Da alcuni giorni, nel disinteresse generale, si e’ consumato il divorzio tra Vittorio Feltri e il quotidiano(si fa per dire) Libero (si fa per dire). Ricordare e rileggere le dichiarazioni del rovistatore di rifuiti all’epoca dell’addio al Giornale fa quasi sorridere. Si ipotizzano problemi di coabitazione con il codirettore mascellato Belpietro, l’uomo che si sospetta si sia autoorganizzato un attentato farlocco per emulare il collega che si auto-inviava minacce brigatiste farlocche. Cazzate. Non ci credo
La spiegazione a mio parere e’ estremamente piu’ lineare. Dal 1994 ad oggi, nella sperticata difesa del nanodimerda, la costante nella carriera giornalistica (si fa per dire) di Feltri e’ sempre stata la produzione di devastanti e crescenti passivi di esercizio. Coperti o con ignobili trucchetti per rubare finanziamenti pubblici (realizzando qualche centinaio di migliaia di euro di utile a fonte di decine di milioni di finanziamento pubblico) o coperte dal fratello scemo del culoflaccido che doveva difendere (17,4 milioni di euro per l’editore, all’ultimo rilevamento cronometrico direzione Feltri) Continua a leggere Fallire coi soldi degli altri – Vittorio Feltri→
Con una lettera al quotidiano ” IL GIORNALE”, il ministro dei Beni culturali annuncia l’addio al governo: “Ne ho già parlato con il premier”. Il gesto motivato con l’isolamento nell’ambito del centrodestra, ma anche con la “incapacità di mantenere gli impegni presi”.Bondi scrive:
Egregio direttore, constato che dalla sinistra alla de stra di Marcello Veneziani la sod disfazione per le mie dimissioni è unanime. Stiano sereni, presto li accontenterò. Mi permetta, però, di rispondere brevemente a Marcello Veneziani e poi spie gare il perché delle mie dimissioni. Al l’editorialista del suo quotidiano vorrei dire che non pretendo certo di avere il consenso di tutti, dunque ancor meno il suo che dichiara esplicitamente di non avermi mai apprezzato come ministro né come politico. E questo sinceramen te potrebbe essere un complimento per me.
Ieri, nella mia lettura della stampa quotidiana, mi sono
imbattuto nell’editoriale sul Giornale firmato da Marcello
Veneziani. Titolo: “Auspicio per il 2011, la stampa che vorrei”.
Fra i contenuti che qua e là ostentano equilibrio (o equilibrismo?)
e contraddizioni di varia natura, il buon Veneziani auspica un
Giornale diverso, “non di guerriglia”, ” liberamente e criticamente
schierato”. Su Repubblica , poi, scrive testualmente: “La
Repubblica andrebbe studiata nel passaggio da giornale radical snob
(visto che chic è usurato, e snob vuol dire sine nobilitate) a
giornale da caccia all’uomo , imperniato sul razzismo etico verso
il nemico e la guerra civile semi-fredda tra due Italie che si
schifano”. Ora: a parte il fatto che solo Alice nel Paese delle
Meraviglie potrebbe auspicare che il Giornale , di proprietà della
famiglia Berlusconi, diventi improvvisamente un quotidiano libero e
critico ; a parte questo, definire Repubblica un Continua a leggere Anche i maiali si sognano le ghiande.→
Perché a volte un blog non basta.(A noi ce lo sfoderate parecchio!)