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non è importante riuscire a raggiungere le stelle... l'importante è avere stelle da raggiungere

La bussola

Meno male che c’è lui, anzi Lui con l’iniziale maiuscola come conviene ad un tale personaggio. Perché, pur se dimissionario, Egli continuerà a fare quello per cui era stato messo al posto che (forse) occupa ancora per poco, ossia non solo tassare i soliti noti ma ORIENTARE LE MENTI, in quanto la politica è soprattutto cultura.

Ohibò, chi si crede di essere costui? Mao Tze Tung ( o Ze Dong, non ricordo esattamente)?

Mica siamo cinesi, noi, i cinesi di allora intendo, perché quelli di oggi sono un mix di cumunismo-capitalistico (sembra un ossimoro, ed in fondo, forse, lo è). Abbiamo dei cervelli, ultimamente un poco atrofizzati, è vero, ma grattando la dura madre qualcosa sotto c’è ancora.

Ma Lui si crede la bussola che ci indica il retto cammino, si ritiene la lampada che lo illumina (in fondo al tunnel !), sembra l’angelo sceso in terra a miracol mostrare e ci dispensa le sue sagge parole con i suoi soliti sorrisetti spocchiosi, le sue battutine (quella sul nipotino chiamato Spread all’asilo… che pena) che perfino l’uomo di Bettola pare un intellettuale.

E cosa vuoi orientare in una nazione impoverita, mentre i soliti noti fanno gli Epuloni e se la spassano? Ma l’uomo della sobrietà, con l’aria altezzosa, ma solo leggermente (lui non eccede mai in nulla), ci rivela che Lui orientava le menti anche dei suoi studenti.

Ma siamo matti? Un educatore che, invece di stimolare il libero pensiero, di promuovere un dibattito, di incentivare i giovani a pensare con la propria testa in modo che sappiano trarre delle conclusioni, di scambiare delle opinioni in modo che dalle menti possano scaturire idee originali e/o progetti innovativi, li orienta in modo che tutti pensino in maniera omologata.

No, mi rifiuto di diventare una pecora di un simile gregge, per quanto valido sia (o sembri) il pastore. Mi rifiuto di mutarmi in un clone del maestro di pensiero tra tanti altri cloni, una pecora Dolly, uguale tra tutte le altre, senza alcun pensiero se non quello di mangiare e senza la forza di ribellarmi alla tosatura…

Il marpione

 

Ho sempre avuto ammirazione e simpatia per i toscani. Lasciamo perdere i “classici”, come Dante, Petrarca,Boccaccio, Michelangelo, Giotto etc e passiamo ai contemporanei : ho una vera adorazione per Alessandro Benvenuti, mi piacciono Leonardo Pieraccioni e quel povero cristo di Francesco Nuti prima che la malattia lo riducesse molto, molto male… Paolo Hendel, Athina Cenci ed il “vecchietto” Novello Novelli sono anche tra i miei preferiti… Mi è simpatico anche quella faccia da schiaffi di Ceccherini, un pochino meno Panariello, ma ce n’è uno che proprio non digerisco.
Decisamente non sopporto più Roberto Benigni e la sua volgarità che non data da adesso, ma da tanto, tanto tempo, ancora dai tempi di “Televacca”. Ricordo il suo “Inno del corpo sciolto”, i palpeggiamenti alle parti intime di Pippo Baudo, lo sbaciucchiare e brancicare Raffaella Carrà… Tutte cose che mi hanno dato estremo fastidio, specie perché passate sulla televisione pubblica. Quindi nel contesto odierno, tra gli insulti di Grillo, la ribollita toscana Bindi che manda affan… la zarina Rossa Berlinguer ed altre amenità del genere, Benigni ci sta a meraviglia, la classica ciliegina sulla torta.
Un personaggio ritenuto genio, anzi geniaccio, ma le cui uniche performances rimarchevoli sono l’aver camminato sulle spalle altrui alla cerimonia per il ritiro dell’Oscar, e l’essere arrivato sul palco di Sanremo sul dorso di un cavallo bianco con tanto di vessillo sventolante propinandoci pistolotti scontati sull’Unità d’Italia a tutto spiano. Ma chi si crede di essere?
Ed ora tra pochi giorni ci delizierà con la lettura e l”interpretazione della Costituzione, la più bella del mondo…sarà, ma la nostra carta ha anche bisogno di un ritocchino perché ormai mostra tutti i segni dell’età. Ma si sa: noi, popolo bue, dobbiamo essere “educati”, quindi via libera alla lezioncina esplicativa.
Boh, la RAI non può buttar via i suoi soldi in maniera migliore? Si parla di 1,8 milioni di euro, cui aggiungere altri 4 milioni per le 12 serate “Tutto Dante”, alla faccia della crisi ed alla faccia dei “compagni” che sono sempre meno proletari e sempre più capitalisti.
Se la lettura dei versi della Divina commedia ci può anche stare (ma li avete mai sentiti declamare da Gassman, Carmelo Bene o Albertazzi?), la Costituzione…per carità, no…
Personalmente poi non ritengo Benigni neppure un attore (figuriamoci poi un “grande” attore), ma un guitto, un istrione grottesco, una maschera dai tratti volgari e dall’espressione pressocché perennemente imbambolata ….e un marpione estremamente sopravvalutato da pubblico e critica (e forse è stata la critica ad influenzare il pubblico). E se i primi filmetti erano “cosine” simpatiche, molti sono stati i flop, anche al botteghino. Ciononostante, il nostro trova sempre spazi sulla televisione pubblica, e pure a caro prezzo.
Tutto questo, dato che pur non guardando quasi mai la TV, mi fa incavolare e parecchio perché sono una di quelle stupide che paga regolarmente il canone per tutte le scempiaggini che vengono mandate in onda.

Confrontate…



Memoria breve

Non ho parole da dire, avrei semmai solo parolacce.

Me la ricordo, quella donnicciola, piagnucolante, implorante, che con le mani giunte supplicava che la salvassero dai cattivi talebani. Per liberarla, perse la vita l’alto dirigente del SISMI Nicola Calipari, e furono inoltre sborsati 4,6 milioni di euro.

Adesso la donnicciola in questione fa la dura, si scaglia contro la Ferrari che “osa” correre sul circuito indiano con la bandiera della Marina Italiana sul cofano.

Non commento, altrimenti imprecherei solamente, ma condivido molte delle osservazioni in risposta all’articolo della giornalista (?), del quale allego il link.

http://giulianasgrena.globalist.it/Detail_News_Display?ID=38784&typeb=0&Loid=132&Ferrari-vergogna-

Di certo non mi aspettavo che facesse come Fabrizio Quattrocchi…lei è una donnetta, senza nerbo, senza dignità, senza nulla…senza neppure memoria di quello che le è successo, senza riconoscenza e gratitudine per chi ha perso la propria vita per salvare la sua, perché le divise vanno bene solamente se servono a salvare la sua pellaccia e non considera che i due marò stavano solo compiendo il loro dovere, come lo stava compiendo Calipari. Dispiace solo che sia morto lui e non lei.