seconda singolare del verbo russare. “Io amo tu ami”, “io russo tu russi”. Però russo e russi è anche singolare e plurale degli abitanti della Russia! Il che è solo una coincidenza! Però “tra smettere e continuare è meglio trasmettere” l’ha capita subito!!! LOL

      5. 🙂 Pensa che ultimamente mi sono messo a studiare proprio il russo. Mi ha preso così, d’ impulso. Più che altro per avere una chance in più quando mi troverò l’ armata rossa fuori dal cancello, almeno potrò spiegargli che io non ero d’ accordo. Per come stanno andando le cose mi sa che è meglio che mi sbrigo 😀

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