un articolo di Massimo Fini
Perchè tutti (o quasi) noi maschi abbiamo tifato per Delio Rossi, l’allenatore della Fiorentina che, irriso e sbeffeggiato dal giocatore Adem Liajic, appena sostituito, gli si è gettato addosso colpendolo con tre o quattro cazzotti ben assestati? Perchè, in questo mondo femmineo, abbiamo visto, finalmente, una reazione virile. Ci voleva del coraggio a 52 anni suonati, al limite dell’infarto, per battersi con un ragazzo di vent’anni, un atleta nel pieno della sua forza, per di più serbo, e suonargliele. Con quell’atto Rossi ha perso, forse, la sua autorità di allenatore, ma ha riguadagnato la sua dignità di uomo.
Naturalmente a livello ufficiale e istituzionale c’è stata l’esecrazione generale per Delio Rossi, così come era avvento quando un passante aveva mollato un cazzotto al quarantenne Daniele Capezzone, che invece di restituirglielo era andato a ‘chiagne’ da mammà.
In Italia si può fare di tutto, farsi pagare la metà della casa, avere frequentazioni mafiose, grassare denaro pubblico, e rimanere all’onore del mondo, ma se uno, preso da comprensibile ira, sferra un cazzotto è irrimediabilmente out.
Il benessere, insieme a suo figlio il ‘politically correct’, ha compresso innaturalmente tutti i nostri istinti fra cui c’è anche l’aggressività. E un quantum di aggressività è invece necessario perchè fa parte della vitalità. Il nostro atteggiamento tremebondo di fronte agli immigrati deriva proprio da questo: che loro sono vitali, noi non più. Qualche tempo fa mi è capitato di assistere in corso Buenos Aires, una grande strada commerciale di Milano, a questa scena. Due giovani italiani, un ragazzo e una ragazza sui tren’anni, hanno incrociato un albanese che ha squadrato dalla testa ai piedi, con insistenza, la donna, in un modo oggettivamente offensivo. Il ragazzo si è permesso di dire qualcosa all’albanese che lo ha ripagato con un tremendo ceffone. E il ragazzo, tenendosi la guancia: “Ma no, parliamone…”. Parliamone? Doveva riempirlo di botte. Continua a leggere Io sto con Delio Rossi, considerazioni →