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Belpietro, vattene affanculo. Ma prima restituisci i soldi

Si racconta che il giornale (?) Libero abbia lanciato una “crociata contro la casta” negli ultimi giorni. L’ottimo Belpietro afferma che per questo motivo si trova ora indagato, per un motivo oggettivamente assurdo come il villipendio al capo di stato, un reato medievale da abolire domani a mio parere

Visto che il CDX ha la maggioranza solida, invito i padroni di Belpietro a eseguire e l’uomo che si invento’ un attentato a se stesso a rivolgersi a loro, invece di frantumare ulteriormente i coglioni della gente che gia’ lo sommerge quotidianamente di disinteresse lasciando invendute meta’ delle copie che Libero stampa, e se non ci fosse il contributo statale per la carta probabilmente ne stamperebbero la meta’

Nel frattempo, lo invitiamo a restituire celermente i 20 e passa milioni di euro che l’editoriale di cui e’ socio ha irregolarmente puppato allo Stato, e a provare a fare utili di esercizio, se ci riesce. O in alternativa a dedicarsi alla zappa

C’e’ maiale e maiale

Arrestato per millantato credito Carlo Ferrigno, prefetto di Napoli tra il 2000 e il 2003 e poi commissario nazionale antiracket su nomina del consiglio dei ministri tra il 2003 e il 2006. L’arresto è stato eseguito nell’ambito dell’inchiesta avviata dal pubblico ministero Stefano Civardi dopo la querela presentata dal presidente di Sos racket e usura. …Ferrigno provvedeva ad “accelerare le pratiche per accedere al fondo antiracket e antiusura, farle passare in commissione, se egli otteneva in cambio prestazioni sessuali”…..Ferrigno …è indagato anche per altri reati, tra cui la prostituzione minorile in qualità di presunto cliente di prostitute minorenni.

 Il nome dell’ex prefetto di Napoli era già spuntato in un’intercettazione svolta nell’ambito dell’inchiesta sul caso Ruby il 29 settembre scorso: nella conversazione Ferrigno diceva a un uomo – parlando delle feste del presidente del Consiglio: “C’erano orge lì dentro non con droga, non mi risulta. Ma bevevano tutte mezze discinte. Berlusconi si è messo a cantare e a raccontare barzellette. Loro tre (Berlusconi, Mora e Fede) e 28 ragazze. Tutte ragazze che poi alla fine erano senza reggipetto, solo le mutandine strette…”.

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Hiroo Onoda

Hiroo Onoda (小野 田 寛 郎) (Kenan, 19 marzo 1922) è un ex soldato giapponese, meglio conosciuto perché, dopo quasi 30 anni dopo la Seconda Guerra Mondiale nel 1974, nella giungla sull’isola filippina di Lubang, venne arrestato perché si rifiutava di credere che la guerra fosse finita.. Questo fa di lui il penultimo soldato giapponese della seconda guerra mondiale, arresosi 7 mesi prima di Teruo Nakamura.

Onoda era un membro della classe di comando Futamata Bunko “(二 俣 分校) della scuola militare di Nakano addestrato come guerrigliero.Il26 dicembre 1944 fu inviato nell’isola di Lubang, insieme con i soldati che erano già presenti per ostacolare l’avanzata nemica e per accogliere gli alleati. Aveva ricevuto l’ordine di non arrendersi o porre fine alla sua vita.

Il 28 febbraio 1945 l’isola subì un attacco nemico che annientò quasi tutte le milizie nipponiche. Onoda e tre commilitoni, Yuichi Akatsu, Shoichi Shimada e Kozuka Kinshichi, si nascosero tra le montagne.

Ricevettero un messaggio lasciato da un isolano che annunciava la fine del conflitto ma la notizia non venne presa come attendibile; Onoda e i suoi compagni rimasero quindi sull’isola.

Dopo Akatsu, che si era arreso nel 1949, gli altri colleghi di Onoda furono uccisi nel fuoco incrociato (Shimada e Kozuka nel 1954 nel 1972); Onoda continuò così da solo la “missione” combattendo contro gli abitanti dell’isola (non giapponesi) nascosto nella giungla, vivendo rubando viveri e vestiti ai cittadini filippini.

Nel 1959 Onoda venne dichiarato legalmente deceduto in Giappone. Tuttavia ci furono diversi tentativi di rintracciarlo, nel 1972 tramite la sorella e degli amici e nel 1973 dal padre, che dopo poco morì. Nel 1974, il giapponese Norio Suzuki partì per un viaggio per il mondo ed il 20 febbraio 1974 trovò Onoda dopo quattro giorni di ricerche, convincendolo dei molti anni passati dopo il termine delle ostilità globali. Suzuki quindi tornò in Giappone con le foto di Onoda e scoprì che l’ufficiale diretto superiore di Hiroo, il Magg. Taniguchi, era ancora vivo e faceva il libraio.

Egli gli conferì alcuni prestigiosi titoli onorari per l’ottima conservazione delle munizioni e dell’arma, un fucile, leggendogli la dichiarazione di resa del Giappone di trent’anni prima, così da convincerlo ad arrendersi. Onoda, risbarcato in Giappone, venne accolto con tutti gli onori dal governo.

Fonte : Wikipedia

Belpietro prepara la zappa

Con una mossa astuta come quella del bassista Stuart Sutcliffe, Feltri e Belpietro decisero a Dicembre 2010 di entrare nell’azionariato di uno dei due inserti satirici di giornale venduti senza giornale, ovvero Libero (non credo ci sia bisogno di nominare l’altro)

Peccato che i due rovistatori di monnezza e collezionisti di condanne per diffamazione abbiano trascurato il piccolo particolare che il suddetto Libero riceve da due anni, con iscrizione a bilancio per il terzo, contributi pubblici senza averne alcun diritto… pare che ora sia giunto il momento grazie a una delibera dell’AGCOM di restituire allo Stato una cifra attorno a 13 mln di euro, che sommati ai 6 che non arriveranno nel 2010 condannano alla giusta bancarotta un foglio di carta da culo che avrebbe subito lo stesso destino da anni, se lo Stato Italiano non si fosse terapeuticamente accanito a tenerlo in vita

E che stampa circa il doppio delle copie che vende per gonfiare il contributo che riceve per la carta….i boschi italiani ringraziano l’AGCOM

Feltri e Belpietro, mi sa che e’ giunto il momento di imparare a usare la zappa, visto che quando usate la penna non sembrate in grado di produrre utili di esercizio, almeno da 15 anni a questa parte.

L’italia dei cialtroni

E’ iniziata la competizione tra Libero e il Giornale su chi riesce a ficcare più escrementi nel ventilatore, dirigendone il flusso pressoché ovunque tranne che verso il Caro Leader, s’intende. Segnaliamo il pregevole editoriale contro Gianfranco Fini a firma di Maurizio Belpietro, che dall’arrivo di Vittorio Feltri in viale Majno ha evidentemente tratto nuova linfa melmosa.

Tra sentito dire, auto-attentati del presidente della Camera e confessioni videoregistrate di mignotte emergenti siamo entrati in un nuovo livello escrementizio del dibattito pubblico italiano. Il Giornale di Sallusti & Santanché tenta di replicare, nel tentativo di non farsi soffiare copie e lettori, e ne esce quello che a prima vista parrebbe un tentativo di difesa di Fini che per estensione abbraccia anche il Cav, ma restiamo lontani della fantasmagoria del dinamico duo Continua a leggere L’italia dei cialtroni