Pubblicato da Frida la Loka
Tragico verso tratto da una lirica premonitrice di Karin Boye (Göteborg, 1900 – Alingsås, 1941), poetessa e critica letteraria svedese morta suicida a soli 41 anni.

Le stelle
Ora è finita.
Ora mi sveglio.
Ed è quieto e facile l’andare,
quando non c’è più niente da attendere
e niente da sopportare.
Oro rosso ieri, foglia secca oggi.
Domani non ci sarà niente.
Ma stelle ardono in silenzio come prima
stanotte, nello spazio intorno.
Ora voglio regalare me stessa,
così non mi resterà alcuna briciola.
Dite, stelle, volete ricevere
un’anima che non possiede tesori?
Presso di voi è libertà senza difetto
lontana la pace dell’eternità.
Non vide forse mai il cielo vuoto,
chi dette a voi il suo sogno e la sua lotta.
Salva
Il mondo scorre da fango,
vuoto lo riempie.
Ferite, che il giorno ha aperto, si chiudono, quando è sera.
Calma, calma inclino il capo
a una santa visione, il tuo ricordo che indugia.
Tempio; rifugio; purificazione;
santuario mio!
Sulle tue scale lontana la tenebra, salva,
serena come un bimbo mi addormento.
La breve esistenza della Boye, divenuta celebre grazie al romanzo distopico 'Kallocaina', che anticipava l'avvento dello Stato mondiale raccontato da Orwell in '1984', è marcata in modo drammatico dalla scoperta della sua omosessualità all'età di 18 anni. La donna vivrà sempre con tormento questo orientamento affettivo, condannato all'epoca dalla Legge e dalla morale comune della sua nazione.
Nel '32 si trasferisce a Berlino, dove convive con la compagna Margot Hanel, e decide di curare una profonda depressione con la psicoanalisi. Invano: come aveva previsto nel suo diario lo stesso terapeuta, la poetessa si toglierà la vita, seppur diversi anni dopo.
Racconta la scrittrice Valeria Consoli*: "Non c’è da stupirsi dunque se in un momento di grave depressione, la scrittrice e poetessa svedese, allorchè le forze dell’Asse, cui la Seconda Guerra era dapprima favorevole, il 23 Aprile del 1941 invadono la Grecia, mitico simbolo dell’amore per la bellezza da lei sempre nutrito, mentre è ospite di Anita Nathorst, per lei più che una cara amica, una sorta di 'madre spirituale', ad Alingsås si allontani dall’abitazione della donna, scomparendo e cercando la morte in mezzo alla natura: il suo corpo esanime verrà ritrovato alcuni giorni dopo semicoperto dall’erica. Come in un funereo gioco di scacchi, la Morte ha vinto. (Fonte: The Vision)
*Valeria Consoli: laureata in Letteratura Moderna e Contemporanea presso l’Università degli Studi di Milano con una tesi sulla scrittrice Fausta Cialente.
Tua
5 giugno, 2023
Dal blog personale di http://fridalaloka.com