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Un’ altra Piccola Considerazione

E dunque ci siamo e basta.

Fatto. Non è intervenuto nessuno, niente dietrofront dell’ ultim’ ora, anzi. Duri e puri, senza se e senza ma, beccatevi il lasciapassare. Ieri lo sapevo, oggi è certo.

Premesso che a me personalmente (come si è già capito) non mi frega un cazzo in salsa tonnata ne’ dei “vaccini” ne’ dei tamponi e che con tutti i modi che ci sono di schiattare non mi fa differenza se dovessi lasciare questo mondo per una polmonite o per una schioppettata (anche se probabilmente quando sarà, sarà per questioni cardiovascolari, mi conosco), mi viene da fare un piccolo ragionamento.

Sento dire da una parte che i tamponi per i lavoratori dovrebbero essere gratis;

sento rispondere dall’ altra che non se ne parla perchè il costo per lo Stato (e dai che insisto a scriverlo con la maiuscola) sarebbe troppo alto. Che i lavoratori non rompessero il cazzo e si facessero il “vaccino“, che è “gratis“.

Gratis questa bella cippa di cazzo. Il “vaccino” non è gratis. Anzi. Costerà meno in proporzione perchè una dose ti dura (forse) sei mesi, mentre il tampone te lo dovresti fare ogni due giorni, ma non è gratis. Manco per la minchia.

Per inciso mi viene il dubbio: ma non è che avendo escluso dal business dei “vaccini” i farmacisti, che sono due anni che non vendono manco quelli antinfluenzali, adesso è ora di dar loro il contentino facendoli abbuffare con lo smercio dei tamponi ? Come diceva Nonno Giulio, “a pensar male si fa peccato…” ma andiamo oltre.

Dicevo, questi cazzi di “vaccini” è vero che il popolo non li paga, si. Ma è vero adesso, nel momento in cui ti fanno la punturina, pacca sulla spalla e ti dicono “vai, fratello, a posto così“. Ma da qualche parte sono stati acquistati, giusto ? E qualcuno li ha pagati, giusto ?

E chi cazzo li ha pagati, secondo voi ? Lo Stato, giusto ? Ma lo Stato, non siamo Noi ? Me pare ancora de sì, o sbaglio ?

Quindi, i “vaccini” li paghiamo noi, porca paletta. Tutti noi. Pure quelli che non li usano, tipo pure io.

Gratis un par de cojoni.

E adesso è tutto bello, perchè c’è “l’Emergenza“, perchè (sempre coi soldi nostri) tengono basse le bollette, perchè Equitalia (o la merda di entità in cui si è incarnata adesso, che ho perso il conto) ancora sta un po’ buonina ma non troppo… ma intanto i contatori girano, il debito aumenta, come al solito quelli che stanno al governo ora se ne sbattono, perchè i diti al culo si sentiranno fra dieci anni e loro da quel dì che se ne staranno a pancia all’ aria in spiaggia coi loro vitalizi, dopo di loro il diluvio e chisenefotte.

Noi, che da tutto questo non avremo guadagnato niente, anzi avremo solo perso (qualcuno anche tutto), ci troveremo come al solito a pagare più della metà dei nostri guadagni in tasse e a chiederci ancora una volta come sia possibile.

Ecco come è possibile: perchè, fra le altre cose, “i vaccini sono gratis“.

Niente è gratis. Niente. Lo vogliamo capire o no ? Se al supermercato ti fanno il 3×2 è perchè se no non ti compreresti manco quei 2 che ti fanno portare a casa 3. Se un amico ti fa un favore, lo fa gratis, si, ma tu sei sempre in debito di un favore. Se qualcuno ti dà un bacio, è perchè si aspetta che tu gliene dia un’ altro. Se uno ti evita la fatica di riportare il carrello a posto dopo che hai scaricato la spesa è perchè si prende la moneta che ci hai messo dentro. Niente è gratis. Poi ci sono cose (come il bacio) che siamo ben felici di ricambiare e va bene, ma bisogna esserne consapevoli.

Qui la consapevolezza è andata a farsi un giro, mi sa.

Ma chi volete pijà p’er culo ?

Uno degli argomenti caldi di questo periodo fresco è una faccenda di cui si discorre già da un po’, ma che (come sempre accade quando si ricomincia a parlare di “finanziaria“, di “manovra fiscale” e cazzate simili) è tornata prepotentemente alla ribalta.

Si tratta della famigerata “revisione delle rendite catastali“. Che cazzo è la “rendita catastale” e a che serve è cosa abbastanza nota (sicuramente a chiunque possieda un immobile), in sintesi è un importo X, che viene assegnato e che rimane attaccato all’ immobile e funziona da base per il calcolo delle tasse che il malcapitato proprietario si troverà a pagare. Non c’entra una minchia con il reale valore commerciale dell’ immobile (o terreno), è semplicemente assegnato secondo parametri misteriosi che in confronto i dati sul coviddi sembrano un problemino di matematica delle elementari.

Il problema è che questi parametri non vengono revisionati da decenni, quindi i sostenitori della riforma dicono che bisogna aggiornarli perchè obsoleti e fuorvianti. Il che, secondo logica, ci starebbe pure.

Dov’è il problema, allora ? Dove sta la presa per il culo ?

Semplice: questi signori asseriscono che la cosa non verrà assolutamente fatta nell’ ottica di aumentare le tasse, e a sostegno di questa affermazione specificano che le aliquote non saranno mai assolutamente ed in nessun caso innalzate.

Al che torno a chiedere: ma chi volete prendere per il culo” ? Ma davvero credete di averci colto tutti nella vigna dei cojoni ?

E’ pacifico che allo stato delle cose una rivalutazione delle rendite catastali non potrà che avvenire verso l’alto.

E’ altresì fuor di dubbio che la rendita catastale è il parametro di partenza per il calcolo della base imponibile IMU.

Ne deriva, che – pur mantenendo invariate le aliquote – nel momento in cui aumenta la rendita catastale, aumenterà l’ importo delle tasse che si andranno a pagare.

Lo capisce pure il mio cane che non è particolarmente sveglio. Mentre il gatto – che è un paraculo di prima grandezza – per non sbagliare ha già riempito di lettiera il suo cestino-cuccia, lo ha sfilacciato un po’ qua e un po’ là ed ha presentato al catasto un’ istanza di correzione del classamento della stessa da abitazione di lusso a casa popolare. Ha passato due buste di croccantini ad un geometra del comune che conosce, ha buone possibilità di veder accolta la domanda.

Ora va bene tutto, ma perchè ci ostiniamo, giorno dopo giorno, ad accettare di essere trattati come dei mentecatti ? Perchè continuiamo a berci tutte le cazzate che ci vengono propinate, senza battere ciglio ?

Ma non è che siamo scemi davvero ?

Prima l’ IMU, ora l’ IVA, a quando l’ IRA ?

Non è un refuso, non volevo scrivere “IRAP” (che pure ogni tanto si fa sentire), ma proprio “IRA”.

Ira intesa come incazzatura nera, come prodotto dell’ esasperazione che supera i limiti, ad un livello che finirebbe col fare girare i coglioni anche ad un monaco buddista in meditazione.

Una delle cose che sentii dire a Beppe Grillo durante i suoi spettacoli-comizi-deliri è più o meno questa: “questi vi prendono per il culo, promettendo di risolvere problemi che hanno creato loro stessi“. Ecco. Confesso che questo è uno degli assunti con cui più mi trovo d’ accordo.

Perchè sembra che il punto della questione sia il miraggio di abbassare le tasse. Adesso che pare siano riusciti Continua a leggere Prima l’ IMU, ora l’ IVA, a quando l’ IRA ?

Enuff Z’Nuff.

“Enuff Z’ Nuff”, oltre ad essere il nome di un gruppo metal anni ’80 – ’90 di cui avevo un paio di dischi, è la trascrizione della pronuncia dell’ espressione inglese “enough is enough”, che potrebbe corrispondere al nostro “quando è troppo è troppo“.

Leggo una notizia di qualche giorno fa, e mi incazzo automaticamente come una bestia.

Brevemente, qualche ligio e lavoratore impiegato del Comune di Roma (mosche bianche, ma qualcuno che lavora ogni tanto a cercarlo bene c’ è) ha incrociato due dati e si è accorto che Continua a leggere Enuff Z’Nuff.

Equi un par di palle

ECCO COME EQUITALIA PRATICA LIBERAMENTE USURA DI STATO.
Pubblicato il 16 dicembre 2011

Equitalia è la società per azioni, a totale capitale pubblico (51% in mano all’Agenzia delle entrate e 49% all’Inps), incaricata dell’esercizio dell’attività di riscossione nazionale dei tributi e contributi.
Vediamo come la cosa è un costo ed un pericolo per il contribuente: la creazione di questo ente Continua a leggere Equi un par di palle