Ringraziando per l’ospitalità in questo blog, colgo l’occasione per scrivere alcune riflessioni che ho fatto di recente.
Mi trovo spesso a interfacciarmi con i bisogni e i desideri delle persone, anche proprio in virtù del mio lavoro, che mi offre l’opportunità di poter tendere una mano o offrire maggiore chiarezza a chi vive situazioni complesse o poco chiare.
Quello che noto è che siamo tutti molto fragili. Non parlo di una fragilità caratteriale, ma piuttosto di una sorta di vulnerabilità emotiva.. come se i nostri sentimenti potessero esporci a dei rischi incalcolabili. Cerchiamo rassicurazioni, ma barricandoci dietro a enormi muri di difesa, dando l’idea di non avere bisogno di nulla.
Nonostante a livello verbale risulti abbastanza facile dire ciò che si vuole o che non si vuole, nella realtà dei fatti sembra che tradurre queste cose non sia altrettanto semplice. Come se diverse dinamiche, reali, e non teoriche, andassero a mettere in discussione i vari “buoni propositi” che uno si pone.
Come esseri umani, abbiamo tutti il desiderio di stare bene. Stare bene si può tradurre in molti modi, che non devono per forza combaciare con le etichette sociali o familiari. Tuttavia, molti nascondono dietro una corazza i loro più profondi desideri, come se lo stesso fatto di ammetterli potesse in qualche modo renderli “attaccabili”.