È sorprendente che ci si sorprenda. Di tutta questa manfrina.
Ma andiamo per gradi. Innanzitutto, usando una parafrasi di stile finanziario, possiamo dire che “B” negli anni ha distribuito i “dividendi” a sé ed ai suoi compari senza possedere alcuna azione. “B” ha distrutto il Paese prima da solo, ha sorretto Monti poi che ha continuato a strizzarlo, ed ora vuole arrogarsi il ruolo di salvatore della Patria. Peccato non potergli ridere in faccia, dargli due schiaffi sulla pelata spennellata di lucido da scarpe, ed assestargli un bel calcio in culo per mandarlo a lavare i piatti in qualche mensa della Caritas. Ma credo che alla Caritas non lo vorrebbero… Cristo ha perdonato ladri e puttane, è vero, persino i suoi aguzzini, ma a tutto c’è un limite…
È difficile anche pensare perché nessuno metta in evidenza anche la pochezza del piano adottato da “B”, piano che ripete la banale strategia che da sempre mettono in pratica tra i più importanti dei suoi sostenitori. Mi riferisco ovviamente a quelle radicate organizzazioni di una “certa” economia sommersa del Sud Italia. “B” ha trovato in Alfano una “testa di legno”, o un “prestanome” come si chiamano in ambito giudiziario, cui dare la responsabilità della P2L (il vero nome era P2&M), ed un’altra testa di legno in Mario Monti. È il gioco delle tre carte. Monti non lo ha voluto lui, ma è una manna che gli è piovuta dal cielo. “B” infatti sarebbe stato costretto a fare in prima persona ciò che ha fatto Monti. Invece no.
“B” ha fatto entrare il suo partito nella coalizione che ha sostenuto Monti e la sua politica “lacrime e sangue”, ma da dietro le quinte, facendone ricadere le responsabilità su Alfano. Ha avallato la politica di aumentare le tasse e metterne di nuove (tra cui la famigerata IMU), per poi, dopo un anno, poter rifare una populistica campagna elettorale senza altri contenuti che intervenire togliendo quelle stesse tasse che il suo stesso partito aveva approvato giusto una manciata di mesi prima.
“B” è geniale? Quanto Cosa Nostra e la Camorra, che si avvalgono di prestanome e “scatole cinesi” da sempre. Inoltre poi sappiamo tutti che “B” stesso non è altro che una testa di legno.
“B” ora, anche se barcollante e ridotto dalla vecchiaia ad una amorfa e disgustosa palletta di lardo (per non parlare di quanto lo rendano ridicolo gli inutili quanto patetici sforzi di non voler accettare lo scorrere del tempo), rivuole metterlo in culo a tutti, sempre per conto di chi nei decenni se ne è servito come “testa di legno” (le stesse organizzazioni che si servirono del padre di “B” come testa di ponte per “l’uso” di denaro “del sud” in Lombardia). È vero che gli italiani sono popolo “strano” (volevo usare tante altre parole, ma nessuna non era offensiva) però stavolta credo che voteranno “B” solo quanti obbediscono alle organizzazioni che si riconoscono nelle “filosofie” di Licio G. e Totò R.
A tutto c’è un limite… anche per gli italiani, vero?