Lampedusa: quando i magistrati sprecano cartucce.

Che Bernardino “Dino” de Rubeis, sindaco di Lampedusa in quota MPA, abbia una faccia poco rassicurante siamo d’accordo. Non è uno che vorrei incontrare in un vicolo buio senza testimoni. Che talvolta possa aver avuto delle uscite poco felici (anche se non c’è prova certa che un giorno abbia detto che “i negri puzzano“) oppure che su di lui pendano sospetti di pratiche non precisamente “etiche” ci può pure stare.

Anche se il garantista che è in me continua a considerarlo innocente fino a prova contraria certa.

Ma qui (ieri) siamo sprofondati nel ridicolo. Nella follia. Nella merda, oserei dire. Fino al 28 febbraio scorso si trattava solo di “rumors”, di indiscrezioni: fottendosene del segreto professionale e preso da un impeto di protagonismo giudiziario il Procuratore di Agrigento, Renato Di Natale si era fatto “scappare” con qualcuno che “stavano valutando la posizione del sindaco di Lampedusa in merito all’ipotesi di istigazione all’odio razziale scaturente da una sua ordinanza antibivacco e antiaccattonaggio sul territorio dell’isola”.

Ieri invece l’indiscrezione si è trasformata in certezza: Bernardino de Rubeis è ufficialmente indagato per il reato di istigazione all’odio razziale.

Complimenti, Procuratore, bella cazzata ! Bravo. Davvero un fenomeno della natura. Possibile che su tutto il territorio della tua Procura tu oggi non potessi “procurare” un altro lavoro, un reato qualsiasi, un imputato a caso ? Che ne so, un caso di abigeato ? Oppure qualcuno dalla lupara facile ? Un furto di arance al banco del mercato ? Un topo d’auto ? Ladri di biciclette ?

Oppure potevi organizzarti una settimana bianca sull’Etna, una battuta di pesca subacquea, una retrospettiva di Woody Allen in un cinema parrocchiale della durata di una settimana, potevi imparare ad andare a cavallo, o iscriverti alla bocciofila di Agrigento, aprire una pizzeria, scrivere un best seller ed oscurare la fama di Giancarlo De Cataldo…

Insomma, ne potevi fare di cazzate, una qualsiasi ma non questa. E non mi venite a parlare di “atto dovuto”.

Perchè questa, obbligatorietà dell’azione penale o no, mostra definitivamente e senza ombra di dubbio – anche ai più scettici – che certe volte, certe procure nun ciànno proprio ‘ncazzo da fà. A questo punto vi auguro di tutto cuore di rimanere senza carta e toner per la stampante, senza carta igienica nei cessi e (da che ci siamo) senza assistenza tecnica per i computer, che possano inchiodarsi tutti contemporaneamente con schermata blu ed errore irreversibile.

Tanto, per quello che vi servono…

156 pensieri riguardo “Lampedusa: quando i magistrati sprecano cartucce.”

  1. perplessa :
    Io le mie tette le adoro
    sono proprio belle!
    non mi danno mai fastidio….forse solo quando nn mi chiude giusto giusto il bottone mna è un fastidio superabile!

    Ma faccele adorare anche a noi! credo che marchetto sara’ d’accordo…

  2. ehehehehehheh….certe dichiarazioni scatenano tempeste ormonali!!!!!
    Perplè…so ragaaaaaaaaaaaaaaazzziiiiiiiiiiiii..:D

  3. Dopo una dichiarazione del genere una fotina piccina piccina come testimonianza ci sta… e’ per un’indagine comparativa con le tette della mia attuale ragazza…

  4. “reggi…..in fondo siamo delle romantiche!!!! ”
    Perplè,ma che romantica ,sono apatica ,non mi va di cercarne un altro,troppa fatica ,la fatica è sudore ,il sudore fa male quindi meglio non cercare 😀
    Ahahah se legge questo commento la mia “acida” metà mi uccide….

Lascia un commento