Sono un uomo molto fortunato.
Sprecatore di tempo, riempitore di spazi, scopritore di inezie, raccontatore di silenzi.
E' un piacere fare la tua conoscenza.
Oggi tocchiamo un tasto dolente: uno dei più importanti capolavori della Letteratura italiana parrebbe in realtà essere stato plagiato da una fiaba di Nonno Tritolo.
Sono certo che le malelingue insinueranno che Manzoni ha scritto e vissuto ben prima di Nonno Tritolo e che semmai il plagio va considerato nell’altro verso.
A questi signori “precisini” non posso che rispondere con le parole di Nonno Tritolo in persona: “Ti devi fare i cazzi tuoi!”
A giudicare dalle vostre reazioni, le fiabe di Nonno Tritolo vi piacciono.
Nonno Tritolo è contento che voi lo abbiate letto senza farvi condizionare dal suo momentaneo stato di detenzione (Nonno dice “momentaneo” perché non crede che il suo ergastolo lo terrà lì dentro per sempre).
E’ con piacere quindi che sottopongo alla vostra attenzione una nuova storia.
Visto che a noi scrivere piace, ho pensato di fare sapere anche a voi che c’è un quasi quattordicenne che ha bisogno di ricevere lettere.
Lettere che gli raccontino che cosa succede fuori da casa sua, perché da lì non riesce a uscire: c’è una cosa, si chiama Sarcoma di Ewing, che lo tiene chiuso dentro.
Ho un amico, che per anni è stato vicino di casa di una bella ragazza, il cui biscugino era stato in Argentina con un tizio che aveva lavorato per alcuni mesi per un distinto signore di Cremona, il cui nonno era un ergastolano a cui piaceva raccontare fiabe.
Con un giro di telefonate, buste e bustarelle, sono venuto in possesso di una buona porzione dei carteggi inerenti alle summenzionate fiabe.