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Fallire coi soldi degli altri – Vittorio Feltri

Da alcuni giorni, nel disinteresse generale, si e’ consumato il divorzio tra Vittorio Feltri e il quotidiano(si fa per dire) Libero (si fa per dire). Ricordare e rileggere le dichiarazioni del rovistatore di rifuiti all’epoca dell’addio al Giornale fa quasi sorridere. Si ipotizzano problemi di coabitazione con il codirettore mascellato Belpietro, l’uomo che si sospetta si sia autoorganizzato un attentato farlocco per emulare il collega che si auto-inviava minacce brigatiste farlocche. Cazzate. Non ci credo

La spiegazione a mio parere e’ estremamente piu’ lineare. Dal 1994 ad oggi, nella sperticata difesa del nanodimerda, la costante nella carriera giornalistica (si fa per dire) di Feltri e’ sempre stata la produzione di devastanti e crescenti passivi di esercizio. Coperti o con ignobili trucchetti per rubare finanziamenti pubblici (realizzando qualche centinaio di migliaia di euro di utile a fonte di decine di milioni di finanziamento pubblico) o coperte dal fratello scemo del culoflaccido che doveva difendere (17,4 milioni di euro per l’editore, all’ultimo rilevamento cronometrico direzione Feltri) Continua a leggere Fallire coi soldi degli altri – Vittorio Feltri

Hiroo Onoda

Hiroo Onoda (小野 田 寛 郎) (Kenan, 19 marzo 1922) è un ex soldato giapponese, meglio conosciuto perché, dopo quasi 30 anni dopo la Seconda Guerra Mondiale nel 1974, nella giungla sull’isola filippina di Lubang, venne arrestato perché si rifiutava di credere che la guerra fosse finita.. Questo fa di lui il penultimo soldato giapponese della seconda guerra mondiale, arresosi 7 mesi prima di Teruo Nakamura.

Onoda era un membro della classe di comando Futamata Bunko “(二 俣 分校) della scuola militare di Nakano addestrato come guerrigliero.Il26 dicembre 1944 fu inviato nell’isola di Lubang, insieme con i soldati che erano già presenti per ostacolare l’avanzata nemica e per accogliere gli alleati. Aveva ricevuto l’ordine di non arrendersi o porre fine alla sua vita.

Il 28 febbraio 1945 l’isola subì un attacco nemico che annientò quasi tutte le milizie nipponiche. Onoda e tre commilitoni, Yuichi Akatsu, Shoichi Shimada e Kozuka Kinshichi, si nascosero tra le montagne.

Ricevettero un messaggio lasciato da un isolano che annunciava la fine del conflitto ma la notizia non venne presa come attendibile; Onoda e i suoi compagni rimasero quindi sull’isola.

Dopo Akatsu, che si era arreso nel 1949, gli altri colleghi di Onoda furono uccisi nel fuoco incrociato (Shimada e Kozuka nel 1954 nel 1972); Onoda continuò così da solo la “missione” combattendo contro gli abitanti dell’isola (non giapponesi) nascosto nella giungla, vivendo rubando viveri e vestiti ai cittadini filippini.

Nel 1959 Onoda venne dichiarato legalmente deceduto in Giappone. Tuttavia ci furono diversi tentativi di rintracciarlo, nel 1972 tramite la sorella e degli amici e nel 1973 dal padre, che dopo poco morì. Nel 1974, il giapponese Norio Suzuki partì per un viaggio per il mondo ed il 20 febbraio 1974 trovò Onoda dopo quattro giorni di ricerche, convincendolo dei molti anni passati dopo il termine delle ostilità globali. Suzuki quindi tornò in Giappone con le foto di Onoda e scoprì che l’ufficiale diretto superiore di Hiroo, il Magg. Taniguchi, era ancora vivo e faceva il libraio.

Egli gli conferì alcuni prestigiosi titoli onorari per l’ottima conservazione delle munizioni e dell’arma, un fucile, leggendogli la dichiarazione di resa del Giappone di trent’anni prima, così da convincerlo ad arrendersi. Onoda, risbarcato in Giappone, venne accolto con tutti gli onori dal governo.

Fonte : Wikipedia

Belpietro prepara la zappa

Con una mossa astuta come quella del bassista Stuart Sutcliffe, Feltri e Belpietro decisero a Dicembre 2010 di entrare nell’azionariato di uno dei due inserti satirici di giornale venduti senza giornale, ovvero Libero (non credo ci sia bisogno di nominare l’altro)

Peccato che i due rovistatori di monnezza e collezionisti di condanne per diffamazione abbiano trascurato il piccolo particolare che il suddetto Libero riceve da due anni, con iscrizione a bilancio per il terzo, contributi pubblici senza averne alcun diritto… pare che ora sia giunto il momento grazie a una delibera dell’AGCOM di restituire allo Stato una cifra attorno a 13 mln di euro, che sommati ai 6 che non arriveranno nel 2010 condannano alla giusta bancarotta un foglio di carta da culo che avrebbe subito lo stesso destino da anni, se lo Stato Italiano non si fosse terapeuticamente accanito a tenerlo in vita

E che stampa circa il doppio delle copie che vende per gonfiare il contributo che riceve per la carta….i boschi italiani ringraziano l’AGCOM

Feltri e Belpietro, mi sa che e’ giunto il momento di imparare a usare la zappa, visto che quando usate la penna non sembrate in grado di produrre utili di esercizio, almeno da 15 anni a questa parte.

L’italia dei cialtroni

E’ iniziata la competizione tra Libero e il Giornale su chi riesce a ficcare più escrementi nel ventilatore, dirigendone il flusso pressoché ovunque tranne che verso il Caro Leader, s’intende. Segnaliamo il pregevole editoriale contro Gianfranco Fini a firma di Maurizio Belpietro, che dall’arrivo di Vittorio Feltri in viale Majno ha evidentemente tratto nuova linfa melmosa.

Tra sentito dire, auto-attentati del presidente della Camera e confessioni videoregistrate di mignotte emergenti siamo entrati in un nuovo livello escrementizio del dibattito pubblico italiano. Il Giornale di Sallusti & Santanché tenta di replicare, nel tentativo di non farsi soffiare copie e lettori, e ne esce quello che a prima vista parrebbe un tentativo di difesa di Fini che per estensione abbraccia anche il Cav, ma restiamo lontani della fantasmagoria del dinamico duo Continua a leggere L’italia dei cialtroni

A lavorareeeeeee,andate a lavorareeee…..popò di pentaquadribuodiuli che un siete artro.

Dopo le Monete del Duce, i Francobolli del Duce, i Libri-che-assolveranno-il-Duce ed i Dvd del Duce, potevano quelli di Libero farci mancare l’avvincente storia dei Diari del Duce? Ennò che non potevano. E di fatti da domani si parte: con 3 euro e 80 grazie al quotidiano diretto da Maurizio Belpietro tutti gli italiani avranno la possibilità di portarsi a casa questa preziosa ricostruzione storica.Che culo!

Davvero un’occasione unica, anche perché ad occuparsi della cosa è stato uno che il Dittatore Fascista lo ama per davvero, mica supercazzole, e cioè il buon Nicholas Farrell: un nome una garanzia. Come chi è? Il giornalista di Libero, quello che continua a chiamare Silvio Berlusconi “Il Magnifico”, che ringrazia Dio per la sua discesa in campo del ’94, che lo ammira perché è “ricco”, perché è un “genio”, perché è l’unico che può governare questo Paese, perché di carismatici come lui, “al mondo non ce n’è”. Farrell, dai, l’islamofobo, quello che i nemici del Santo Papi sono tutti “italiani di merda”, che Gianfranco Fini è un po’ come Hitler, quello che prega mattina e sera affinché il figlio di 5 anni – a cui ogni tanto piace “vestirsi da donna” – non diventi “frocio”, o peggio, “comunista”. Insomma, siamo in buone mani.

Sè, vabbé, la solita bufala letteraria basata sulla solita bufala storica, direte voi. Ed invece no. Come dire, io trovo una certa razionalità, un certa onestà intellettuale, in questa operazione. Dopo la pubblicazione delle notizie false del deputato Pdl Renato “Betulla” Farina, dopo le interviste false del giornalista Tommaso De Benedetti (solo a Libero “sarebbe stato possibile”), dopo la pubblicazione seriale di fatti falsi su qualsiasi cosa possa in qualche modo nuocere l’immagine del Presidente del Consiglio – da Mills alla D’Addario e molto altro – beh, un libro che esalti la magnificenza dei Diari del Duce – patacca, ovviamente – mi sembra qualcosa di estremamente coerente.

P.S.:cercate Nicholas Farrel…….risate assicurate 🙂