Nelle more della redazione dell’ articolo sugli “investimenti” (che merita lunga ed accurata revisione), mi sale oggi un “pippone” sul cosiddetto “recupero crediti” e sul come affrontarlo nel caso venissimo da questo interessati. Spero non serva a nessuno, ma vai a sapere.
Tratto ovviamente di quelle fattispecie che possono colpire tutti, roba piccola tipo finanziarie per rate di “credito al consumo”, bollette di utenze varie, cose così. Non parliamo qui di debiti “grossi” tipo rate di mutuo perchè in quei casi c’è ben poco da fare. (Non è del tutto vero perchè qualcosa si fa anche lì, ma sono altre dinamiche che qui non analizziamo).
Tutto ciò che scrivo è frutto di diretta esperienza personale e come tale va preso. Ne so parecchio, non perchè lavori in questo campo (ho già detto che alcune delle cose che faccio per campare sono discutibili a giudizio dei più, ma fra queste NON c’è il recupero crediti, perlomeno non nel senso comune del termine), ma perchè mi ci sono trovato spesso in mezzo e credo di aver imparato abbastanza. Dato che l’esperienza di uno aumenta il suo valore quando è condivisa, vado di post.
Doveroso citare la nostra Elena per quanto attiene alla sua visione del “debito“, che mi permetto di interpretare e fare mia: monetariamente parlando, il debito nei confronti di una persona (tipo amico che ti ha prestato dei soldi) ha la priorità assoluta ed è l’ unico degno di essere onorato senza se e senza ma al di fuori di ogni discussione e senza nessuna scusa. La storia cambia quando il debito è nei confronti di una società, un’ istituzione, una banca o simili. Vale sempre la regola per cui “pacta sunt servanda” e quindi se si sottoscrive un contratto questo va rispettato… però, nei fatti, in questi casi qualche “strappo” è concesso.
Ripeto, probabilmente siamo tutti bravi e “buoni pagatori”, quindi di tutto ciò che segue non gliene fregherà un cazzo a nessuno, però io la butto là tante volte dovesse servire.
Bene, questa era solo la premessa. Mò comincio, eh ? Tranquilli.
Le società di recupero crediti, dalla piccola ditta individuale alla grande Spa strutturata seguono tutte più o meno la stessa trafila: le più piccole tendono a scimmiottare quelle grandi e a millantare l’ intervento di avvocati dai nomi altisonanti per farsi “belle e grosse” all’ occhio del debitore. Difficile che addirittura si inventino gli avvocati (anche se qualcuno lo fa) ma in genere questi non si scomodano oltre l’ invio di una lettera di messa in mora formale: un avvocato non si muove per meno di una certa cifra e se l’ importo da recuperare è inferiore ai 1.000 Euro al massimo firma una raccomandata, di più non fa.
Il recupero crediti viene interessato in genere quando il creditore le ha provate già tutte e sta per rassegnarsi a non vedere più un soldo. E’ l’ ultima spiaggia prima di mettere definitivamente quella cifra in bilancio fra i “crediti inesigibili”. Se non funziona, il famoso avvocato rilascerà una dichiarazione nella quale dice che i soldi sono irrecuperabili (“debitore insolvibile“) e il creditore almeno li “gira a perdita” e risparmia un po’ di tasse.
Partiamo dal presupposto che voi quei soldi li dobbiate effettivamente pagare. In genere è così, perchè nessuna azienda arriva al recupero crediti per soldi contestati o non realmente dovuti: quella è una cosa che fa solo l’ agenzia delle entrate, gli altri sono persone per bene. Diciamo che però, visto che siete arrivati a quel punto, non è che ne abbiate una gran voglia e soprattutto volete pagare il più tardi possibile.
Il primo approccio del recupero crediti in genere è scritto: dato che tendono a risparmiare pure loro, di solito mandano una lettera semplice, già munita di tutti i toni intimidatori del caso, dove invitano il debitore a contattarli facendo riferimento ad un “numero di pratica”.
Suggerimento n. 1: le lettere “normali”, non raccomandate, dove non ci sia prova della loro ricezione equivalgono a ZERO. Potete cestinarle e fottervene allegramente. Lo stesso vale per gli SMS e per le email ordinarie. (ATTENZIONE: questo non vuol dire che il debito si possa ignorare e che il creditore non possa iniziare un’ azione legale, perchè probabilmente il creditore stesso, prima di passare al recupero crediti avrà già provveduto a “certificare” il debito mandandovi lui una raccomandata. Ma come abbiamo detto, il fatto che abbia passato la cosa al recupero vuol dire al 90% che non ritiene di muoversi legalmente perchè probabilmente il gioco non vale la candela).
Se invece hanno – o rimediano in giro – il vostro numero di telefono o se malauguratamente siete cascati nel tranello della lettera minatoria e li avete richiamati voi, passiamo alla comunicazione orale. Vi troverete quindi a parlare con operatori più o meno preparati, più o meno cordiali, più o meno italiani, più o meno deficienti (questo varia a seconda della società). Caratteristiche comuni a tutti sono:
- un falso tono di riservatezza, quasi da cospiratore;
- un senso di altisonanza nella presentazione (“Sono la Dottoressa Sbrindelloni per conto ACME, ho delle comunicazioni amministrative che la riguardano“);
- un’ aria come se stessero parlando di una questione di vita o di morte;
- la generale tendenza ad intimidire.
Suggerimento n. 2: rimanete calmi e “possibilisti” ma ponete delle premesse chiare, tenendo in considerazione il fatto che anche se siete “in torto” non siete Matteo Messina Denaro e loro stanno lavorando ma pure voi e quindi ve ne frega il giusto (un cazzo). Se iniziano la telefonata con: “parlo con il Signor Albert1” ? voi prima di confermare chiedete: “in merito a cosa” ? Solo dopo che vi hanno detto di che si tratta dite pure di si. Sappiate che loro millanteranno, quindi se millantate un po’ pure voi ci sta. Può essere utile dir loro una cosa del genere: “so di cosa si tratta, prima di procedere devo informarla che sto registrando la nostra conversazione. Se non acconsente alla registrazione può chiudere la chiamata ora“. Non serve a un cazzo, e a meno che non siate attrezzati a tal fine (io per esempio lo sono anche se non si potrebbe) non è nemmeno vero, ma a loro li mette sempre un po’ sul “chi vive“.
Suggerimento n. 3: prendete tempo. Le società di recupero crediti hanno un termine entro il quale devono “chiudere la pratica”: può variare da poche settimane a qualche mese, ma più gliene sottraete, più prendete il controllo della situazione (spiego poi perchè). Ad ogni modo l’obiettivo era pagare il più tardi possibile, giusto ? Allora prendete tempo. All’ inizio ve lo concederanno volentieri. Un sistema semplice è questo: “a grandi linee sono al corrente della questione, ma ora mi trovo fuori ufficio/casa/studio e non ho la documentazione sotto mano. Inoltre sono coinvolte altre persone, dovrò necessariamente fare il punto con loro. Le chiedo pertanto la cortesia di volermi richiamare verso l’inizio della prossima settimana, possibilmente a metà pomeriggio, nel frattempo verifico, grazie“. A voi può anche sembrare di stare “scappando”, ma vi assicuro che per loro questa è già una piccola vittoria: hanno preso contatto, sanno che esistete, che rispondete al telefono e che volete collaborare. Fatto questo, potete tranquillamente dargli “buca” per le prossime due o tre chiamate (sempre nell’ ottica di prendere tempo), tanto richiameranno.
Nel frattempo potete usare altre tecniche dilatorie, tipo chiedergli di mandarvi della documentazione (questo vorrà dire fornirgli un indirizzo email, ma non è grave anzi è utilissimo perchè così voi otterrete il loro): potete – ed avete diritto di – chiedere l’invio dei conteggi, delle copie delle fatture / bollette di cui vi chiedono il pagamento, soprattutto copia del “mandato” firmato dal creditore che autorizza la Dottoressa Sbrindelloni ad agire per suo conto. Se sono bravi e preparati ve li mandano subito, se no passa altro tempo, il che è un bene.
Suggerimento n, 4: non lasciatevi intimidire. Mai e poi mai. Più passa il tempo e più la Dottoressa Sbrindelloni si farà aggressiva (perchè sa che il suo tempo sta per scadere): lei ha fretta di chiudere, voi no. Quindi voi siete in vantaggio, lei lo sa e per vanificare il vostro vantaggio comincerà a dire cose tipo “guardi, questa è una fase pre-legale, ma se non risolviamo entro X giorni sarò costretta a passare il tutto all’ Avvocato Sgargarozzoni e poi la cosa diventa più onerosa“. Ricordate a questo proposito quanto detto prima: nessuno è così matto da iniziare una vera e propria azione legale in tribunale con decreto ingiuntivo e tutto per recuperare somme inferiori ai 2.000 Euro (in genere si muovono solo dai 4.500 in su, ma di questi tempi ci si attacca a tutto). Come detto al punto 2, siate sempre possibilisti e collaborativi, solo “allungate il brodo”. Il tempo qui gioca a vostro favore. Per dare l’idea di voler collaborare veramente, una volta ricevuta la documentazione che gli avete richiesto, chiedete di comunicarvi per iscritto l’ IBAN su cui effettuare il pagamento. Inutile raccomandarvi di usare sempre metodi tracciabili, ma il bonifico è il migliore e l’unico (poi spiego perchè). Può capitare che i più organizzati vi indichino un link ad una pagina dedicata del loro sito dove è possibile pagare con carta di credito. Declinate cortesemente l’invito, non avete una carta di credito e potete pagare solo con bonifico. Insistete per l’ IBAN.
Se siete stati bravi, l’ avete portati in giro almeno per un mesetto (se siete stati bravissimi anche di più) ed avete ottenuto una mole considerevole di documenti ed informazioni. Li avete fatti innervosire abbastanza, perchè sono vicini al momento in cui dovranno capire se hanno lavorato gratis o se sono stati capaci di recuperare qualcosa. Abbiamo detto che i soldi sono dovuti, che è nostra intenzione pagare, l’ importo è accettabile, non stiamo scappando. Siamo pronti per il suggerimento finale. E quindi…
Suggerimento n. 5: trattate. Tutto è “trattabile”, tutto è “negoziabile”. Loro sono cotti al punto giusto, voi avete avuto il tempo di accantonare qualche soldino per far fronte alla spesa. Siete sempre in posizione dominante, approfittatene. Voi avete quello che loro vogliono (i soldi), adesso si gioca come dite voi. Torniamo un attimo all’ inizio e ripetiamo il concetto fondamentale: quando un creditore affida la pratica ad un recupero crediti, quei soldi l’ ha già dati per persi. Per questo motivo, ogni contratto di servizio con le società di recupero prevede che queste abbiano una certa autonomia transattiva. Il creditore gli affida da recuperare 1.000, ma gli accorda la facoltà di “concedere uno sconto” al debitore che varia da un minimo di 300 ad un massimo (in media) di 500. Il caso del 50% è un limite difficile da raggiungere, perchè in pratica azzera i guadagni del recupero, ma il 30% è una certezza. Su questa base, dopo tutto il tira e molla “stop & go” durato settimane e la scadenza (per loro) della “restituzione pratica” che si avvicina, fate la “penultima mossa” (l’ ultima arriva per ultima 😉 ): il debito era 1.000 ? Voi offrite a voce due possibilità: “considerate le difficoltà economiche del momento” potete dargli l’ importo scontato del 40% (cioè 600 Euro) subito ed in unica soluzione, oppure l’ importo scontato del 30% (cioè 700 Euro) in due rate: 350 Euro subito e 350 dopo 30 giorni. Il tutto a saldo definitivo della posizione, senza più nulla a pretendere da parte del creditore.
Credetemi, non gli sembrerà vero. Se potessero, vi bacerebbero in fronte.
Ovviamente non possono mostrare entusiasmo, anzi appariranno molto “scocciati” da tutto ciò, e ve lo faranno pesare, ma voi ve ne battete la ciòlla. Avete già “vinto” (per quanto si possa considerare una vittoria dover cacciare dei soldi, ma abbiamo detto che glieli dovevate dare, quindi)…
Diranno allora che devono vedere, devono farsi autorizzare, bisogna predisporre un piano di rientro, un accordo che andrà sottoscritto, diranno che vi mandano qualcosa da firmare, diranno un sacco di cazzate, ma qui siamo arrivati all’ “ultima mossa“.
Dite di si, dite che vi mandino tutto, voi siete disponibili.
Ma appena riattaccate il telefono, avete l’ IBAN, avete 600 Euro, aprite l’ home banking e gli fate un bel bonifico di 600 Euro con causale “SALDO E STRALCIO PRATICA N. XXXXXXX”.
Vi salvate il .pdf dell’ operazione e glielo allegate ad una bella mail dove scrivete: “Egregi Signori, come da accordi intercorsi con la Vs. Dott.ssa Sbrindelloni, si allega evidenza contabile del bonifico effettuato in Vs. favore a totale chiusura per saldo e stralcio della pratica N. XXXXXX. In attesa di formale quietanza per la medesima, nel ringraziarVi per la cortese collaboarazione porgo cordiali saluti“.
E vaffanculo (ma questo non lo scrivete). 🙂
(“Albè… ma senti un po’… mortacci tua, ma tutta ‘sta storia e poi ce fai caccià 600 Euro” ?)
Beh. Questa è una possibilità… poi ce ne sono altre, ma questa se vogliamo è la più “equa”. Salva il vostro “ego”, vi dà la soddisfazione di condurre il ballo a modo vostro e vi fa risparmiare 400 Euro. Il tutto con delle informazioni che per qualcuno potranno essere banali, ma che non tutti conoscono.
Come ho detto, ci sono ulteriori “livelli”, io per esempio sono riuscito a “non restituire” 30.000 Euro ad una banca, ma è una di quelle cose per le quali ci vogliono i sottotitoli tipo: “le azioni riprese in questo video (ed i procedimenti descritti) sono condotte da professionisti specificamente addestrati e sono qui esposte a puro scopo di intrattenimento: se ne sconsiglia l’uso personale (don’t try this at home) e si declina ogni responsabilità per le conseguenze che nel caso dovessero derivarne“.
Quello che ho scritto fin qui, invece, è una cosa “tranquilla”, più tipo “Art Attack“: si può fare.
P.S.: sempre nell’ ottica del discorso “Pass It On”, sono ovviamente a disposizione per eventuali chiarimenti o suggerimenti riteniate necessari.